Eltsin caccia il capo del Kgb

Eltsin caccia il capo del Kgb Forse è la risposta a un complotto per estromettere il Presidente Eltsin caccia il capo del Kgb Al suo posto, un fedelissimo di zar Boris MOSCA NOSTRO SERVIZIO Il licenziamento di un capo dell'ex Kgb fa sempre nascere delle inquietudini a Mosca. Soprattutto quando avviene in maniera così improvvisa e violenta come è capitato ieri a Nikolaj Kovaljov, da due anni alla guida del Servizio federale per la sicurezza (Fsb), erede della polizia politica più famosa del mondo. L'imprevedibile Boris Eltsin l'ha cacciato ieri con un decreto firmato nella sua residenza estiva, senza dare spiegazioni. Per tutta la giornata di sabato erano circolate voci su nuovi hcenziamenti e nomine nel governo. A lanciarle era stato lo stesso zar Boris che ieri ha ricevuto nella sua villa a Shujskaja Chupa, vicino al confine con la Finlandia, il premier Serghej Kirienko. L'agenda ufficiale dell'incontro doveva essere dedicata a problemi economici, come il prestito ottenuto dal Fondo monetario internazionale e alcuni decreti presidenziali destinati a introdurre nuove misure anticrisi. Ma il Presidente russo ha subito sollevato quella che nel linguaggio formale del Cremlino si chiama «la questione dei quadri». Ha annunciato ai giornalisti presenti che ci saranno licenziamenti, rifiutandosi però di fare nomi: «Lo saprete dal mio ufficio stampa, sarà più corretto nei confronti dei diretti interessati». E poi ha aggiunto: «Spesso mi chiedete perché licenzio questo o quello, è una brava persona. Ma io possiedo molte più informazioni, so come lavora ognuno, ogni giorno, su ogni crimine scoperto o no. So tutto, e queste conoscenze a un certo punto rendono la cosa insopportabile». Subito dopo questa misteriosa dichiarazione tutti i media russi hanno cercato di saperne di più. Ultimamente i piani di un rimpasto del governo erano nell'aria, e fonti informate indicavano tra le vittime più probabili il vicepremier Boris Nemtsov, ex pupillo di Eltsin, che dovrebbe essere sostituito dall'attuale ministro degli Esteri Evgheny Primakov. Infine, a tarda sera, l'annuncio, che ha rovesciato tutti i pronostici. Seguito da un'altra notizia non meno clamorosa: al posto di Kovaljov arriverà Vladimir Putin, attualmente primo viceresponsabile dell'amministrazione di Eltsin. Quarantasei anni, agente del Kgb in Germania negli Anni 70-80, con la perestrojka era diventato deputato nella natia Pietroburgo. Era stato portato al Cremlino da Anatolij Chubais per occuparsi di politica regionale. In altre parole, il generale di carriera Kovaljov viene ora sostituito da un commissario di Eltsin. Con un Presidente malato e sempre più debole, molti tendono a leggere la nomina di Putin proprio in questa chiave. Ieri Eltsin è apparso davanti alle telecamere per la prima volta da quando, una settimana fa, si è ritirato nella sua residenza a Shujskaja Chupa. Una settimana di silenzio che ha subito fatto nascere le tradizionali voci su un malore del Presidente. E anche altri pettegolezzi ancora più preoccupanti. Da qualche settimana infatti attorno alla poltrona di Boris Eltsin si è aperta una sorda lotta di potere. Da qualche setti- mana Mosca non parla che di complotti che mirano a costringere Eltsin ad abdicare o almeno a cedere una parte dei suoi immensi poteri costituzionali. Una situazione in cui la fedeltà dei servizi segreti potrebbe risultare cruciale. Forse era questo che il Presidente voleva dire con l'allusione ai «crimini scoperti o no» di Kovaljov. Ma ci sarebbe anche un'altra ipotesi: alla corte bizantina di zar Boris indagare su un reato - e l'Fsb si occupa solo di quelli più gravi, inclusa la corruzione ai vertici del potere - potrebbe essere pericoloso. Anna Zafesova Nikolaj Kovaljov, ex capo dei Servizi

Luoghi citati: Finlandia, Germania, Mosca, Pietroburgo