Due anni, in coma per overdose
Due anni, in coma per overdose Firenze: lo stupefacente lasciato vicino alla bimba dalla donna e dal convivente, entrambi tossicodipendenti Due anni, in coma per overdose Ha bevuto metadone, denunciata la madre FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ha solo due anni ma è già caduta, ignara, nell'inferno della droga. E ora sta rischiando la vita. Jessica, una bambina di Casteldelbosco, frazione del comune di Montopoli, al confine tra le province di Firenze e Pisa, è ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale pediatrico Meyer. I medici le hanno diagnosticato una overdose di metadone. Martedì la madre della bambina (C. B. 24 anni), tossicodipendente come il padre che attualmente è ricoverato in cura in una comunità terapeutica (i due sono però da tempo separati), si è presentata al Sert di Pisa accompagnata dell'attuale convivente (D.S.D. 29 anni). Per ricevere la consueta dose di metadone, lo stupefacente usato nei programmi di disintossicazione per chi è dipendente dai derivati dell'oppio. In auto con la coppia c'era la bambina, accoccolata sul sedile posteriore. Pare che l'amico della madre, anziché ingerire lo stupefacente, lo abbia sputato in un contenitore senza farsene accorgere dagli operatori del Sert. Una prassi che, sostengono in Questura, alcuni tossicodipendenti in cura ai servizi sociali usano per poter, in un secondo tempo, spacciare il metadone sul mercato della droga. Il contenitore con lo stupefacente è stato appoggiato sul sedile posteriore dell'auto, accanto alla bambina. Una leggerezza imperdonabile. La bambina, incuriosita, senza che i due adulti si accorgessero di niente, lo avrebbe aperto bevendone il contenuto. Il metadone, infatti, si presenta con la consistenza di uno sciroppo e ha un dolce sapore di lampone. In realtà, nel caso di un bambino, può trasformarsi in un pericolosissimo veleno. Dopo aver bevuto il metadone la piccola è stata presa da fortissima nausea e vomito. Ma solo dopo alcune ore la madre preoccupata l'ha portata all'ospedale più vicino, che è quello di Fucecchio. Probabilmente la donna e il suo convivente non si sono resi conto subito di quanto stava accadendo a Jessica perché sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. I medici invece si sono subito resi conto della gravita dell'intossicazione e hanno preferito trasferire la bambina al Meyer di Firenze, specializzato in pediatria. Qui, in un lettino del reparto di terapia intensiva, la piccola è in co¬ ma da cinque giorni. «Si può parlare di attività cerebrale gravemente compromessa e di un elettroencefalogramma fortemente rallentato - ammettono i medici -, la situazione è quindi molto precaria e la prognosi riservata». Il cuoricino e le funzioni cerebrali di Jessica sono costantemente tenute sotto controllo, mentre solo con l'aiuto dei macchinari riesce a respirare. «Il metadone, usato con gli adul- ti sempre sotto stretto controllo medico - spiega il professor Nicola Monterisi, responsabile del dipartimento di emergenza e urgenza del Meyer - in un bambino può trasformarsi hi veleno, esaltando gli effetti provocati dalla sostanza sul metabolismo del corpo umano a cominciare da quello sedativo. E' come se un adulto prendesse un farmaco in misura superiore di dieci o venti volte alla dose norma¬ le. Difficile dire se la bambina riuscirà a sopravvivere e quali effetti potrà avere sul suo organismo il metadone: certamente ci saranno conseguenze molto forti a livello neurologico e di tossicità epatica». Inutile, nel caso di Jessica, anche l'uso del Narcan, una sostanza antagonista spesso somministrata nei casi di intossicazione da metadone. «Purtroppo - afferma il dottor Primo Botti, del reparto di tos¬ sicologia dell'ospedale di Careggi -, perché il Narcan abbia effetto occorre intervenire subito dopo che si è verificata l'ingestione. E non è questione di ore, bensì di minuti». In serata, dopo l'interrogatorio negli uffici della squadra mobile, la madre della bambina e l'uomo che vive con lei sono stati denunciati in stato di libertà: lesioni colpose e abbandono di minore i reati ipotizzati nei loro confronti. Intanto la notizia delle gravissime condizioni della piccola Jessica ha gettato nello sgomento l'intera frazione di Casteldelbosco, dove tutti conoscono la bambina e i problemi della sua famiglia. Ieri mattina, durante la messa domenicale nella chiesetta del paese, i fedeli hanno deciso di pregare collettivamente per la piccola nella convinzione che, ormai, solo un miracolo possa salvarla. Francesco Matteini Jessica tenuta in vita da una macchina I medici: «E' come se un adulto avesse preso un farmaco in una dose venti volte superiore alla normale Compromessa l'attività cerebrale» IL METADONE 1. E' uno stupefacente derivato da sintesi chimica, analogo dei derivati naturali dell'oppio. 2. Viene usato in terapia come analgesico potente e, nella disintossicazione degli eroinomani, per prevenire la crisi di astinenza. 3. E' un solido cristallino, ma per il consumo viene trasformato in uno sciroppo (metadone cloridrato) che ha gusto di lampone. 4. Il dosaggio massimo quotidiano, per un adulto, è stato indicato in 60 mg. ;:'::>S< i;kì:^Koi:f:-:v::S»: ! ll reparto di rianimazione dell'ospedale Meyer di Firenze specializzato in pediatria dov'è ricoverata la piccola Jessica
Persone citate: Francesco Matteini Jessica, Meyer, Nicola Monterisi, Primo Botti
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