Coppie di fatto, Marini scrive a tutti i vescovi di R. I.

Coppie di fatto, Marini scrive a tutti i vescovi Le polemiche con Avvenire sui gay Coppie di fatto, Marini scrive a tutti i vescovi «Mi riferivo alle unioni uomo-donna parlando di famiglie non formalizzate» ROMA. Nel tormentato dibattito sulla famiglia (matrimonio, unione di fatto e coppie gay) Franco Marini sente «il dovere di fare chiarezza» e invia il documento approvato dal consiglio nazionale ai vescovi italiani. La discussione nasce dalla proposta di riconoscere e formalizzare le coppie di fatto, gay compresi. In molti Comuni si sta discutendo; Pisa, Firenze e Voghera hanno annunciato di voler adottare il registro delle unioni civili mentre l'amministrazione comunale di Latina legalizzerà le coppie di fatto. Nella controversa questione c'è chi si preoccupa del risvolto economico: riconoscendo le coppie di fatto si aggraveranno i costi per la società civile? Secondo Paolo Lucchese, responsabile degli affari sociali del Ccd, il welfare italiano destina per la maternità e la famiglia lo 0,1 e lo 0,8 del Pil, contro una media europea del 2,1 per cento. Sarebbe utile capire se la formalizzazione ridurrebbe ulteriormente il già scarso, contributo oppure se provocherebbe un utile quanto improbabile aumento della quota a favore di tutti. Ma il dibattito si fa acceso anche dal punto di vista dei principi. Ieri è intervenuto il segretario del Ppi Marini, annunciando di aver inviato ai vescovi un documento del consiglio nazionale in cui si puntualizza la centralità della famiglia fondata sul matrimonio. Si attenua" così la polemica con «Avvenire» e l'ipotesi di un presunto scontro con i vescovi creata da una interpretazione «inesatta» della linea politica del Ppi. «Non mi piacciono le posizio¬ ni oltranziste - ha spiegato Marini - avevo detto di stare attenti alle situazioni delle famiglie "non formalizzate", ma naturali, formate da un uomo e una donna. E ribadisco che anche con chi ha posizioni diverse i cristiani devono avere umana comprensione». L'iniziativa è stata apprezzata da mons. Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta e presidente della commissione Cei per la famiglia il quale ribadisce che «è importante non avere come obiettivo l'equiparazione delle famiglie di fatto al modello di famiglia disegnato dall'art. 29 della Costituzione, ma cercare forme che consentano alla società di difendere i diritti individuali, in primo luogo quello dei figli nati dalle coppie di fatto, senza equiparare queste situazioni alla famiglia». La famiglia garantita dalla Costituzione per mons. Anfossi dovrebbe godere di un «favor juris», mentre a volte, «paradossalmente, le coppie di fatto sommano una serie di vantaggi alla non assunzione di responsabilità di fronte alla società». E, a proposito di responsabilità, ecco che dalla Gran Bretagna, arriva una curiosa novità. Sta per essere avviata una campagna per rafforzare il vincolo del matrimonio (abolendo, per esempio le nozze lampo con cui è possibile regolarizzare un vincolo in sole 24 ore) e per responsabilizzare maggiormente i genitori. L'ultima idea è di istituire il battesimo laico. I genitori, sposati o no, prometteranno solennemente all'ufficio anagrafe: «Ci prenderemo cura del bambino, lo proteggeremo e nutriremo e ci adopereremo perché non gli venga fatto alcun male». Che sia una formula magica? [r. i.]

Persone citate: Anfossi, Franco Marini, Giuseppe Anfossi, Paolo Lucchese

Luoghi citati: Aosta, Firenze, Gran Bretagna, Latina, Pisa, Roma, Voghera