Chelsea nel mirino del folle di Andrea Di Robilant

Chelsea nel mirino del folle Chelsea nel mirino del folle Trovati ipiani del killer di Capitol Hill RETROSCENA UN ASSASSINO NEL PALAZZO WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE C'era anche Chelsea nel mirino di Russel Weston, l'autore della strage al Congresso americano? Il «Daily News» cita fonti della polizia secondo cui il nome della figlia del Presidente figura in una serie di lettere deliranti e piene di minacce. «Era un pazzo che farneticava a proposito del Presidente Clinton, di sua figlia, perfino di George Bush», ha dichiarato uno degli agenti che sta indagando sulla sparatoria in cui due guardie sono state uccise, una turista è rimasta ferita e lo stesso Weston è stato colpito almeno tre volte. Il pacco di lettere è stato trovato assieme al piccolo «arsenale» nel furgoncino rosso parcheggiato nei pressi del Campidoglio, il palazzo monumentale che ospita il Senato e la Camera dei rappresentanti. «C'erano manciate di pallottole e un'altra pistola calibro 38», ha aggiunto l'agente. E appunti in cui Weston parla di sé come «il Generale». Ora è guardato a vista nel suo lettino al D.C. Hospital. Le sue condizioni sono migliorate, da «critiche» a «serie». Le sue prospettive, una volta rimesso, sono buie: rischia la pena di morte per l'omicidio dei due agenti, John Gibson e Jacob Chestnut. Ma le lettere trovate nel furgoncino, e più in generale i suoi trascorsi, rafforzano l'ipotesi che possa evitare il patibolo per via del suo stato di salute mentale. John Broder, un giornalista del «New York Times», dice di aver visto un uomo che somigliava moltissimo a Weston lanciare improperi in direzione della Casa Bianca la mattina di venerdì scorso, circa sei ore prima della strage al Campidoglio. L'uomo si trovava nel parco di Lafayette, di fronte alla Casa Bianca. Si sbracciava, urlava e paragonava la famiglia Clinton a Hitler: «E' come la Germania nazista - pare urlasse Weston -. Milioni di persone moriranno a causa delle persone che avete messo in quella casa». A Valmeyer, il paesino in Illinois dove Bussel Weston nacque 41 anni fa, il padre ha chiesto scusa al Paese. E ha descritto suo figlio come uno schizofrenico con manie paranoiche. Nei giorni scorsi aveva detto al «Miami Herald» che quando suo figlio viveva ancora a casa aveva l'abitudine di uccidere i gatti che trovava nel vicinato. Questo particolare dei gatti ha colpito gli esperti che stanno cercando di tracciare un profilo psicologico di Weston. «L'uccisione di animali è un indicatore importante della propensione di un individuo a trasferire l'atto di violenza alle persone», spiega Harold Bursztajn, direttore del programma di psichiatria forense alla Harvard medicai school. Conferma William Reid, docente della stessa materia alla University of Texas: «E' un segnale molto preoccupante perché dimostra un'assoluta mancanza di empatia nei confronti dell'animale. E se la persona soffre anche di disturbi mentali, fatica a tenerli sotto controllo». Weston era stato schedato dal- l'Fbi ed era controllato a distanza. Ma a parte le sue frequenti dichiarazioni paranoiche a proposito del Presidente e del governo e la sua convinzione che la sua proprietà fosse stata minata da agenti segreti, il comportamento di Weston non era preoccupante al punto tale da farlo considerare un soggetto pericoloso: sembrava al massimo un balordo paranoico. Ora gli esperti dicono che se il padre di Weston avesse rivelato il «vizio» di suo figlio alle autorità forse la strage sarebbe stata evitata. Ma quale padre va a raccontare che suo figlio spara sui gatti? Andrea di Robilant

Luoghi citati: Germania, Illinois, Texas, Valmeyer, Washington