Dell'Utri: adesso ho paura

Dell'Utri: adesso ho paura INTERVISTA LA RISPOSTA Dell'Utri: adesso ho paura isama nauti tv SMILANO OLO adesso comincio a preoccuparmi, ad aver paura. Non so più che cosa fare... prenderò dei provvedimenti.. Che Dio ce la mandi buona». Marcello Dell'Utri, l'ex presidente di Publitalia imputato a Palermo di concorso esterno in associazione mafiosa, è un siciliano che anche nei momenti per lui più difficili preferisce alle invettive i ragionamenti. Così la sua reazione all'intervista pubblicata dalla «Stampa» a Filippo Alberto Rapisarda, l'ex amico diventato teste chiave della Procura a Palermo, il conterraneo che ora l'accusa di aver riciclato con la Fininvest i soldi di Cosa nostra, non si limita a ricordare la lunga fedina penale del finanziere. Solo un calunniatore? Nel passato di Rapisarda, nei suoi legami c'è forse, secondo Dell'Utri, la chiave di ciò che sta avvenendo in queste ore. E non a caso il dirigente del Biscione che affrontò il carcere per l'inchiesta di Torino sui fondi neri di Publitalia senza pietismi e affronta il processo di Palermo senza lanciare contumelie ai magistrati appare per la prima volta seriamente preoccupato. Rapisarda sostiene che è stato lei a chiederle di ritrattare ciò che aveva testimoniato ai pm palermitani. Come replica? «Rapisarda è noto per essere un grande rivoltatore di frittate: ciò che lui ci ha detto, adesso sostiene che sono stato io a farlo. Ebbene, non so se l'ha notato, su tutto ciò che ha detto finora non porta un solo testimone. Non uno solo. Già questo è inquietante. Invece io ho i testimoni. A cominciare dall'avvocato Gamberale...». Cosa avvenne in quell'incontro nello studio di Gamberale? «Nel mese di maggio Gamberale, che è uno dei miei legali, mi chiamò dicendo che doveva parlarmi. In quel periodo, del resto, andavo spesso da lui perché cura l'aspetto fiscale delle mie cause. Nel suo studio, però, senza preavviso, quel giorno trovai il signor Rapisarda il quale mi chiese di parlare con "Silvio", in modo da aggiustare tutto. No, non mi chiese altro». Rapisarda parla anche di un altro incontro a Roma in cui alcuni parlamentari di Forza Italia lo avrebbero spinto a trovare un accordo con lei. «Tipico di Rapisarda. Già nell'estate '96, subito dopo aver reso a Palermo le prime dichiarazioni contro di me, mi disse: "Ali, scusami sai, ma tu hai detto che ero un mitomane". A parte che non credo che se uno dice che è un mitomane l'altro risponde sparando, in ogni caso lui sostenne che aveva dovuto dire quelle cose altrimenti lo avrebbero arrestato. Non lo ha detto solo a me. L'ha ripe- tuto, nell'aula del processo della Venchi Unica, all'ingegner Marcello Caronna, un dirigente di Publitalia che è stato un suo dipendente ai tempi in cui anch'io lavorali, vo per lui. E infine in una cena a Roma in cui erano presenti due onorevoli di Fi, Matacena e Rivelli, il professor Demetrio De Luca della Pontificia Università Lateranense, Maria Pia La Malfa, moglie di mio fratello Alberto e un'altra signora». Insomma, mentre lui non ha testimoni lei ne avrebbe molti. Ma chi è allora Rapisarda? «Chi è Rapisarda, non devo dirlo io, lo dicono le sentenze a suo carico. Fino a oggi credevo fossero 58 ma invece siamo già quota 60: l'ultima condanna recentissima è dello scorso aprile. Inoltre la sua finanziaria la Findar, Finanziaria di Alberto Rapisarda, rischia il fallimento. Lui è un calunniatore di professione, ha calunniato giudici, fior di professionisti come il professor Mario Casella che è stato da lui accusato e naturalmente assolto; i curatori fallimentari, altri professori. Ho qui un lungo elenco. Non c'è una sola volta che non sia stato condannato. E' di