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I Sindacati soddisfatti: rispettato lo spirito del luglio '93. Sparisce la suddivisione in livelli I Fatta l'intesa sul contratto che cambia orari e strutture ROMA. «Per i ministeri cambia un'epoca»: con enfasi e soddisfazione i sindacati hanno accolto la firma, nella notte fra sabato e domenica, dell'intesa per il contratto dei 280 mila ministeriali che dovrebbe spianare la via alla prossima intesa anche per i 70 mila dipendenti del parastato. Perché questa «svolta storica» evocata dai sindacati? C'è anzitutto la legittima soddisfazione per l'entità degli aumenti ottenuti: circa 124 mila lire a regime, suddivise in varie tranche, contro le iniziali 70 mila controfferte dall'Aran. Ma soprattutto il governo ha accolto la radicale revisione della struttura interna dei ministeri, reclamata dai sindacati, che si basava da vent'anni su nove livelli ora sostituiti da tre aree professionali. Con quest'opera di chiamento andranno perciò in soffitta le vecchie qualifiche funzionali e l'organizzazione del lavoro nella mastodontica macchina ministeriale diventerà più flessibile. Con benefi- svec- ciò, si spera, degli utenti come anche degli stessi addetti di cui saranno agevolati i passaggi interni e tra posizioni econoniche diverse. Ai dipendenti dell'area più elevata, corrispondente al settimo-nono livello, potranno essere conferiti adesso per motivi organizzativi compiti di elevata responsabilità. Con il conseguente pagamento di una specifica indennità di funzione che potrà essere revocata per mutate esigenze organizzative o per inosservanza delle direttive. Il terzo punto fondamentale dell'accordo contrattuale riguarda poi l'orario. Dalle 36 ore attuali si scenderà infatti alle fatidiche 35, in previsione del disegno di legge che il governo Prodi presenterà entro fine anno. La riduzione, a costo zero perché finanziata dai risparmi dei fondi di dotazione, non sarà tuttavia genera¬ lizzata, ma limitata ai lavoratori turnisti e a chi svolgerà nuovi servizi studiati per agevolare i cittadini. Fra questi, due sono le iniziative più rilevanti: il prolungamento degli sportelli per il pagamento delle imposte nei periodi di scadenza e orari più lunghi anche per i musei, con apertura serale. Infine, per la prima volta compare anche nel settore pubblico a livello delle singole amministrazioni la contrattazione decentrata. Le risorse disponibili per la retribuzione accessoria confluiranno in un fondo unico per ministero. Rinviata a settembre, invece, la definizione di altre questioni importanti: previdenza integrativa, introduzione del telelavoro e del lavoro interinale. Ma al fondo l'intesa raggiunta sui ministeriali ha per i sindacati un valore emblema¬ tico, in quanto riconferma la validità del metodo concertativo e della politica dei redditi, con due livelli contrattuali, in vista della ripresa settembrina delle trattative fra governo, imprenditori e Cgil-Cisl-Uil. Quindi, dopo le recenti incomprensioni con le centrali confederali e le minacce di sciopero generale lanciate da D'Antoni, questa disponibilità governativa rappresenta una positiva rassicurazione per i sindacati. Conferma Paolo Nerozzi (Fp-Cgil): «L'intesa è importante perché riafferma il principio degli accordi del luglio '93, con due livelli contrattuali. Ed è importante perché !a riduzione d'orario è collegata all'apertura di nuovi servizi agli utenti». Rincara Rino Tarelli (Fpi-Cisl): «L'accordo è il banco di prova della riforma amministrativa. L'organizzazione del lavoro sarà più flessibile e gli aumenti premieranno i più bravi». Infine, per Salvatore Bosco (TJil-Pa) è da considerare «importante che il secondo livello di contrattazione sia finanziato da un fondo apposito». All'intesa ha aderito anche il sindacato autonomo Cisal, mentre Ugl e Rappresentanze di base non hanno firmato l'intesa. In particolare l'Rdb critica l'entità degli aumenti e la «falsa» riduzione d'orario. All'opposto l'economista Renato Brunetta, vicino alle posizioni del Polo, sostiene che quest'accordo ha innescato «una bomba inflazionistica» perché gli altri dipendenti pubblici e privati non accetteranno aumenti di minore entità. Brunetta critica inoltre la riduzione a 35 ore dell'orario settimanale lamentando il fatto che già adesso i dipendenti pubblici ne lavorino un numero inferiore. [p. pat.) ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini Sopra, nella foto piccola, l'economista Renato Brunetta Brunetta-, innescata la bomba dei prezzi Ugl e rappresentanze di base dicono «no» TUTTI I CONTRATTI DA CHIUDERE [Principali accordi da rinnovare nell'industria e nei servizi] N. dlpendenti Interessatl* Scailenza CONTRATT SCADUTI 0 IN SCADENZA NEL 1998 • INDUSTRIA Meccanico . 1.500.000 dicembre 98 scade il secondo biennio Elettrici Enel 95.000 dicembre 98 scade il secondo biennio • SERVIZI VENOIBILI Poste 180.000 dicembre 97 scaduto il secondo biennio Credito 210.000 dicembre 97 scaduto il secondo biennio [siglato un accordo-quadro] Turismo 350.000 giugno 98 scade il secondo biennio Commercio 1.650.000 dicembre 98 scade il secondo biennio Autotrasporto merci 110.000 dicembre 98 scade il secondo biennio • PUBBLICO IMPIEGO Enti locali 640.000 Enti pubblici non econ. 65.000 Sanita 550.000 dicembre 97 scaduto il secondo biennio Scuola 1.100.000 Medici 100.000 CONTRATTI CON SCADENZE SUCCESSIVE AL 1998 • INDUSTRIA Alimentare 270.000 maggio 99 scade il secondo biennio Legno 210.000 giugno 99 scade il secondo biennio Edili 600.000 giugno 99 scade il secondo biennio Chimico 190.000 dicembre 99 scade il primo biennio [secondo quadriennio] Gomma, plastica 150.000 dicembre 99 scade il secondo biennio Tessili 500.000 dicembre 99 scade il secondo biennio Calzature 110.000 dicembre 99 scade il secondo biennio • SERVIZI VENOIBILI Ferrovie dello Stato 120.000 dicembre 99 scade i! quadriennio Pulizie 115.000 aprile 99 Autoferrotranvieri 100.000 dicembre 99 scadono sia parte econ. che normativa Telecomunicazioni 100.000 dicembre 99 scade il secondo biennio s" Stime in base alle unità di lavoro; dati Ragioneria Generale dello Stato perii pubblico impiego d

Persone citate: Brunetta, D'antoni, Franco Bassanini, Paolo Nerozzi, Renato Brunetta, Rino Tarelli, Salvatore Bosco

Luoghi citati: Roma