Pantani, è ora di cercare il colpo da ko

Pantani, è ora di cercare il colpo da ko La Croix de Fer, il Gcdibier, infine Les Deux Alpes: il Tour oggi potrebbe cambiare padrone Pantani, è ora di cercare il colpo da ko Ma per affondare Ullrich deve partire da lontano GRENOBLE DAL NOSTRO INVIATO La Croix de Fer, il Galibier che disse a Bartali e Coppi: quanto siete bravi, quanto mi piacete, vi iscrivo per sempre nella mia storia, e Les deux Alpes, tre scalate per quattro uomini che oggi si sfidano se non proprio all'ultima, almeno alla penultima pedalata. Ullrich, Maglia gialla; Julich, secondo in classifica a 1' 11"; Jalabert e Pantani, terzo e quarto a 3'01". La prova è di forza ancor più che di cervello; un'azione incauta, un errore nel valutare la condizione dei rivali, un'eccessiva fiducia nella generosità del proprio destino e se ne riparla l'anno prossimo. F-uvare e stringere in pugno il bandolo di una tattica sarà come rimettere ordine in un matassa caduta tra le zampe del gatto. Pantani, sempre titubante alla vigilia di far cantare i pedali (è un vezzo contratto in giovanissima età), dice che il Galibier è troppo lontano e che vuol evitare la figura del fesso fuggente e riacchiappato. La salita di Les deux Alpes è lunga otto chilometri: sufficienti o insufficienti per procurasi uno scudo che lo protegga dalla cronometro in attesa alle porte di Parigi? Ullrich che cede tutte le sue richezze e addirittura s'indebita sino al collo in otto chilometri di salita è il fratto d'un ottimismo galoppante; cosi come è di tipo onirico la speranza che il tedesco si autosgonfi sul Galibier senza, che nessuno gli causi il minimo disturbo. E allora ammettiamo che a disturbarlo sia Julich. Pantani che fa, gli va dietro? Data la posizione in classifica dell'americano e del grimpeur, Julich sarebbe onorato di accoglierlo presupponendo di mungergli le ruote. Julich stima se stesso più di quanto Caligola stimasse il suo cavallo. E se scappa Jalabert, cosa succede? Il francese è, in montagna, un seconda serie. Però lasciare libero di svignarsela un seconda serie collocato a 3'01" dalla maglia gialla, corrisponde a mettergli in mano l'asta per il salto di categoria. Al gioco delle tre montagne, chi sta peggio è Pantani che deve scegliere tra l'attacco da lontano e la carica finale, temendo di rischiare le gambe e la reputazione nel primo caso, e di guadagnare un infruttifero vantaggio nell'altro. Ci è consentita un'opinione? Poche storie: è il Galibier il terreno di Marco. Azzardi, si avventuri, spari. E' sul Galibier che deve isolare Ullrich, mettergli la tremarella. Non si preoccupi dei chilometri che lo separono dall'ultima salita, recupererà energie nel tratto iniziale della discesa. C'è un Tour in ballo, non il successo di tappa. Lo abbiamo visto Ullrich che s'arrampicava verso Beille cercando Rijs, Frattini, Totschnig, che s'erano schiodati. 11 corazziere targato 1997 penava a reggere il ritmo di Piepoli, oltre ai gregari aveva perso anche la bussola. Ullrich s'è dovuto sforzare per alleggerirsi dei quindici chili in più che si portava addosso all'av¬ vio di stagione. Gli abbia pure prescritto una fata del Reno la cura dimagrante, si dubita che il drastico tuffo in direzione peso forma non gli sia costato una considerevole dose di potenza. Il risultato del Plateau de Beille favorendo il dubbio incoraggia gli avversari. Ecco perché Pantani fantastica (forse: con lui non si sa mai) che possa bastargli l'impennata conclusiva. Ecco perché Julich, un ex aspirante a nulla convertitosi d'improvviso in aspirante a tutto, ha fretta di menare le gomme e Jalabert non si considera spacciato. E' un bel rebus la quindicesima tappa, che ci sussurra: e le alleanze? Vi siete dimenticati le alleanze. Diciamo che sebbene Ullrich stia sulle scatole a parecchia gente, la sua spocchiosa Telekom è ricca (in questo momento più ricca di soldi che di muscoli da montagna), ha già conquistato due Tour di seguito, ha un prestigioso salotto sulle poltrone del quale gradirebbero in molti accomodarsi. Aggiungiamo che Pantani e Piepoli, il nostro peso piuma d'altura in assetto di guerra, potrebbero simpatizzare e che Podenzana e Conti saranno le mosche cocchiere del grimpeur. A frenare un ciclopico sbadiglio, si presentano allo striscione di Grenoble sei corridori che intendono cimentarsi allo sprint. Il nostro Calcaterra, delle cui sgroppate si avvalse il Cipollini ante ritiro, punta alla vittoria. L'australiano O'Grady lo supera d'un dito. La giuria lo uncina e lo retrocede al sesto posto. Che ha combinato Giuseppe Calcaterra? Ha lavorato di gomito sulla linea di fuoco. Il gruppo arriva con un ritardo di dieci minuti e spiccioli. Gianni Ranieri OGGI 15M TAPPA CON 4 GPM 162 165,5 180 189 L' altimetria della seconda tappa con arrivo in salita, di km 189. L'ascesa finale misura km 8,8 con una pendenza media del 6,8%

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