E Manolo urlò: «Parte! Parte! »
E Manolo urlò: «Parte! Parte! » E Manolo urlò: «Parte! Parte! » Festa a Cesenatico, al chiosco di piadine CESENATICO DAL NOSTRO INVIATO Questa volta, niente tinta. Sono quasi naturali i capelli di Manola Pantani, piadine e fratello. «Le consiglio quella alla nutella». Piadina, naturalmente. Ooh, Manola, quando parte Marco? «Parte, parte». Salita del Telegraphe, tutti in gruppo. Al Tour piove. Anche qui: piove sudore. Manola oggi ha i capelli tinti biondo. Anzi, giallo. Quando c'era il Giro se li era pitturati di rosa. Ullrich tira il gruppo. Ohi, Manola, ma quando parte? «Aspetta. Parte, te l'ho detto». Il chiosco di Pantani sta in un viale d'ombra, sotto gh alberi che puntano il mare, giù in fondo. Oddio, non è un chiosco, a onor del vero. E' un museo. Quando vengono i clienti chiedono timidamente: «Ma è questo il bar del Marco?». Sì, volete le cartoline? Quello si gira sul viale, come punto da una tarantola: «Sandrooo! E' questo». Quante ne volete? «Siamo in dieci, signorina». Ci sono le fotografie appese sopra la macchina del caffè, Pantani con la mamma, il papà, gh amici, Pantani in maglia rosa e braccia al cielo. E c'è la Manola che corre da un tavolo all'altro: «L'avevo detto a mio padre di non lasciarmi sola». Fino a quando sono quasi le 3,40. E' un pomeriggio di caldo cane. E Vittorio Calbucci sta urlando come un ossesso: «Manola! Manola! Santo Dio. E' partito...». Marco è partito. E il grande giorno è cominciato in quel momento. E' strana da raccontare. E' come una festa di famiglia che mette insieme tutti, parenti, amici, nemici, turisti, ospiti, sconosciuti. Calda Romagna. Al Bar dei Pini di viale Roma, Gianni Baldisserri è quello che ha aperto le danze. «Mar-co, Mar-co», scandiva. Con gh applausi. Erano 20 davanti alla tivù, al bar. In un attimo sono diventati 40, 50. Hanno scandito la fuga con le urla, i cori, come allo stadio, o come a una festa di paese. E quando il Panta ha tagliato il traguardo hanno gridato di gioia. Qualche ripetizione per la tivù. In Romagna sono un po' come a Napoli. Fantastici: hanno il senso dello spettacolo. Gianni Baldisserri: «Oggi è un giorno indimenticabile. Marco è un mio grande amico. Fraterno». Da dietro, Sandro Ricci sta gridando: «Questo è solo l'antipasto». E Damiano Zoffoli, il sindaco, svolge quasi funzioni da pierre: «Mi dispiace non essere là in Francia. Gli impegni me l'hanno impedito. Ma h ho sentiti, ho portato il saluto della città. Aspettiamo a far le cose in grande. Dite a tutti di stare calmi. Quando ci sarà la cronometro ci scateneremo, quello è il momento». Però, due parole sul Panta le può dire: «Marco è entrato nella storia del ciclismo. Siamo orgogliosi di lui. Marco ci rappresenta, perché ha il cuore della Romagna. Noi siamo come lui, solo che nessuno ha le sue gambe. Il fatto che l'abbiano applaudito in tanti, e tutti così diversi, di nazionalità diverse, testimonia la grandezza di questo personaggio». Di fronte al bar dei Pini, club Magico Pantani, c'è lo striscione del club antisfiga di Fano: il gatto nero con le zampe legate. E' il gatto che fece cadere Marco l'anno scorso. L'hanno messo lì da questo giro. E Pantani ha preso a vincere sul serio, mica solo le tappe. Quando si prese la maglia resa, pitturarono di rosa anche le strisce pedonali. Fecero un gran baccano. Adesso aspettano il giorno della vittoria. Vanno in coda al clùosco di Marco, con la fascia gialla del pirata in testa. E Manola ripete per le tivù: «Sono felice. Sono orgogliosa di avere un fratello che ha dedicato la sua vita alla bici, ha sofferto e ha vinto». Ha solo un sorriso un po' amaro, perché ha perso il cane. «Ruud, un pechinese. Mi mettete un annuncio sui giornali?». Dà anche i suoi numeri del telefonino. Romagna ingenua. Vittorio s'asciuga il sudore: «Oh, hai visto come è partito?». Te l'avevo detto che partiva. Patacca. [p. s.)
Luoghi citati: Bar Dei Pini, Cesenatico, Fano, Francia, Napoli, Romagna
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