Dilaga la macchia gialla del doping di Giovanni Cerruti

Dilaga la macchia gialla del doping Tour sempre più nella bufera tra perquisizioni, fermi e arresti: e ieri i corridori che Dilaga la macchia gialla del doping Arrestati il ds e il medico della squadra Tvm LE CAP D'AGDE DAL NOSTRO INVIATO C'è il Pirata seduto per terra, le gambe incrociate come un bonzo in meditazione, immobile. La bicicletta è sull'asfalto di Tarascon, come tutte le altre. Non parte il «peloton», cioè il gruppo. Corridori in rivolta e Jaja Jalabert diventa il loro capataz. «Non pedaliamo più e questa è la fine del Tour. Ci trattate come bestie, ma adesso basta!». Non si capisce quale sia il soggetto: la magistratura francese che indaga, la polizia che interroga e arresta, l'organizzazione del Tour che sbanda a ogni curva, i giornalisti che raccontano queste delizie? Jaja, dice, ce l'ha con tutto il mondo e il «peloton» pure. Per oltre due ore tutti giù per terra, come il Pirata. E poi tutti in silenzio, un silenzio tra il surreale e il comico, con i corridori che improvvisamente non salutano cronisti che conoscono da anni e le solite eccezioni davanti alle tv. «Non parlo, non parliamo più». Si potrebbe ricordare al battagliero «peloton» che tanto hanno già parlato i loro colleghi della Festina, altrimenti ieri mattina mica li avrebbero rilasciati uno dopo l'altro: «Sì, prendevamo l'epo». Ma al capataz Jalabert queste ammissioni non interessano, non fanno parte della corsa più bella del mondo. Sono altre storie, affari penali, e qui c'è un Tour ancora da combattere, ci sono le tappe di montagna, c'è la corsa. «Per i giornali questo Tour è solo cronaca nera» dice dai microfoni di Radio Corsa. Colpa dei giornalisti? In un caso Jalabert ha ragione, il caso che li ha mandati fuori giri. L'altra sera una troupe di France 2-3 l'ha combinata grossa. Nell'albergo a Palmiere stavano intervistando il medico Massimo Testa. Domande generiche e poi il colpo ad effetto. Dottore, conosce il medicinale tale e il tal altro? Testa risponde di sì, dice che sono medicinali da usare con cautela nel caso di infrazioni alle gmocchia. Oplà, il telegiornalista Oliviert Galzy tira fuori un sacchetto: «Dentro ci sono le medicine proibite, l'abbiamo trovato nella spazzatura del vostro albergo di Paul». Le medicine, vitamina B12 e corticosteroide, sono lecite. Ma la tv non l'ha detto, ovvio, sarebbe mancato lo spettacolino ad effetto. «E' un'aggressione!» ha protestato Serge Parsani, il direttore sportivo della Asics. Telecamere che vanno a ravanare nella spazzatura non s'erano ancora viste, al Tour. Molte squadre hanno chiesto e ottenuto (almeno a parole) la cacciata del giornalista Galzy. «E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» ammetterà Jean-Marie Leblanc, direttore del Tour. Forse di gocce ce ne sono altre, come le analisi su sangue e urine dei corridori, che cominceranno nelle prossime ore. Forse una goccia è pure Monsieur Leblanc. Il «non ci sentiamo tutelati!» del Capataz è tutto per lui. France 2-3 è stata comunque castigata da Daniele Tarsi, medico italiano della francese Casinò: «Mi seguivano da giorni, allora sono salito in camera, mi sono preso un bel purgante, ho fatto quello che dovevo in un sacchetto e poi sono andato a gettarlo nel bidone della spazzatura con fare misterioso. Si sono precipitati con le telecamere, eccitati». C'era un biglietto d'accompagnamento: «E' tutta per voi, stronzi!». Questa è l'aria che tira, al Tour '98. E da ieri nessuno si stupirebbe se la proposta del quotidiano Le Monde, di interrompere il Tour, diventasse realtà. Si stupirebbero i francesi, magari, che continuano ad aspettare il «peloton» in ogni paesino, entusiasti, appassionati, guai a chi glielo tocca il loro Tour. Ma c'è la maledetta cronaca nera che non vuole abbandonare la corsa. L'epo che ossigena il sangue e aumenta la potenza muscolare per la legge francese è una droga. E non è colpa dei giornalisti se i nove corridori della Festina hanno la¬ sciato le celle di sicurezza della gendarmeria di Lione solo dopo aver confessato. Li hanno sottoposti all'esame del capello. Impossibile negare. «Per quattro ore ho resistito, ma ero sempre più accerchiato e alla fine sono crollato dirà lo svizzero Armin Meier -. Sì, prendevo l'epo da due anni. Ma perché se la sono presa solo con noi e non con altri?». E di chi è la colpa se l'altro giorno a Palmiere, nelle borse della Tvm, sono state trovate «sostanze dopanti e mascheranti»? La Tvm, squadra olandese, è ancora in corea. Monsieur Leblanc ha preferito sorvolare sulla questione, ieri non era proprio giornata, ci mancava l'espulsione di un'altra squadra e il Capataz chissà cosa avrebbe combinato. Ma è una situazione identica al caso Festina, tanto è vero che il direttore sportivo delle Tvm, Cees Priem, e il medico sociale Andrei Mihailov sono agli arresti. Dice il giudice Philippe Lemoine: «Stesse cause, stesse conseguenze». Leblanc prende tempo, espulsione al rallentatore e una notte che sarà passata in contatti con direttori sportivi e corridori. Questa mattina, prima della partenza da Frontignan La Peyrade, riunione tra la delegazione guidata da Jalabert, con un rappresentante di ogni squadra, e l'Organizzazione. E' consigliabile, prima, un'attenta lettura dei giornali francesi. A ogni giorno, la sua pena. Quella di ieri era per Pascal Hervé, maglia rosa al Giro d'Italia 1996, francese della Festina (ancora!). Sospettato, nientemeno, di essere il mandante di tre furti di epo, con scasso, all'ospedale di Poitiers. U corridore ricettatore. Caro Pirata seduto giù per terra, quando finiranno le meditazioni? Giovanni Cerruti l a e ri ] Jtfii

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