Fumagalli: il calo dei lassi darà nuova forza al listino di Valeria Sacchi
Fumagalli: il calo dei lassi darà nuova forza al listino SCOMMESSA D'AUTUNNO Fumagalli: il calo dei lassi darà nuova forza al listino MILANO ONOSTANTE l'ultima settimana di segno negativo, Ettore Fumagalli, presidente di Banconapoli Sim e amministratore delegato di Sofiban, ex presidente della Borsa e, oggi, uno dei grandi esperti italiani di risparmio gestito, non condivide l'allarme dei mercati. Osserva «Dopo sette, otto sedute consecutive molto buone, ne abbiamo avute tre negative. Nonostante questo, resto convinto che i flussi rimangano positivi». Però, su tutti i listini continuano a pesare le parole del presidente della Fed, e i timori legati alla crisi asiatica, non sembrano fatti facilmente superabili. «Riletto con più calma, il discorso di Greenspan non è poi così allarmistico, nel senso che non dice cose nuove, semplicemente cerca di trattenere gli operatori dal lanciarsi in sfre- nati entusiasmi. Del resto, la nostra consulente per il mercato statunitense non ci ha dato in questi giorni input negativi». Rimane tuttavia l'incognita Far East. «E' vero, e non resta che sperare che questo problema asiatico, che certamente non si esaurirà prima di tre anni, venga alla luce gradualmente. In modo che le economie più esposte, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Olanda e la Germania, possano assorbirne i contraccolpi per tappe». E Wall Street? «Gli Stati Uniti hanno tassi bas¬ si, hanno grandi capacità di recupero, tutto sommato Wall Street riesce a mantenere la rotea. Non credo che da lì possano arrivare grosse preoccupazioni. Non dimentichiamo che i giapponesi, che hanno le loro riserve in dollari, non possono mettersi a vendere dollari all'impazzata». E Piazza Affari? «Un anno fa ero di un ottimismo sparato. E difatti è arrivato il grande rialzo di gennaio-marzo, poi è seguito lo choc di aprile. Ma, oggi, continuiamo a mantenere livelli di affari doppi rispetto al passato, e il mercato è diventato selettivo. Segno che è un mercato di gestori, che guardano con attenzione ai singoli titoli». Non è più il mercato dei Borsini? «No. Non è più un mercato di privati che seguono l'onda, ma di professionisti che scelgono con maggiore attenzione». E' quindi meno dotato di liquidità? «Non direi. Tenuto conto che i nostri tassi dovranno comunque scendere e che quindi arriverà alla Borsa nuova liquidità, la ripresa di settembre dovrebbe essere positiva, soprattutto se agosto riuscirà a mantenere il passo. Anche se il quadro politico sembra essere più complicato». Il settore delle banche continua ad essere al centro dell'interesse. Non cominciano ad essere troppo alti i suoi valori? «In qualche caso i prezzi sono elevati, ma non dimentichiamo che è in atto una ristrutturazione, che ci saranno altre aggregazioni e perciò altre opportunità da cogliere». Se il listino manterrà un comportamento di equilibrio, i Borsini torneranno a Piazza Affari? «E' una vecchia storia. La cadu¬ ta di fine aprile li ha scoraggiati. Del resto molti avevano speculato sui derivati, soprattutto sul Fib, e hanno dovuto vendere per chiudere le posizioni. Ma se agosto resta buono, li vedremo tornare in autunno. Naturalmente a comperare ai massimi, come è il loro destino di sempre. Anche se va detta una cosa. Da un paio d'anni, cioè da quando è iniziata la discesa dei tassi, la Borsa italiana finalmente è progressivamente diventata un fatto di interesse collettivo. E ormai indietro non si torna». Vale a dire? «Le stime parlano di un milione e 800 mila miliardi di risparmio gestito per l'anno 2002, contro il miliardo attuale. Oggi la raccolta dei fondi è a 600 mila miliardi contro i 140 mila di due anni fa. I numeri dicono che la Borsa ha ancora frecce al suo arco». Valeria Sacchi Ettore Fumagalli
Persone citate: Ettore Fumagalli, Fumagalli, Greenspan
Luoghi citati: Germania, Gran Bretagna, Milano, Olanda, Stati Uniti
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