Clinton testimone davanti alla telecamera di Andrea Di Robilant

Clinton testimone davanti alla telecamera Per la Cnn, il procuratore ha ottenuto in cambio di non avere restrizioni nell'interrogatorio Clinton testimone davanti alla telecamera Starr accetterà le risposte registrate su un video WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il presidente Clinton è stato messo sotto scacco dall'ultima mossa del procuratore Kenneth Starr, assicurano molti giuristi. E dovrà far ricorso a tutta la sua abilità, la sua furbizia, le sue proverbiali doti «houdiniane» per tirarsi fuori da una situazione che a questo punto offre pochissime vie d'uscita. Il mandato di comparizione che il Presidente ha ricevuto la settimana scorsa ingiunge il Presidente di testimoniare nei prossimi giorni, forse addirittura oggi o domani, davanti ad un gran giurì federale. Vedremo la limousine di Clinton uscire dalla Casa Bianca e scivolare silenziosa fino alla corte, dove decine di altri testimoni sul caso Lewinsky hanno sfilato nei mesi scorsi? Quasi certamente, no. Clinton ha sempre detto che non testimonierà mai davanti al gran giurì come un qualsiasi cittadino perché non vuole creare un precedente che metterebbe in difficoltà futuri presidenti. C'è anche un motivo meno nobile, che la Casa Bianca non ama sottolineare: davanti a un gran giurì Clinton dovrebbe testimoniare senza l'assistenza dei suoi avvocati, un rischio che non intende correre. Esclusa l'ipotesi di una testimonianza diretta in corte, al Presidente rimangono due mosse possibili. La prima prevede un accordo con il procuratore Starr sui tempi e mo- di di un interrogatorio straordinario, che potrebbe avvenire per esempio alla Casa Bianca. Ieri, a tarda sera, la Cnn ha rivelato che un accordo è già stato raggiunto tra il procuratore e gli avvocati del presidente proprio su questa soluzione. Clinton, secondo la Cnn, registerà su video-cassetta la sua testimonianza; in cambio il procuratore non avrà restrizioni sulle domande da porre al testi.mone. Il portavoce Mike McCurry aveva poche ore prima confermato che le due parti erano in trattativa «per fare in modo che il gran giurì riceva le informazioni di cui ha bisogno». Una possibilità era che Clinton rispondesse per iscritto alle do¬ mande di Starr. L'altra, appunto, era che accettasse di essere interrogato dal procuratore e i suoi assistenti. La testimonianza verrà quindi filmata e poi mostrata al gran giurì. Se l'accordo è stato davvero raggiunto il procuratore Starr potrebbe allora ritirare il mandato di comparizione. La seconda mossa possibile, nel caso questa soluzione non si concretizzi, è l'attacco frontale: Clinton non risponde al mandato di comparizione, sostenendo che si tratta di un atto illegittimo. Effettivamente, non esiste giurisdizione su questa materia, e i giuristi americani sono divisi. La Corte Suprema sarebbe chiamata a pronunciarsi, e tutto verrebbe congelato per mesi. Questa mossa veniva considerata comunque poco probabile perché il partito democratico vi si oppone. A novembre .ci saranno importanti elezioni congressuali. I democratici contano di fare una bolla prova, ma temono che una battaglia costituzionale attorno alla vicenda Lewinsky faccia deragliare i loro piani. E per questo premono sul Presidente affinché testimoni al più presto. Clinton è ovviamente sensibile a questo ragionamento. Ma è anche sensibile ai rischi di un interrogatorio che a questo punto, se le rivelazioni della Cnn sono vere, non sarebbe più «protetto» come i suoi avvocati stavano cercando di ottenere da Starr. La disputa costituzionale permetterebbe appunto di rimandare l'interrogatorio e di guadagnare tempo. Andrea di Robilant Un giornalista vide l'uomo gridare insulti davanti alla Casa Bianca verso il Presidente sei ore prima della strage di venerdì Bill Clinton e il suo rivale il procuratore Starr

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