«Se lo sport è drogato, non mi diverto più»

«Se lo sport è drogato, non mi diverto più» INTERVIENE PRODI «Se lo sport è drogato, non mi diverto più» ROMA. «La giustizia generale non dovrebbe intervenire in questioni particolari come quelle sportive: quando ciò accade è per un difetto di organizzazione e di autodisciplina del mondo dello sport». Lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi in un'intervista rilasciata ad Adriano De Zan nel corso della telecronaca Rai dell'arrivo della tappa di ieri del Tour. Prodi ha poi aggiunto: «Però quando c'è rischio di vita per le persone, è inevitabile che la giustizia intervenga. Ci deve essere la certezza che lo sport non sia drogato, altrimenti va a finire che non ci divertiamo più». Il presidente del Consiglio, che passa in bicicletta gran parte del suo tempo libero, ha fatto poi un accostamento tra le difficoltà della politica e quelle del ciclismo: «Nel dibattito politico spesso non si capisce l'obiettivo da perseguire. In bicicletta invece la gara è più limpida». Rispondendo poi ad una domanda su Marco Pantani, Prodi ha elogiato l'atleta di Cesenatico: «Quest'anno al Giro è stato splendido. Non ci si sperava. Ha avuto degli spunti da leggenda ed è per questo che, nonostante il record delle sue vittorie non sia ancora grandioso come per i campioni del passato, è già entrato nell'animo della gente». «Sa infiammare - ha detto ancora il presidente del Consiglio -, scatta dieci volte di fila. E' entusiasmante ed alla terza o quarta volta che va via non gli resiste più nessuno».

Persone citate: Adriano De Zan, Marco Pantani, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Cesenatico, Roma