Statali all'affondo finale di Fr. Bu.

Statali all'affondo finale CONTRATTI Dell'Aringa ha presentato ai sindacati la bozza. Trattativa nella notte Statali all'affondo finale Ma l'Ugl: «No a chiusure affrettate» ROMA. Si cerca nella notte l'affondo finale per il rinnovo del contratto dei circa 280 mila ministeriali. La trattativa è ripresa ieri alle ore 21 dopo una giornata di confronti tra governo e sindacati. La proposta relativa agli aspetti economici, secondo quanto riferito dai rappresentanti di categoria, è ormai sostanzialmente definita: prevede un incremento retributivo medio (a regime) di poco più di 120.000 lire, che verranno corrisposte in più trancile. Al primo novembre '98 i lavoratori dovrebbero ricevere 41.000 lire medie di aumento prò capite (su stipendio e contingenza); altre 34.000 lire circa dovrebbero essere corrisposte il 1° giugno del '99. Per quanto riguarda il salario accessorio, ad aprile o maggio, è prevista l'erogazione di poco più di 24.000 lire e al 31 dicembre '99 di altre 15.000. A queste cifre vanno aggiunte altre 6000 lire di indennità di ministero. Resta ancora da definire poi la questione della perequazione delle cosiddette indennità di amministrazione. «Stiamo lavorando - ha detto il segretario generale della Fp-Cgil, Paolo Nerozzi - e ci sono tutte le condizioni per fare un buon contratto». I sindacati hanno suggerito alcuni «emendamenti» ai documenti presentati dal presidente dell'Aran, Carlo Dell'Aringa, soprattutto per la parte che riguarda la competenze per i livelli retributivi all'interno dell'area, e l'Agenzia dovrebbe proporre loro un nuovo testo. Intesa sempre più vicina, dunque? Certamente passi avanti se ne sono fatti, ma non tutti i nodi sono stati sciolti e molte ombre sono ancora da dissipare. Sul fronte sindacale esistono divergenze interne e si registrano irrigidimenti che non possono essere sottovalutati. Se infatti venerdì il governo (erano presenti alla riunione il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni e i ministri Bassanini, Ciampi, Treu) aveva garantito lo stanziamento nella prossima Finanziaria di una quota (lo 0,8 per cento, pari a circa 1600 miliardi) per il '991 destinare alla contrattazione integrativa, una doccia fredda sugi' niusiasmi del ministro della I oiizione Pubblica era venuta dal leader dell'Uil, Pietro Larizza, che aveva preso le distanze dagh altri due segretari generali, Cofferati (Cgil) e D Antoni (Ufi). «Ci sarà - aveva precisato Bassanini - il recupero dell'i: illazione programmata e un modesto incremento, per chi lo meriterà, a livello decentrato». Ed erano state snocciolate le cifre: confermato il 2,3% di aumento, previsto dal Dpef, sia per il 2000 che per l'anno successivo; per il '98 confermati gli stanziamenti (un migliaio di miliardi) previsti dalla precedente Finanziaria. Cifre che però erano state considerate inadeguate dalla Uil, contraria anche a un accordo «balneare»: i contratti - aveva detto Larizza - non si concludono mentre i lavoratori interessati sono in ferie. Ora però la Uil sembra aver ammorbidito la sua posizione rispetto al giorno prima anche se rimangono perplessità. «Saremmo pure disposti ad accettare queste quantità - ha detto il segretario generale della Uil-Pubblica amministrazione, Salvatore Bosco - a una condizione, e cioè che siano vincolanti anche per le categorie non contrattualizzate (magistrati, professori ordinari, ecc.). Non ci possono essere "figli e figliastri". Chiederemo al governo una dichiarazione esplicita in questo senso». Ma il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, precisa: «Sulle quantità economiche ancora non ci siamo. Le 120.000 lire di aumento dovrebbero escludere l'integrativo e non essere "tutto compreso"». Non solo. Il governo deve fare i conti anche con l'Ugl, scesa in campo ieri per sostenere che i contratti pubblici vanno chiusi senza fretta per non lasciare aperte importanti questioni. «Non riteniamo opportuna una affrettata conclusione della trattativa che avvenisse prima delle ferie estive - ha ripetuto Mauro Nobilia - poiché così rimarrebbero irrisolti problemi di assoluta importanza, sia per la categoria sia per la stessa amministrazione, [fr. bu.]

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