UN MITO TRAMONTA
UN MITO TRAMONTA PRIMA PAGINA UN MITO TRAMONTA ma e li rimanda in albergo dopo dodici ore di spremitura. Ma i poliziotti, i giudici, non lo sanno che il Tour è il Tour? Che non c'è forse in Francia una creatura più amata, che sulle strade della Grande Avventura si batterono Coppi e Bartali, Robic e Bobet, Merckx e Gimondi? Si rendono conto questi spietati cacciatori di frode, che vennero qui a cantare le vette dell'Izoard e del Tourmalet Sartre e Simenon, e piansero di commozione davanti alla Maglia gialla la Piaf, Delon e la Greco? Se ne infischiano. E pestano duro: fuori la verità o finite in galera. Il ministro dello Sport e della Gioventù signora Marie-George Buffet e addirittura il primo ministro Jospin e il presidente Chirac hanno puntato il dito: chiarezza, vogliamo chiarezza, la Francia non può permettersi di affiancare alla sua egemone nazionale di calcio un ciclismo appestato. Ti amiamo vecchio Tour, ci stai nel cuore da quando eravamo bambini, ma troppo grossa l'hanno combinata i tuoi combattenti, come facciamo a salvarti. I combattenti appiedati e inquisiti Virenque, Zùlle, Dufaux e annessi gregari si costituiscono parte civile. «Siamo vittime - dicono -, vittime di una macchina perversa che ci ha tolto il lavoro e ci ha spezzato l'animo. Ci eravamo preparati così bene, ci apettavano Parigi, i Campi Elisi e siamo qui in questura». II pubblico del Tour, la gente che affolla le montagne, che trascorre la notte nelle tende perché il domani sarà un do mani da segnare nel taccuino della vita, questo vasto popolo di adoratori è smarrito ma non vuol credere, non riesce a ere dere che i ragazzi si siano macchiati di colpe tanto gravi «Ridateci Virenque!», escla mano i cartelli sull'Aubisque ( sul Peyresoudre, «Allez Festi na!». I Pirenei e poi verranno le Al pi e poi la cronometro che deci derà il destino della Maglia gialla. Ma dove avviene, dove si svolge la cara vicenda, su un percorso disegnato per la gloria d'un passista o d'uno scalatore, o intorno al bancone d'un'immensa farmacia con i cassetti che traboccano di eritropoieti na, di Pfc e di quant'altri veleni servano all'illusione di qualche povera mezza manica della bicicletta che s'è ficcata in testa di emulare Indurain? Le luci di Parigi, ecco che cosa sono di ventate: una lampada da inter rogatorio. Gianni Ranieri
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