Van Morrison cerca la pietra filosofale Tom Waits esplora l'America perdente

Van Morrison cerca la pietra filosofale Tom Waits esplora l'America perdente I DISCHI Van Morrison cerca la pietra filosofale Tom Waits esplora l'America perdente UNA bella estate per chi ama le antologie retrospettive, i personaggi inconsueti, le canzoni dove cuore non fa sempre rima con amore ma più spesso con dolore, i musicisti di razza che frequentano la poesia oltre i confini. Si può cominciare con The philosopher's stone (Exile, 2 ed). Titolo un po' altisonante, ma lo si giustifica se si fa riferimento alla cultura celtica che ha sempre respirato l'autore, Van Morrison. Un cofanetto di chicche, visto che contiene trenta brani o versioni di brani mai pubblicati. Materiale eccellente che spazia dal '71 all'88. Si tratta soprattutto di blues, di cui il musicista irlandese è una della massime espressioni «bianche». Chitarre, armoniche, tastiere alternano suoni più acustici ad altri con sonorità rhythm'n'blues, accompagnando ima voce che dipinge sulla musica con l'abilità di un De Chirico, giocando sulle immagini. Finale dedicato alla sua isola natale («High Spirits») con i meravigliosi Clneftains: un jig solo strumentale e travolgente, estroso. Dopo due ore e mezzo di blues. Ed è solo il primo volume. Restiamo in attesa di altre perle come queste. Altra voce inimitabile per quella sua carica dirompente, melodiosa nella sua sgradevolezza, I per quel senso di «maudit» che sa trasmettere. I Parliamo di Tom Waits, il cantore, in fondo ro¬ mantico, dell'America povera, emarginata, etilica e stracciona dei perdenti e dei poeti illusi. Un titolo che è un emblema, Beautiful maladies (Island, 1 ed), per 23 brani (2 dal vivo; 74 minuti totali) graffiami, sapidi, che arrivano a giocare con i toni del cabaret tedesco. Si trovano brani classici come «Clap Hands», «Time», «Hang On St. Christopher», «Temptation», «Jesus Gonna Be Here» (gran blues ruvido) e quella straordinaria, disperata, emozionante serenata rock che è «Downtown Train». Chi ama l'arte inconsueta non deve mancare questo disco che riassume una vita d'artista. Poi può continuare con colui che è conosciuto come il «re delle tenebre»: The Best Of Nick Cave & the Bad Seeds (Bmg, 2 ed). Un tempo inquietante, ma oggi ascoltiamo le sue canzoni durante «X-Files» o «Batman». Vent'anni di presenza sulle scene ( 15 per il suo gruppo), ma non sono tutti rappresentati in questa doppia raccolta. Riguarda soprattutto composizioni degli Anni 90, manca tutta la fase blues. Di gran spessore è il secondo ed con tutte esecuzioni dal vivo, registrato lo scorso anno alla Royal Albert Hall, con una rara esecuzione di «Stranger Than Kindess» Alessandro Rosa >saj

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