«Bill Clinton, si presenti in tribunale»

«Bill Clinton, si presenti in tribunale» E' la prima volta nella storia americana. Gli avvocati trattano: Starr venga alla Casa Bianca «Bill Clinton, si presenti in tribunale» Ordine di comparizione per testimoniare sul Sexygate WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il presidente Clinton ha ricevuto un mandato di comparizione per il caso Lewinsky da parte del procuratore Kenneth Starr, e i suoi avvocati stanno negoziando luogo, tempi e modalità della sua storica testimonianza. E' la prima volta che un Presidente americano in carica riceve un mandato di comparizione in un procedimento penale e c'è ancora qualche dubbio sulla costituzionalità dell'azione. Ma dopo sei mesi di muro contro muro le due parti sembrano finalmente disposte a trovare una soluzione per accomodare questo interrogatorio. E avviare a conclusione una vicenda che ha pesato come nessun'altra su questo Presidente e il suo governo. Clinton continua ad insistere che non testimonierà davanti ad un gran giurì in tribunale perché non vuole creare un precedente che rischia di esporre futuri presidenti. Ma è chiaro che il suo rifiuto punta anche a sfruttare i vantaggi di una testimonianza più «protetta». E a quanto pare gli avvocati del Presidente, guidati da David Rendali, hanno ottenuto che l'interrogatorio venga fatto alla Casa Bianca, in loro presenza. La trattativa tra Clinton e il procuratore Starr, che era praticamente morta nei mesi scorsi, si è improvvisamente ravvivata circa una settimana fa, quando Starr ha informato la Casa Bianca che «stava per» spiccare un mandato di comparizione per il Presidente. A quel punto gli avvocati di Clinton, anche su pressione del partito democratico, hanno deciso non solo di riprendere il negoziato ma di accelerarlo per cercare di risolvere la questione definitivamente. Perché è chiaro che in assenza di una testimonianza del Presidente la vicenda rischiava di trascinarsi ancora a lungo, con conseguenze politiche imprevedibili. A quanto pare la trattativa è adesso a buon punto: Clinton sarà interrogato sotto giuramento da Starr e dai suoi procuratori. Testo e filmato dell'interrogatorio saranno poi consegnati al gran giurì che siede alla corte federale e che ha ascoltato le altre testimonianze relative al caso. Ma il negoziato non è concluso e si discute sui dettagli: Clin¬ ton vuole delimitare con chiarezza il «tracciato» dell'interrogatorio. Non ha intenzione di entrare nei particolari della sua relazione con Monica Lewinsky. E pare che voglia limitarsi a rispondere a domande relative all'accusa di subornazione, cioè all'accusa di aver incoraggiato l'ex stagista e altri a mentire sotto giuramento. Al di là dei contenuti dell'interrogatorio, la formula che sta negoziando con Starr gli permetterà di avere i suoi avvocati presenti nella stanza, pronti ad intervenire per proteggere il loro cliente qualora il procuratore uscisse dal «tracciato». In una normale comparizione davanti al gran giurì, non avrebbe avuto questo privilegio. La notizia dell'imminente mandato ha ovviamente accelerato la trattativa. Ma alla Casa Bianca si era ormai diffusa la convinzione che il Presidente non aveva più bisogno di chiudersi a riccio, che i tempi erano maturi per affrontare un interrogatorio. «Ritengo che la fine di tutta questa vicenda sia ormai vicina», dice Lanny Davis, ex legale della Casa Bianca ancora molto vicino al clan dei Clinton. «E' arrivato il momento per il Presidente di farsi avanti». Anche perché Kendall e i suoi colleghi sono in contatto con gli avvocati degli altri testimoni della Casa Bianca che hanno già parlato. Per cui diventa più facile affrontare le domande di Starr senza commettere passi falsi e senza essere contraddetto da successive testimonianze. Con questo interrogatorio per molti versi storico l'indagine di Starr sembra davvero avviarsi verso la conclusione. Rimane un possibile mandato di comparizione nei confronti di Monica Lewinsky - ma a parte questo la fase istruttoria è agli sgoccioli. E tra poco, entro la fine dell'estate, Starr deciderà se incriminare l'ex stagista (per spergiuro) e/o mandare il suo rapporto al Congresso per un'eventuale messa sotto accusa (impeachment) del Presidente. In questa accelerazione del caso Lewinsky non va sottovalutata la pressione del partito democratico. Questo è un anno di importanti elezioni congressuali. I democratici sono convinti di poter fare una bella prova. I più ottimisti sperano addirittura di strappare la maggioranza ai repubblicani almeno alla Camera. E non vogliono che lo scandalo si trascini fino all'autunno e rovini i loro piani per le elezioni di novembre. [a. d. r.] Il Presidente vuole anche escludere dall'interrogatorio domande sulla relazione con Monica I suoi legali avranno la facoltà di aiutarlo mentre davanti al gran giurì sarebbe stato solo Bill Clinton e (a destra) I Presidente abbracciato a Monica Lewinsky vicenda rischiancora a lungoze politiche imA quanto paadesso a buonsarà interrogmento da Starcuratori. Testl'interrogatoriconsegnati al gde alla corte fascoltato le altrelative al casMa il negoziso e si discute Bill Clinton e (a destra) I Presidente abbracciato a Monica Lewinsky Qui sopra il procuratore speciale Kenneth Starr e nella foto piccola a centro pagina la proprietaria del Washington Post, Katharine Graham

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