La banda dei sassi colpisce ancora

La banda dei sassi colpisce ancora Oltre 100 agenti per i controlli del fine settimana. Gli inquirenti: chi sa chiami il 113 La banda dei sassi colpisce ancora Mantova, sfiorato un operaio su un 'auto in sosta MANTOVA. Fino alle 23 di venerdì, l'unica preoccupazione di Gianluca Renzi, 22 anni, e del suo amico Claudio Faginali, sul rettilineo che da Quaderni porta a Valeggio, era di sfuggire alla calura opprimente, tropicale. Poi, sull'altra corsia, ecco avvicinarsi a velocità sostenuta un'auto «probabilmente scura e dai fanali rettangolari». Era quella della Banda dei Sassi, che ha lanciato una pietra verso la Tipo, guidata dall'operaio di Roverbella. Ha colpito lo specchietto, per poi rimbalzare sul finestrino laterale: «E per fortuna che, nonostante il caldo, non lo avevo aperto completamente, o a quest'ora non sarei qui a raccontarlo». Renzi è solo l'ultima vittima di un gruppetto di folli che, da sabato 18 luglio, imperversa tra la provincia di Mantova e quella di Brescia, prendendo di mira le auto che passano di notte, su strade molto trafficate: hanno iniziato con quattro vetture e ferendo tre persone; tre giorni dopo altri quattro bersagli, altri quattro feriti. Giovedì il camionista Marco De Vincenzi ha denunciato un lancio avvenuto addirittura forse giovedì 16: «Inizialmente ho pensato ad un fatto accidentale, solo leggendo i giornali ho capito cosa mi era capitato». Una progressione inquietante, che ha fatto scattare inevitabili episodi di emulazione anche a Genova, a Manerbio, a Ferrara, e qualche probabile caso di psicosi, come quello denunciato ieri mattina ai carabinieri di Casalmaggiore: un'ambulanza sarebbe stata colpita alle 7 del mattino, nei pressi di San Giovanni in Croce, con la conseguente rottura della coppa dell'olio, ma, secondo gli inquirenti, in realtà si sarebbe trattato di un semplice incidente, non un'aggressione voluta e senza gravi conseguenze. Per il procuratore capo di Mantova Mario Luberto, «preoccupato ed arrabbiato», la Banda dei Sassi è formata presumibilmente da giovani tra i 20 e i 30 anni, che agiscono in branco, aizzati forse da una donna, e quasi certamente in preda a sostanze stupefacenti, «Lsd ed ecstasy, miscelate ad alcol». L'auto, secondo un testimone e le descrizioni non sempre precise delle vittime, è quasi sicuramente una berlina, forse una Volvo. Ma il procuratore capo non esclude «che possano operare con almeno due macchine: la prima agisce da battistrada, per individuare il bersaglio ed abbagliarlo, mentre dalla seconda viene scagliato il sasso». E mentre Luberto già ipotizza il reato di strage, con una pena minima per i colpevoli di 15 anni, la polizia mantovana è impegnata in un'azione combinata con i colleghi bresciani, con circa 100 uomini destinati al controllo ed alla prevenzione, «perché fino ad oggi siamo stati fortunati, non vorremmo proprio che ci scappasse il morto», ha detto il vice questore Pompilio Perrone che ha nuovamente invitato chi possa fornire elementi utili a telefo- nare al 113: «Accettiamo anche segnalazioni anonime, purché chi sa parli». Le indagini ripartono da zero. Sembrerebbe estraneo ai fatti il giovane bloccato con dei sassi in auto a metà settimana nella zona di Castiglione delle Stiviere. «Erano per la mia fidanzata che fa collezione di pietre», è stata la giustificazione del giovane, di 30 anni, fermato dai carabinieri di Castiglione delle Stiviere nella notte tra mercoledì e giovedì scorso con i sassi nel bagagliaio della sua «Peugeot» berlina a quattro porte. Gli inquirenti hanno sequestrato i sassi che saranno ora comparati con i due recuperati all'interno di due vetture colpite sulla statale Goitese nei giorni scorsi. Il giovane, residente nel Bresciano, lavora in un'industria dell'Alto Mantovano. Così, se per il sostituto procuratore Giulio Tamburini «trovare questa gente in flagranza, mentre getta i sassi, è quasi impossibile. Occorre puntare su un lavoro di intelligence», il vice questore e il capo della squadra mobile, Rossi, hanno ammesso le difficoltà delle indagini: «Non bisogna dimenticare che la Banda dei sassi non agisce in un luogo preciso, come può essere un cavalcavia, identificabile e quindi controllabile. Qui si tratta di battere chilometri e chilometri di strada, basandosi solo sulle nostre ipotesi, che nascono da un'analisi scientifica comparata delle impressioni registrate dalle vittime». Come cercare un ago in un pagliaio. Anna Talò L'autostrada nei pressi di Manerbio dove sono stati lanciati altri sassi