Decreto-ponte per gli straordinari di Gian Carlo Fossi

Decreto-ponte per gli straordinari Sarà una proroga a termine. Primo incontro sugli accordi del luglio '93: il confronto slitta a settembre Decreto-ponte per gli straordinari E il sindacato si spacca sullo sciopero generale ROMA. In un clima torrido non solo per il caldo incombente (c'è perfino una minaccia di sciopero generale che spacca i sindacati), il Consiglio dei ministri approva questa mattina un decreto-ponte che proroga di due mesi il vecchio regime degli straordinari, scaduto il 20 luglio. Insieme al provvedimento d'urgenza verrebbe presentato al Parlamento un disegno di legge che dovrebbe recepire l'accordo raggiunto lo scorso novembre tra Confindustria e sindacati sull'orario normale a 40 ore e gli straordinari. Comunque, spiega il ministro del Lavoro Treu, la «proroga a termine» rappresenta il minimo necessario per arrivare alla ripresa dei lavori autunnali senza mettere le imprese in condizioni di incertezza. Infatti, in questa fase di inattività parlamentare, «un decreto con un contributo di merito sarebbe ingestibile dal punto di vista parlamentare: successivamente, invece, entreremo nel merito». In tal modo, sottolinea il ministro dell'Industria Bersani, il nodo degli straordinari viene risolto dal governo con-gradualità «senza elementi traumatici e appesantimenti burocratici per le aziende». Così, data la ristrettezza dei tempi, il presidente della Confindustria Fossa dà il suo «placet» alla soluzione-tampone, mentre Cgil-Cisl-Uil non nascondono il loro malcontento ed esortano il governo a dimostrare maggiore rispetto della concertazione. E da Rifondazione comunista arriva un'immediata bocciatura insieme al preannuncio di un voto contrario. D'altra parte la concertazione in crisi, pure alla luce dell'ultima sortita di Treu sugli straordinari, è stata al centro del match triangolare governo-sindacati-Confmdustria avviato ieri per la verifica dell'accordo del 23 luglio '93 sulla politica dei redditi e il costo del lavoro. La concertazione, sostengono i sindacati, va rafforzata insieme alla politica dei redditi e al modello contrattuale su due livelli che l'ha resa possibile. «Non basta - afferma il leader della Cisl D'Antoni - proclamare a parole l'importanza della concertazione. Ci vogliono i fatti concreti». L'intesa di luglio, spiega il segretario generale della Uil Larizza, deve essere rivista e migliorata, ma non messa in discussione. Il modello della politica dei redditi, insiste il leader della Cgil Cofferati, va confermato e potenziato: «Bisogna, quindi, affrontare subito alcune questioni di merito e di prova: la definizione delle norme sugli straordinari e il rinnovo dei contratti del settore pubblico». Fossa, dal canto suo, sottolinea la necessità che la rinegoziazione dell'accordo di luglio avvenga in tempi rapidi e tenendo presenti le novità, in particolare sul fronte internazionale, per la competitività delle imprese. Dopo due ore di dibattito il confronto è stato aggiornato ai primi di settembre con una scaletta, già fissata: al primo punto la concertazione, al secondo gli assetti contrattuali, al terzo la rappresentanza sindacale e l'estensione erga òmnes dei contratti di lavoro. «I tempi precisa il ministro Treu - saranno stretti per non arrivare a ridosso della stagione contrattuale, che dovrebbe cominciare a fine settembre con la trattativa per i metalmeccanici». Subito dopo, i tre leader sindacali hanno tenuto una conferenza stampa ed è lì che è esplosa la spaccatura tra Cisl e Cgil sull'opportunità di uno sciopero generale a settembre. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Cofferati boccia senza appello l'ipotesi dello sciopero generale lanciata da D'Antoni nell'intervista ad un quotidiano: «E' un errore agitare astrattamente il tema di uno sciopero generale scisso da una valutazione di merito sui singoli problemi. E' sbagliato e controproducente». D'Antoni replica immediatamente: «Ciascuno può avere le proprie idee, ma la mia proposta di sciopero non è certo scissa dal merito dei problemi, anzi è strettamente legata al merito perché di problemi ce ne sono a iosa. Lo sciopero dovrà esserci anche se verranno risolte le questioni degli straordinari e dei contratti pubblici». Larizza interviene per mediare: «Ogni percorso dovrà essere deciso unitariamente. Certo è che nel mese di settembre si concentreranno problemi uno più grave dell'altro e che attendono risposte. Se non ci saranno risposte convincenti, dovremo cambiare linguaggio e cominciare a parlare di lotta». Gian Carlo Fossi UN MONDO DI ORARI contrattuale KmJ3j^| ^ST^T^U ■MildBricti ftBBBOBloBa^Baaa«BHiMMfoir BBS S&L L JfflJBl [ITALIA ^^^^ 36-40 M 48 j

Persone citate: Bersani, Cofferati, D'antoni, Larizza, Treu

Luoghi citati: Italia, Roma