Alta tensione per le sfide digitali e le nozze allo sportello
Alta tensione per le sfide digitali e le nozze allo sportello NOMI E GLI AFFARI Alta tensione per le sfide digitali e le nozze allo sportello Secondo i bene informati, le chances di Rupert Murdoch di mettere finalmente piede sul suolo italiano attraverso la piattoforma digitale o l'accordo su Stream sono esigue. A meno che, rinunciando al credo di sempre, il re mondiale della tv non dia ordine al suo emissario, Bruce McWilliams, di accettare un ruolo di minoranza. Il che, però, metterebbe in serio imbarazzo sottosegretari come Vincenzo Vita, presidenti come Roberto Zaccaria e forse la stessa Telecom, che proprio su questa idiosincrasia dello «squalo» ad essere secondo puntano per tener fuori dai confini un personaggio che, per carattere e disponibilità finanziarie, potrebbe mangiarseli tutti in insalata. Non dimentichiamo che perfino un ti- Rupert Murdoch po come Silvio Berlusconi che ha una altissima opinione di sé stesso, non se l'è sentita di accettare Murdoch come partner in Mediaset. Ma Vincenzo Murdoch co- Vita me sempre gioca su più tavoli, se l'intesa con Telecom non si farà, chissà che non succeda qualcosa con Vittorio Cecchi Gori e la sua Telemontecarlo. E certo non sarà un lunedì semplice quello di oggi per il presidente di Telecom Gianmario Rossignolo. Il quale dovrà presiedere un consiglio di amministrazione che, mentre discute di piattaforma digitale e alleanze internazionali, si trova scodellate una superintesa tra Deutsche e France Telecom e una alleanza planetaria tra Michael Armstrong e Iain Vallance, grandi capi di At&T e British Telecom. All'ex raider zurighese, oggi consacrato grande finanziere, Martin Ebner, il ruolo di burattinaio piace sempre di più. Dopo aver spinto (con la minaccia di scalate) Maathias Cabiallavetta e Marcel Ospel a fondere Ubs e Sbs, aver pilotato Winterthur nelle braccia del Crédit Suisse ed aver trovato il tempo di mettere il naso anche negli affari della Pirelli di Marco Tronchetti Provera, ora ha convinto Fritz Gerber, presidente del gigante solitario Roche, a cedere alla Johnson i prodotti ortopedici, per concentrarsi nel corebusiness. Non pago, il dinamico Ebner giudica la Svizzera troppo stretta. Ha quindi puntato le sue fiches su Ilsbc, il megagruppo bancario britannico guidato da John Bond, e Silvio Berlusconi Tronchetti Provera intanto continua a guardare con attenzione all'Italia. Su quale banca porrà (se non li ha già posti) i suoi occhi? Le banche si preparano a una settimana ruggente. Oggi il consiglio della Barn presieduto da Piermaria Pacchioni dovrà esaminare la proposta avanzata dal Montepaschi, domani il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, chiederà agli azionisti un aumento di capitale per finanziare l'accordo con la Cariparma presieduta da Luciano Silingardi, mercoledì i soci Ina approveranno lo spin-off delle attività immobiliari. Dirà qualcosa il presidente Sergio Siglienti sulla questione Bnl? Sempre mercoledì Antonie Bernheim e Luigi Fausti presiederanno i comitati esecutivi di Generali e Comit. Si tornerà a parlare di gruppone con Bancaroma, sebbene su basi filosofiche diverse che rispettino le singole indipendenze? Chissà! Fonti del mercato assicurano che le mani forti che da qualche tempo, ad ogni buon conto, incettano titoli Comit e titoli dell'istituto guidato da Cesare Geronzi, sono quelle del Leone di Trieste. Toccherà poi agli azionisti dell'Imi e del San Paolo di Torino presieduto da Luigi Arcuti dire di sì alla fusione tra le due banche. Intanto è forte l'attesa per il sette agosto, quando l'assemblea della Nazionale del Lavoro dovrà (anche) eleggere il nuovo presidente. Tra le varie ipotesi per la poltrona di Mario Sarchielli, quella di farvi salire il vicepresidente Rodolfo Rinaldi, o uno dei consiglieri Giovanni Bazoli (Attilio Ventura? Luigi Abete?), dal momento che con la privatizzazione di autunno, il consiglio dell'istituto cambierà. Ma il Tesoro potrebbe anche decidere di chiamare per questa presidenza a tempo un professionista di alto livello, ad esempio Natalino Irti. Non è granché piaciuto ai soci della Popolare di Novara il fidanzamento con il Crederà annunciato dal presidente Siro Lombardini. Molti pensano, e non si può dar loro torto, che il padrone del Credito Emiliano Achille Maramotti sia un tipo troppo tosto per non aver mire espansionistiche, altri temo¬ no che l'accordo non riesca a superare la prova del piano strategico. Municipalizzate all'attacco. Sulla scia dell'Aem di Milano, la Acea di Roma guidata da Paolo Cuccia annuncia che sarà in Borsa nel giugno del '99. Anch'essa lasciando un saldo 51% nelle mani del Comune. A favorire il successo di queste finte privatizzazioni, il gran momento del settore energia che, in vista della liberalizzazione, è più che mai all'attacco. Come dimostra l'ingresso della Edison di Giulio Del Ninno nella distribuzione del gas, con l'acquisto della Adriatica Gas. Sulle orme del fratello Tonino, che ha quotato in Borsa Ittierre, Remo Perna, padrone del Gruppo tessile riunito di Monterotuni, spinge sulla distribuzione con una partnership con i tedeschi della Windhost. Vuole aumentare il fatturato per sbarcare a piazza Affari fra tre anni, con l'aiuto di Interbanca. Valeria Sacchi Rodolfo Rinaldi Rupert Murdoch Silvio Berlusconi Giovanni Bazoli Natalino Irti Siro Lombardini Tronchetti Provera Rodolfo Rinaldi
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