Quella voglia di torta con le candeline

Quella voglia di torta con le candeline IL PALAZZO Quella voglia di torta con le candeline ANTI auguri e una bella torta al leader che compie o compirà, prima o poi - gli anni. Francesco Cossiga, ad esempio, non ha saputo resistere alla dittatura dei media e ha speso le sue settanta candeline una decina di giorni in anticipo sul suo vero compleanno, che cade il 26 di luglio. E così, come nel cartone animato di Alice nel Paese delle Meraviglie, con tanto di ideale incoraggiamento della Lepre Marzolina - guarda guarda - e del Cappellaio Matto, l'ex presidente della Repubblica ha festeggiato il suo settantesimo «non-compleanno» posando cortesemente per i fotografi di Sette (fra cui Adriana Faranda) davanti a una grande torta con lo scudo crociato. Allegro e soddisfatto, è quindi comparso patinatissimo in pagina tra gli amici dell'Udr; con una mano sulla spalla di Cencelli; mentre impugna un pupazzo di Snoopy ; e infine nell'atto di tenere in braccio un altro peluche (verosimilmente un cangurino). Cossiga è un uomo di spirito e anche un politico accolto. A parte l'anticipazione anniversaristica che ha reso le foto di compleanno più vere di un vero compleanno, se ha accettato di inoltrarsi in un così consapevole processo di «auto-infantilizzazione» avrà senz'altro avuto le sue buone ragioni e forse anche un tornaconto. Ma questo non toglie nulla al fatto che non è il solo. E che oltre ai bambini, in Italia, sono ormai soprattutto i politici a farsi sempre più abbondantemente fotografare davanti a candeline e torte che riproducono simboli di panna, glassa e coloranti artificiali. Anche questo, forse, è un segno della più moderna e sintomatica confusione tra smanie di visibilità ed esigente di riservatezza che si rincorrono in un unico groviglio di sguardi, lusinghe ed eventualissimi profitti telegenici. Cosa è, dopo tutto, più personale di un compleanno? Mica è sempre stato così, e infatti fino a ieri non era neanche immaginabile questa co-produzione di genetliaci da parte dei media e dei singoli politici. Si celebravano, semmai, soltanto i 70 o gii 80 anni dei massimi dirigenti con plumbee articolesse, e sempre sul quotidiano di partito. La memoria più vana tramanda un articoletto sull'Umanità per l'onomastico di Pietro Longo, intitolato «Il Santo paga». Da quando è presidente, invece, in agosto Romano Prodi coglie l'occasione di festeggiare in una specie di festa dell'Ulivo sull'Appennino Emiliano, con Enzo Biagi (che anche lui compie gli anni) e una giornalista della Rai che l'intervistano. Chi vuole assistere paga 35 mila e così finanzia il movimento. Cori padani, polenta e torta con guerriero in un capannone di Cassano Magnago per Umberto Bossi, intorno al 19 settembre. Alla fine del mese è il turno di Berlusconi, e di solito tocca a Galliani far da maestro della cerimonia, con striscioni «Buon compleanno, presidente», adeguatamente ambientata in una scenografia milanista, lievemente fantozziana. Quasi dovunque si sfugge al discorso politico. Dovunque si battono le mani e si mangia. Storica la torta comunista per i 70 anni di Cossutta; discutibile, nella sua accentuazione contabile, quella dedicata a Ciampi, con grafico in discesa dell'inflazione. Provocatoria, durante la campagna del Mugello, quella in forma di Mercedes commissionata da Giuliano Ferrara per Tanticompleanno di Di Pietro. I giornali non perdono occasione, i politici li assecondano. C'era, un tempo, il culto della personalità; oggi c'è l'obbligo dell'auto-notorietà. Filippo Ceccarell

Luoghi citati: Cassano Magnago, Italia