«Sul traghetto non salgono»

«Sul traghetto non salgono» «Sul traghetto non salgono» Lampedusa, respinti 92 nordafricani dopo gli incidenti dei giorni scorsi LAMPEDUSA. Un'altra giornata movimentata a Lampedusa conferma, se ve ne fosse bisogno, che l'emergenza immigrati non, cala di tono. Le storie dei clandestini si intrecciano con montagne di fax e linee telefoniche intasate tra ministeri, ambasciate, Regione, prefettura, questura, Comune. Il sole con le sue sferzate bollenti stordisce i clandestini sul molo di Lampedusa in attesa di partire e nell'hangar dove è stato improvvisato un centro di accoglienza. Sarà il caldo opprimente che supera i 40 gradi, lo scirocco che dal vicino Sahara si porta dietro granelli di sabbia e polvere che si appiccica sulla pelle, ma tutto rischia di apparire un brutto sogno destinato a ripetersi. Una specie di incubo mediterraneo pieno di luce e di colori. All'alba altri 92 marocchini sono stati fermati dai carabinieri poco dopo esser sbarcati da un battello di una dozzina di metri. Lo sbarco è avvenuto a Cala Galera, una delle baie più belle di Lampedusa dove i Borboni tenevano una piccola prigione per i detenuti più pericolosi, quelli che avrebbero dovuto patire più degli altri. Il comandante del traghetto della Siremar «Paolo Veronese» sempre ieri mattina si è rifiutato di accogliere a bordo i 92 marocchini perché i carabinieri e l'ufficiale sanitario non avevano perfezionato l'iter previsto (comunicazioni scritte, visite mediche eseguite) E con ogni probabilità è stato ben lieto di opporre questo rifiuto. Le frequenti traduzioni di clandestini verso Porto Empedocle e da qui ad Agrigento sono chiassose e i passeggeri vengono disturbati. Giorni fa, prima della partenza del traghetto, sul molo vi sono stati dei tafferugli. Così, nel pomeriggio due «G-222» dell'Aeronautica militare fatti decollare da Pisa sono atterrati a Lampedusa e hanno trasportato a Catania i marocchini, molti dei quali subito trasferiti nel centro di accoglienza appena aperto a Caltanissetta. Da dodici giorni altri 142 extracomunitari non hanno biancheria di ricambio. Sono quasi tutti tunisini, trattenuti nell'hangar infuocato dal sole. Aggrappati alla retf di recinzione i maghrebini guardano con curiosità e timore quel che accade. Il gran movimento che c'è stato per i 92 marocchini appena arrivati li ha allarmati. Sanno già che in base alla legge Napolitano-Turco, potranno evitare l'espulsione se entro 30 giorni dal loro fermo non ne sarà stata accertata ufficialmente la nazionalità. Dopo di che potranno forse dirigersi senza grandi ostacoli verso le località in cui progettavano di trasferirsi. Soprattutto Germania, Francia e Gran Bretagna. Solo ima minima parte conta infatti di restare in Italia. Intanto a Pozzallo 12 egiziani, un pakistano, un iracheno e un profugo del Bangladesh dopo mi giorno e una notte hanno smesso uno sciopero della fame cominciato per esser lasciati liberi di andarsene dal centro di accoglienza dove sono controllati. Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Borboni, Napolitano, Paolo Veronese