Un feto con 4 genitori, e nessuno che lo vuole

Un feto con 4 genitori, e nessuno che lo vuole Una situazione tragica e paradossale provocata dalle carenze della legge sulle gravidanze surrogate Un feto con 4 genitori, e nessuno che lo vuole La coppia che affidò Vovulo a una madre per procura ora lo rifiuta LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTF E quel bambino, chi lo vuole? Doveva accadere, nel mondo della fertilizzazione in vitro e delle gravidanze surrogate, che alla fine qualche bambino non trovasse una famiglia, né quella naturale né quella biologica. E accade in Inghilterra, dove le leggi - per proteggere la gestante - non danno alcun diritto alla coppia che ha provveduto sperma e ovulo, ma neppure impone doveri. Come quello, appunto, di recuperare il figlio così appassionatamente voluto da affrontare il difficile (e costoso) iter della gravidanza per procura. Coinvolte in questa vicenda sono due coppie che improvvisamente scoprono di non avere più nulla in comune, neppure quel bambino che nascerà a dicembre. Claire Collier, 29 anni, e il suo compa¬ gno Tony Bradley non sanno più che fare. Lei procede con la gravidanza, perché non ha scelta. Ma da oltre un mese Mark Wallis e Tessa Duke, la coppia pei' la quale si erano prestati a «fare» un bambino, sono scomparsi. Non si fanno più né vedere né sentire. «E' ovvio - dice Claire - che non lo vogliono più». «Ma il bambino è loro - insiste il suo compagno. Noi abbiamo già cinque figli e la nostra famiglia è al completo, non possiamo allevarne un altro. Quando nascerà lo porterò di persona a quei due e lo lascerò davanti alla porta di casa, che gli piaccia o no». La legge dice che non può farlo, che il bambino è suo; al più, una volta dimostrata la reale paternità, potrà chiedere al padre biologico di pagare per il mantenimento del bambino. Le due coppie si erano conosciute attraverso un'agenzia, creata dalla donna che per prima in Inghilterra era stata madre surrogata. Una delle molte agenzie nate senza controlli, gestite senza leggi che ne regolino l'azione. Un'agenzia che, in un primo tempo, aveva deciso di lavarsi le mani dell'intera vicenda; e che soltanto in un secondo tempo, dopo l'inchiesta in cui il «News of the World» ha rivelato il caso, ha promesso di fornire un'assistente sociale. Nulla più. Tessa Duke aveva già un bambino di quattro anni, ma non poteva più averne per una grave infezione renale. «Mi sembrava logico aiutarla, se possibile», dice Claire Collier. E tutto parve, all'inizio, andare a gonfie vele. Le due coppie si visitavano reciprocamente, si telefonavano tutti i giorni. Insomma, i quattro divennero amici oltre che essere legati da un'intesa d'affari. La prima nube venne quando, dopo avere superato tutti gli esami di laboratorio, i genitori biologici si trovarono di fronte ai conti dell'ospedale (privato, naturalmente) e alle spese di gestione - letteralmente - della Collier. Costa caro, far figli per procura: in questo caso 14 mila sterline, tradotto in lire 42 milioni. «Oliando lo seppero rimasero senza parole - ricorda Claire -. Chiaramente pensavano che costasse tutto di meno. Per cercare di aiutarli, Tony ed io abbiamo deciso di ridurre del 25 per cento la parte che era destinata a noi». Evidentemente non è bastato. Più la gravidanza avanzava, più radi si facevano i contatti. Fino al rifiuto di rispondere persino al telefono. Quando i giornalisti inglesi sono andati a casa di Mark Wallis e Tessa Duke sono stati respinti in malo modo. «Andatevene e non tornate», ha gridato l'uomo. Si fa in fretta, quando il bambino non ha neppure la voce. [f. gal.] Il marito della donna incinta: non possiamo tenerlo, abbiamo già cinque figli

Persone citate: Claire Collier, Collier, Mark Wallis, Tessa Duke, Tony Bradley

Luoghi citati: Inghilterra, Londra