«lo al Tour non ci volevo venire» di Giovanni Cerruti
«lo al Tour non ci volevo venire» «lo al Tour non ci volevo venire» «Ho fatto tanti sacrifici, ne valeva la pena» LES DEUXALPES DAL NOSTRO INVIATO Pirata, ma come ha fatto? «Ho colto l'attimo, ho sentito quella solita voce di dentro che mi diceva "vai". E sono andato». Andato a vincere il Tour. «Aspettiamo, è ancora lunga e c'è di mezzo una cronometro che non mi piace. Comunque vada, per me è già fin troppo». Cosa c'entra questo «comunque vada»? «Sarà che sono un tipo imprevedibile, sarà che non mi sono ancora ben reso conto di quel che ho realizzato. Non è che voglia mettere le mani avanti, ma come tutti sanno questo non è un Tour per me». Su Pirata, va bene che quando fa il lamentoso è un gran buon segno, però è appena entrato nella leggenda del Tour. «Non ero sicuro di venire al Tour, avevo vinto il Giro, ero stanco». Ma è partito da Dublino e adesso e in maglia gialla. «Ho avuto coraggio, questa è stata la vittoria del coraggio. In una giornata di pioggia e freddo, di quelle che detesto». Guardi che ha combinato! «Vorrei solo godermi la giornata più bella della carriera, invece...». Invece deve aspettare fino a Parigi. «Aspettiamo». Pirata, come si sta nella leggenda, con Coppi, Bartali, Bahamontes, Gaul, Merckx... «Ancora non mi sento in quella casa. Qualcuno diceva che le mie vittorie si assomigliano tutte, sono quasi monotone. Non è stato così, qui a Les Deux Alpes. Ho attaccato a fondo, rischiando di saltare per aria, dall'inizio alla fine. La sofferenza della partenza vale la fatica dell'arrivo». L'impresa più sofferta. «Ho sopportato un carico di fatica e sofferenza notevole. Si vede che in questi anni, con gli incidenti che ho avuto, mi sono abituato. Con la sofferenza ci convivo». Sul Galibier, quando ha attaccato, aveva visto il Colosso Ullrich in difficoltà? «Neanche per idea. Aveva appena risposto a Leblanc, e bene come avranno visto tutti». E allora cosa è successo? «L'attimo, il clic. Anche altri avevano provato ad andarsene, si vede che il mio scatto è stato leggermente diverso». Leggermente? Li ha schiantati, caro Pirata. «Mi sono stupito. Dopo un po' mi sono girato per vedere chi c'era». E ha pure rallentato. «Ho visto Leblanc e basta. Ullrich non c'era. Ed è stata la miccia che ha fatto scattare la mia determinazione, vai!». Aveva sempre detto, chissà con quanta verità visto che è anche un Pirata Pinocchietto, che vincere Giro e Tour non sarebbe stato possibile. Oplà, il Tour è lì che l'aspetta. «Vincere un Giro, lo ripeto per la volta numero mille, non è facile. Decidere di venire al Tour è stato ancora più difficile». Già, e cosa l'ha convinta? «Sentivo la gente che mi voleva qui. Sentivo il mio presidente Luciano Pezzi che mi diceva di provare. Pezzi è morto una settimana prima della partenza del Tour, sono qui per lui». Ed è arrivato in queste condizioni, come ha fatto? «Il segreto sta nell'umiltà di non gioire mai troppo, di avere il coraggio di pedalare ogni giorno per 8 ore, da solo. E' nel sacrificio». Ripagato da una maglia gialla. «Ne valeva la pena, eccome se ne valeva la pena». I francesi impazziscono per Pantani, ha salvato il Tour dalla noia, dallo strapotere di Ullrich e dal doping. «Sono contento per il pubblico francese, per tutto il pubblico di questo sport e per i corridori. Abbiamo passato momenti travagliati, ho sofferto per quello che è successo e per cose che ho letto. Spero che questa vittoria serva a far dimenticare il brutto, e ripaghi tutti i campioni che hanno sofferto». Sull'ultima salita, quando la sua ammiraglia le ha gridato i distacchi, ha pensato ai giorni di Torino, in ospedale, la gamba in pezzi, il futuro forse giù dalla bicicletta. «Ci penso sempre, se è per questo. Dopo quell'incidente non pensavo di andare così forte e mi resta un dubbio». Quale? «Come sarei andato se non ci fosse stato quell'incidente?». Se lo tenga, Pirata, non terrorizzi i colleghi. Si goda questa maglia e se la tenga stretta fino a Parigi. Li ha massacrati e ha la faccia del bagnino romagnolo che si è appena svegliato, tranquillo e sereno. «Eh, il bagnino: magari fosse così. Non guardatemi la faccia, toccatemi le gambe...». Giovanni Cerruti
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