Tappeto rosso per il traditore Banani di Franco Pantarelli

Tappeto rosso per il traditore Banani Nel '96 giocò la Cia alleandosi con Saddam e consegnandogli gli agenti Usa Tappeto rosso per il traditore Banani Invitato a Washington il discusso leader curdo NEW YORK NOSTRO SERVIZIO C'è un nuovo amico, o meglio un amico ritrovato, per Washington in Iraq. E' quel Massoud Barzani, leader di una parte dei curdi, che esattamente due anni fa fu indicato dalla Cia come il «traditore» che aveva fatto fallire l'operazione contro Saddam Hussein, uno dei fiaschi più clamorosi dei servizi segreti americani comunemente paragonato a quello classico della Baia dei Porci. Il «risentimento» americano nei suoi confronti è a quanto pare svaluto, tanto che Barzani è atteso quanto prima a Washington per contatti «ad alto bvello», racconta il «New York Times», e per tentare la creazione di un'alleanza con il suo rivale di sempre, Jalal Tahbani, nel superiore interesse di opporre un fronte curdo unito a Saddam Hussein. La ragione del «perdono» accordato a Barzani gli uomini della Cia la spiegano in questo modo: il suo repentino cambio di fronte nel 1996 fu soltanto una «mossa tattica temporanea», dovuta alle vicende interne della lotta politica curda, e l'alleanza che lui allora strinse con Saddam Hussein «non fu mai permanente». E poi, nonostante tutto è meglio tenerselo come amico per «dare un importante segnale a Baghdad». Saddam, dicono ancora alla Cia, «è un gangster e noi voghamo dimostrargli che la sua banda non controlla tutte le strade del quartiere». Ma in che consistette il «tradimento» di Barzani di due anni fa? Alla fine della Guerra del Golfo, nel 1991, il suo grande vincitore George Bush si ritrova sotto accusa per avere in pratica «risparmiato» Saddam Hussein, fermando il generale Schwarzkopf che, pronto a prendere Baghdad, insiste per la «soluzione Annibale», cioè quella che prevede la distruzione di tutte le forze nemiche. Bush ribatte che il tiranno ira- cheno deve cadere «democraticamente», non in seguito all'occupazione militare americana, e incarica la Cia della bisogna. Gli agenti si attivano e creano il «Congresso nazionale iracheno», un fronte cui aderiscono sia il partito di Barzani che quello di Talibani. I due si odiano e gli uomini della Cia lo sanno, ma siccome dipendono entrambi dai loro soldi, sperano che questo sia sufficiente a tenerli uniti. Si sbagbano. Con una mossa tanto disinvolta quanto inaspettata, nell'agosto 1996 Barzani stringe un patto con Saddam Hussein, «apre» la parte di territorio che controlla ai carri armati iracheni e quelb hanno così modo di «prendere» la città di Irbil, controllata dalle forze di Talibani. Ma Irbil, che poi passerà sotto il controllo di Barzani come «premio» da parte di Saddam, è anche il centro delle attività che la Cia sta conducendo in loco e pullula di agenti americani. Con l'arrivo degli iracheni, fuggono tutti in Turchia, lasciando al loro destmo le centinaia di «collaboratori locali» che avevano reclutato: per loro, l'autorizzazione a varcare il confine turco non c'è. Che si sappia, vengono sterminati quasi tutti e quei pochi che riescono a fuggire compaiono qualche tempo dopo nell'isola di Guam, da cui riescono a raggiungere la California. Si aspettano ima sorta di «premio fedeltà» e invece vengono imprigionati con una motivazione che il capo della Cia James Woolsey, nel frattempo sostituito, definisce «sovietica», nel senso che la motivazione non c'è. Franco Pantarelli Il perdono è nato dalla speranza di creare un fronte unito anti Iraq Il leader di una delle fazioni curde Massoud Barzani E' di nuovo considerato un alleato degli americani