un'abilità demoniaca, tutti crucili che lo conoscono possono testimoniarlo. Io di testunoni ne ho e ne arriveranno tanti altri, professionisti illustri e suoi dipendenti». Ma perché accusa proprio lei? Qua! è il suo obiettivo? «Intanto, accusando Berlusconi e me, si sta qualificando presso un'altra parte politica. E dall'altra, come lui stesso ci aveva detto, è costretto perché altrimenti veniva inguaiato lui, per le sue pendenze anche in atto...». Solo calunniatore? Torniamo al suo racconto. E' vero che ha ospitato nel '93-'94 nel suo pa- lazzo un club di Forza Italia? E non lo avreste neanche pagato. «(Altra falsità. Lui ha un palazzo tra l'altro tutto abusivo, andrà nei guai, perché ha sfondato il sotterraneo di non so quanti metri... Dicevo: nel suo palazzo ha uno spazio libero perché lui non ha una vera attività da imprenditore. Fa l'intraprenditore, è uno che si arrangia. Allora avendo dello spazio libero, quando nacque Forza Italia, ci vide la grande occasione di ospitare un club. Lo fece lui, nessuno glielo ha mai chiesto. E poi con quella fedina penale non poteva né fare il presidente del club né associarsi a Fi». Veniamo alle accuse più gravi. Secondo Rapisarda in quel palazzo venivano dei personaggi mafiosi a trovare lei, Dell'Utri. «Falso. Andavano da lui e lui invece dice che venivano da me». Quindi sarebbe lui il mafioso? «Ma certo, mafioso o comunque amico dei mafiosi, è lui. Nell'82-'83 in un'intervista mentre era latitante a Parigi dichiarò che aveva avuto dei soldi da persone pericolose, che doveva restituirli e che temeva per la sua vita». Invece adesso dice che due boss, ora scomparsi, Teresi e Bontade le avrebbero dato 30 miliardi da riciclare. Li ha mai incontrati? «Mai. E' lui che li conosce. Vede, lui è stato nove anni in galera e ha conosciuto tantissimi personaggi. Mi raccontava che aveva incontrato molti dei personaggi di cui oggi fa i nomi. L'unica cosa vera è che quando lui era latitante in Venezuela e io ero rimasto amministratore della Bresciano costruzioni cercò di vendere la branch siriana dell'azienda ai Caruana-Cuntrera. Ma il commissario giudiziale mi disse di denunciarlo perché non poteva vendere, essendo solo un azionista. Lì nasce il suo odio per me, ma io non potevo fare altrimenti. Quanto al viaggio a Parigi, è vero che ci sono andato. Lui era latitante, soffriva, piangeva. Mi chiese di fare il contratto per affittargli un residence. E io lo feci». Si rende conto che è un reato? E si rende conto che personaggi i a quentava? «E' vaio, l'ho fatto per amicizia. Quanto alle mie frequentazioni non mi pento di nulla, certo allora ero più aperto, la vita mi ha insegnato a stare più attento». Ma se dietro a Rapisarda ci sono simili personaggi e interessi non ha paura? «Le dico la verità: anch'io comincio a temere per me e per il futuro di questo Paese». Chiara Berla di Argentine «E' lui il mafioso Un gran rivoltatore di frittate, un calunniatore di professione, ma non ha testimoni» pBerlusconi, quando aveva già un piede ulla scaletta del suo aereo, s'è infuriato per questa inerpretazione e ha mandato a dire di essere disponibile a rispondere alle domande del ,giudice che ha chiesto l'incriminazione del super- li parlamentare di Forza Italia Marcello Dell'Utri p(presidente erdella potentisszione naziona3000 miliardi le lotterie e proal mondo di ctelevisione). Sela, nessun privdel 25 per centaccusata di av(secondo la prMadrid il grurebbe 1*80 per Dell'Utisamtuto, nell'auVenchi UnicaCaronna, un che è stato tempili, vo perna apresFiprLU«E' lui ilUn grandi frittaun caludi profenon ha li parlamentare di Forza Italia Marcello Dell'Utri

Luoghi citati: Palermo, Parigi, Roma, Torino, Venezuela