Il Pirata delle Alpi
Il Pirata delle Alpi Tour: oggi via alle salite, c'è il Galibier Il Pirata delle Alpi Pantani, attacco a Ullrich GRENOBLE DAL NOSTRO INVIATO In quattro, tre nomi illustri e un americano trasformatosi da corista in primo tenore, si sfidano oggi nel tappone alpino del Tour. E' il giorno di Ullrich che deve difendere la maglia gialla; di Pantani che vuole soffiargli Parigi; di Jalabert che pur avendo tutta la Francia alleata, conta solo su se stesso per ribaltare lo sfavorevole pronostico. E' anche il giorno di Bobby Julich che a ventisette anni si decide a sfilarsi i guanti del maggiordomo e aspira a calzare quelli del padrone. Dovendo scegliere tra i quattro, l'illusione non esita: abbraccia Jalabert e lascia che Julich si diverta con i fiammiferi della speranza. Le montagne da scalare sono la Croix de Fer, 2067 metri a centoventi chilometri dal traguardo; il Galibier, 2645 metri, la vetta più alta del Tour, a quarantadue, e Les Deux Alpes che tendono a quota 1644 lo striscione. Pantani, affezionato alle perplessità specialmente se gli si chiedono certezze, non prende in considerazione la salita iniziale, dice che il Galibier è troppo lontano e sostiene che soltanto le ultime rampe sono degne delle sue attenzioni. Teme, il grirnpeur, che una fuga a lunga gittata lo costringa alla parte del fesso che si ficca in mente di volare e si ritrova col sedere sull'asfalto. Ullrich si augura che Pantani resti incollato a questo riduttivo programma. Julich è del parere che lui può permettersi d'infischiarsene di ciò che fanno gli altri. Americaneggia, e s'ingozza di spaghetti: sembra sia stata la dieta mediterranea a solleticargli le ali. Chi gliel'ha suggerita? L'esimio dottor Ferrari, un allievo del celebre professor Conconi. AGRENOBLE Successo di O'Grady Calcaterra punito A PAGINA 26 SAMARANCH «Un prodotto innocuo non può essere doping» diOrighi A PAGINA 28 MARCO «O il tedesco scoppia o lo faccio scoppiare» di Cerniti A PAGINA 29 Jalabert non si pronuncia, intende risparmiare il fiato. La salita alla quale Pantani affida il suo destino, è lunga poco più di otto chilometri. Per quanto le luci di Ullrich siano tremolanti e non spandano la luce che inondò il Tour '97, credere che sul Galibier si scuocia senza che nessuno gli accenda il fuoco sotto le ruote, o che dilapidi le sue fortune nello spazio di otto chilometri, ci sembra eccessivo. L'Ullrich del Plateau de Beille era una fallita imitazione del corazziere applaudito un anno fa, d'accordo. Ma pensarlo pronto per il coltello e la forchetta può favorire spiacevoli sorprese. Pantani ha lavorato alla perfezione sui Pirenei. Voleva cacciare nella testa del tedesco il tarlo della fifa. Ci è riuscito. Ullrich gli ha ceduto l'40", ma quel che maggiormente conta è che ha conosciuto che cosa sia, quali danni procuri la paura. Adesso è arrivato il momento del randello. Il grimpeur sotterri i dubbi, non tentenni e non rimandi: la sua montagna è il Galibier. E' li che deve isolare il tedesco, costringerlo a soffrire, levarsele dai pedali. Avrà una buona discesa, e Marco è un discesista di pregio, per riprendere vigore. Gianni Ranieri Per Marco Pantani è il momento della verità al Tour L'italiano (nella foto «sospinto» da un tifoso travestito da diavolo) va da oggi all'attacco di Ullrich sulle salite alpine sperando di soffiare la maglia gialla al corazziere tedesco Dopo tutti i problemi per le vicende del doping nella corsa a tappe francese torna in vetrina un tema puramente sportivo
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