Rabat si riprende i suoi fuggiaschi di Maurizio Molinari

Rabat si riprende i suoi fuggiaschi Rabat si riprende i suoi fuggiaschi RABAT DAL NOSTRO INVIATO Il Marocco accetta di sottoscrivere l'intesa anti-clandestini nell'ambito di un rilancio dei rapporti culturali ed economici con l'Italia, che da parte sua si impegna a ratificare in tempi stretti in Parlamento l'accordo di associazione economica fra Ue e Rabat, rassicurando gli agricoltori siciliani. Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ed il collega marocchino, Abdellatif Filali, nei colloqui di ieri mattina hanno definito gli ultimi particolari dell'«Accordo sul riaccompagnamento al confine e sul transito in vista dell'allontanamento» che i diplomatici dei due Paesi avevano messo a punto con una maratona nelle ultime settimane. La firma ufficiale è stata annunciata per questa mattina dopo il «cordiale e amichevole» colloquio avuto ieri sera da Dini con re Hassan II, intervenuto personalmente sul governo per favorire l'accordo. Due i puntichiave del testo concordato. Primo: il Marocco si impegna a far identificare dal personale consolare i clandestini fermati entro i limiti di tempo fissati dalla nuova legge italiana sull'immigrazione. Secondo: tutti gli illegali di nazionalità marocchina verranno rimpatriati su aerei messi a disposizione dall'Aeronautica militare. Viene così codificato quanto già avvenuto nell'ultima settimana, quando i 200 marocchini sbarcati a Lampedusa sono stati fermati, riconosciuti e imbarcati su aerei da trasporto che li riporteranno in patria nei prossimi giorni. Rabat non chiede in cambio - come ha fatto la Tunisia - motovedette, metal detector e radar per prevenire le partenze sottocosta, ma ottiene un «accordo» che non sarà di «riammissione» - sul modello di quanto già avvenuto con i Paesi dell'Est - perchè una clausola limita i rimpatri ai connazionali, escludendo i cittadini di Paesi terzi. Se dunque, teoricamente, un'imbarcazione proveniente direttamente dal Marocco dovesse attraversare metà Mediterraneo e sbarcare in Italia clandestini non marocchini, questi non potranno essere rinviati al porto di partenza. L'accordda Dini cprevede invesIl ministro o firmato ol Marocco in cambio timenti Positivi i commenti all'accordo raggiunto. Per Dini, «il Marocco compie un passo importante, conferma la buona volontà di collaborare a noi già nota e si assume il peso di rimpatri non indolori, perchè il reinserimento di chi ha abbandonato lavoro e proprietà ha dei costi reali». Filali ritiene che «anche il Marocco avrà dei benefici da questa firma»: sia politici, «a vantaggio dell'integrazione e della tutela in Italia dei nostri 130 mila immigrati legali», sia economici, «in vista di una più stretta cooperazione e maggiori investimenti». A tale riguardo il capo della Farnesina ha fatto in particolare riferimento all'Accordo di associazione economica fra Unione Europea e Marocco, ratificato da tutti i partner tranne Italia, Belgio e Germania. Il ritardo del Parlamento è dovuto alle resistenze degli agricoltori siciliani, che temono l'impatto sul mercato delle arance marocchine. ((Abbiamo assicurato che la ratifica italiana non mancherà - ha detto Dini - anche perchè una norma ci consente di rassicurare gli agricoltori siciliani, in quanto le arance marocchine saranno ammesse in Europa con l'eccezione del mercato italiano». Raggiunta l'intesa con Rabat, resta aperto il fronte tunisino. Dini non esclude una protesta formale per l'incidente fra le due motovedette al largo di Lampedusa e si augura che Tunisi «cambi l'atteggiamento di non collaborazione avuto finora» per poter firmare a Roma il 4 agosto l'accordo di riammissione «e quindi aprire una nuova stagione». Filali esclude però un intervento di mediazione interaraba: «Comprendo la preoccupazione dell'Italia, ma noi possiamo fare assai poco, il problema è in Tunisia. Con la Tunisia ve la dovete vedere direttamente voi. Perchè è lì che una piccola mafia raccoglie i clandestini nordafricani ed è sempre da lì, vicino Sfax, che partono i battelli per il vostro Paese». «Comunque - conclude serafico vedrete che tutto finirà dopo il 15 settembre, quando il mare diventa agitato e quindi invalicabile». Maurizio Molinari Lamberto Dini L'accordo firmato da Dini col Marocco prevede in cambio investimenti Il ministro Lamberto Dini