«E' stato lui a uccidere Simeone »

«E' stato lui a uccidere Simeone » La donna, che aveva sempre difeso il marito, è crollata davanti agli investigatori: «Ecco ciò che accadde quella sera» «E' stato lui a uccidere Simeone » Figlio e moglie cancellano l'alibi dell'arrestato ROMA. Una notte ancora di interrogatori e crolla l'alibi di Vincenzo F. Anche la moglie Bruna, dopo il figlio maggiore e quello piccolo, lo accusano. A questo punto la situazione si fa gravissima per il pescatore di Ostia, 59 anni, accusato di aver violentato e ucciso il piccolo Simeone. Tanto che il procuratore di Roma, Salvatore Vecchione, prende carta e penna e scrive un trionfale dispaccio. «Si comunica che l'ulteriore attività di indagine svolta da questo ufficio nelle ore successive all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip di Roma ha decisamente confermato gli elementi di reità a carico di F. Vincenzo». Per la verità, il procuratore Vecchione scrive il cognome dell'indagato per esteso. Ma siccome c'è di mezzo un figlio undicenne, è buona norma non riportarlo. E il senatore Athos De Luca, Verdi, polemizza: «E' gravissimo che sia proprio la procura a infrangere la riservatezza, obbligatoria quando si tratta di un caso che vede coinvolti i minori». Prosegue il comunicato: «In particolare, puntuali dichiarazioni rese, anche in sede di confronto, al pm Pietro Saviotti nel corso di questa notte, hanno consentito di escludere la veridicità di un alibi proposto da F. Vincenzo, secondo cui egli sarebbe stato costantemente in compagnia della moglie durante il pomeriggio e tutta la serata del 19 luglio, giorno del delitto». Vecchione conclude ringraziando la squadra mobile per la «elevata professionalità» e un «encomiabile senso di riservatezza». E' ufficiale, insomma. La moglie di Vincenzo è crollata nel corso della notte. Prima da sola, poi davanti al figlio trentacinquenne, ha raccontato di aver fornito un alibi falso al marito. Non è vero che cenarono al capanno di Fiumara Grande. Rientrarono a casa in quattro molto presto, tra le 18 e le 19. Nel frattempo, all'appartamento del settimo piano era arrivato anche Simeone per giocare con l'amichetto. Poi i maschi di casa uscirono. Erano circa le 20,30. Il resto del racconto si deve a Claudio F. Scese in cortile con il padre e con i due bambini. Tutti insieme si avviarono verso la pineta. Ma Claudio restò indietro, forse turbato da quanto sapeva o immaginava. Comunque era ben lontano dal capanno maledetto quando sentì un urlo. E poi vide correre via, stravolti, padre e fratellino. Qui il racconto si fa confuso e gli stessi investigatori non ne sono ancora venuti a capo. Perché Claudio è rimasto nei paraggi della pineta? Un senso di colpa? Non è chiaro nemmeno cosa accadde dopo la tragedia. Sembra che i tre siano tornati a casa, salvo poi uscire di nuovo il padre e il figlio grande. Claudio F. ha guadagnato rapidamente la casupola di Fiu¬ mara Grande e lì l'hanno poi trovato, qualche ora dopo, quando i familiari di Simeone cercavano il bambino disperso. Sul conto di Claudio F., comunque, non c'è alcuna accusa. Resta un testimone dei fatti. E anche prezioso perché ha sempre collaborato con il magistrato fin dal primo momento. «L'inchiesta è praticamente conclusa», è l'unico commento, anonimo, che rilasciano gli investigatori. Ma di interrogatori, pare, continuano a farne. Claudio e sua madre Bruna hanno lasciato Fiumara Grande per un alloggio segreto. Anche i genitori di Simeone sono andati in commissariato, per essere poi portati via con un'auto civetta. [fra. gri.] ■ Ancora interrogatori ma per gli inquirenti non ci sarebbero altre persone coinvolte / | SEI GB®KM! PER LA SVOLTA Lunedì u All'alba Simeone 2m 1 Nardacci, 8 ansi ni, viene trovato morto in una baracca nella pineta di Proco io a Ostia; E' omicidio, Simeone si sarebbe sottratto ad un gioco erotico tra bambini. Un bambino di 11 anni si autoaccusa del delitto Viene interrogato Vincenzo E, padre dell'undicenne. Il pm Saviotti lo inda¬ ga per omicidio e ne dispone il fermo dopo che il figlio aveva cambiato versione: «Mio padre era presente quando ho colpito Simeone. Poi io sono scappato e lui è rimasto il». Claudio F. 35 anni, figlio maggiore di Vincenzo, scagiona il padre: «Mio padre non c'entra. Non so perché mio fratello ha dotto quelle cose». A piazzale Clodia arriva la madre di Simeone e dell'undicenne, Bruna F., per essere ascoltata dal pm Saviotti Il Presidente dei Tribunale dei Minori puntualizza che nel «'96 il Tribunale dispose una vigilanza sul bambino ai 1 Tanni»,ammettendo però che le indagini sulle denunce di abusi dei figli di Vincenzo F. contro il padre, dall'87 in poi, «non portarono a nulla di cerio» Il gip interroga Vincenzo F. e convalida il fermo anche per l'accusa di vio¬ lenza sessuale e lesione, oltre che per omicidio. Claudio F. ritratta: «Papà ha ucciso Simeone». Ascoltata dagli inguirenti, uriche la moglie di vincenzo fi, Bruna, non scagiona più il marito Sabato luglio La Procura afferma che l'attività d'indagine su Vincenzo F. ha consentito «di escludere la veridicità dell'alibi proposto secondo cui sarebbe stato costantemente in compagnia della moglie durante il giorno del delitto». Resta da chiarire la posizione del figlio

Luoghi citati: Fiumara, Ostia, Roma