Quando Coppi conquista il Galibier
Quando Coppi conquista il Galibier Quando Coppi conquista il Galibier Anche Bartali e Merckx primi sulla magica vetta 3Ì3B88B888MB MONTAGNA PER CAMPBONI ■ L Galihier è, con il TourmaI let e l'Izoard, una montagna H che abita dal 1911, anno in cui vi passò primo un corridore che si chiamava Georget, le più appassionanti pagine della storia del Tour. Ma non contento di quell'importante ubicazione, ritenne di sentirsi più appagato abitandone anche la leggenda. Divenne quindi, col trascorrere del tempo e delle imprese di coloro che lo scalarono, il leggendario e mitico Galibier. Che cos'ha di speciale questa montagna? Che cos'è che fa, non dire, ma esclamare: ah, il Galibier! E' lunga, di una lunghezza stremante e anestetica. In molti gareggiandoci sopra si sono addormentati di stanchezza. Robic, il temerario Robic, la temeva come una maledizione e una volta, giunto alla cima, invece di proseguire fece dietro-front, convinto che la discesa non gli stesse davanti ma alle spalle. Gli avversari non ne furono sorpresi, non avevano più la forza di sorprendersi. Il Galibier è cattivo, anche molto cattivo con chi non possie¬ de una tessera speciale che gli consenta di metterci le ruote. Sul Galibier si spensero i sogni di campioni che avevano domato nobilissime cime. Si avverarono quelli degli uomini con diritto d'ingresso alla leggenda. Chi erano, che nome avevano? Trueba, la saltellante pulce dei Pirenei, decise che amara e vuota sareb- er 1937 be stata la sua vita di grimpeur senza una folgorante unione con quella formidabile montagna: l'affrontò e nel 1933 la ebbe. Quattro anni dopo toccò a un italiano sedurla: era Bartali e la vetta lo accolse felice: Gino era costruito su misura per lei. Ma il Galibier desiderava, aspettava qualcosa di speciale che giustificasse la propria grandezza, il my proprio ruolo regale. 11 Aspettava il volo di un fuoriclasse assoluto, pretendeva un campionissimo. E arrivò Coppi. Era il 1952, Fausto, dopo aver vinto il Giro, non avrebbe potuto vincere il Tour senza annettersi il tetto del Galibier. Il belga Ockers lo vide nel momento in cui iniziava l'avventura e non lo trovò più. Consegnatosi a Fau- sto, il Galibier divenne più buono. Lasciò che anche corridori meno aristocratici di Coppi, ma sempre di notevolissimo rango, si esercitassero sopra le sue rampe. Salutò l'aquila di Toledo, Bahamontes, nel 1954 e applaudì l'irresistibile lussemburghese Gaul nel '55. Poi gli tornò la voglia di un simil Coppi, di un Uo- my11 Fausto Coppi (a lato) dominò sul Galibier nel 1952. Gino Bartali (sopra) vinse nel 1937
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