Due colossi alla conquista di Internet

Due colossi alla conquista di Internet In comune le loro attività internazionali, 18 mila miliardi d'investimenti Due colossi alla conquista di Internet Tic, fatta l'intesa British-At&t LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le incertezze sono durate poche ore: già ieri, l'indomani delle prime notizie fomite dal «Financial Times» e ancora accompagnate da doverosi punti interrogativi, l'inglese British Telecom e l'americana At&T hanno annunciato una grande joint-venture internazionale, con investimenti per 6 miliardi di sterline (quasi 18 mila miliardi di lire). Non sarà un matrimonio, in quanto entrambe le aziende manterranno una precisa identità e indipendenza nella loro attività in ambito nazionale, bensì una fusione di tutte - o quasi tutte - le loro attività internazionali; con l'aggiunta di nuove iniziative nel crescente mercato della fornitura di servizi alle aziende di telecomunicazioni e l'ambizione di diventare in breve l'azienda dominante nel settore dell'Internet. Separatamente Bt e At&T hanno anche annunciato un investimento di 1800 miliardi per l'acquisto di aziende americane nel settore dell'alta tecnologia. La nuova joint-venture, architettata in tempi brevissimi, non ha neppure un nome; ma potrebbe già essere operativa entro un anno, appena superato l'esame di tutti gli oi-gani di controllo antitrust (ma pare che non sussistano motivi d'incertezza). Avrà sede in una località ancora da scegliere sulla costa atlantica degli Stati Uniti e darà lavoro, su scala mondiale, a 5 mila persone. Il consiglio d'amministrazione rifletterà una presenza alla pari dei due giganti delle tic, che se fossero convolati a nozze anziché accontentarsi di fare un figlio sarebbero diventati la più grande famiglia mondiale nell'ambito delle telecomunicazioni (la At&T è seconda al mondo dopo la giapponese Ntt, la Bt è sesta). La presidenza della nuova joint-venture sarà assunta a turno dai due partner; ma toccherà per primo a Sir Iain Vallance, presidente della Bt, forse in ossequio a un'iniziativa che è stata essenzialmente britannica. Sebbene sulla carta sia di portata inferiore alla progettata fusione della Bt con l'americana Mei, un'operazione da 45 mila miliardi di lire sfumata l'anno scorso quando la WorldCom fece per la Mei un'offerta impossibile da rifiutare, la joint-venture fra Bt e At&T viene indicata dagli analisti della City come «più ambiziosa». La nuova impresa, che svilupperà una rete Internet in grado di sostenere la domanda globale di commercio elettronico, dovrebbe avere già dal primo anno un fatturato di 18 mila miliardi, pari cioè all'investimento; con una crescita del 15% annuo. Gli utili nel primo anno potrebbero già toccare i 1800 miliardi di lire, il 10% dell'investimento. Grande attesa, quindi, per il responso della Borsa. E' previsto, quando le contrattazioni riapriranno stamane a Londra, un brusco balzo soprattutto della Bt: bloccata dai regolatori britannici nel suo tentativo di entrare nel mercato della tv via ca¬ vo, la Bt cercava da tempo uno sbocco internazionale per poter competere nella «serie A» mondiale delle telecomunicazioni, caratterizzata da continue fusioni e alleanze per affrontare un mercato in crescita selvaggia. Sul canale transatlantico il traffico Internet raddoppia ogni anno e nel settembre dello scorso anno ha fatto l'atteso «sorpasso» del traffico in voce. La Bt, che non avendo più grande possibilità di espansione sul mercato interno ha sviluppato la sua presenza internazionale con partecipazioni di vario genere in 34 Paesi fra i quali l'Italia, era già protagonista di una joint-venture: la Concert, nata tre anni fa per fornire servizi globali alle società multinazionali. Presto ne avrà il controllo totale e la immetterà nella nuova società. E' a questo mercato che Bt e At&T pensano: chi vincerà la gara per fornire un sistema di telecomunicazioni alle 5 mila maggiori multinazionali avrà un primato difficile da scalfire. Sir Iain Vallance è più che ottimista: «Questa - ha detto ieri - è un'ottima notizia per i nostri clienti. Essi sanno che possiamo farcela e che ce la faremo. Collocandoci in prima linea nel mercato dell'informazione globale, saremo in grado di sviluppare al massimo il nostro fatturato e accrescere gli utili per i nostri azionisti». L'amministratore delegato della At&T, Michael Armstrong, vede la joint-venture come logica evoluzione della «strategia di crescita perseguita con vigore da gennaio»: «In due - ha detto - potremo fornire servizi integrati a respiro globale». [f. gal.,1 DUE GIGANTI A CONFRONTO BT (in miliardi di lire AT&T (in miliardi di lire) Fatturato . j R I % S | o ■ m i mm S

Persone citate: Iain Vallance, Mei, Michael Armstrong

Luoghi citati: Italia, Londra, Stati Uniti