Tredici anni al ministro di Gonzàlez

Tredici anni al ministro di Gonzàlez Due giornali spagnoli anticipano la condanna del socialista Barrionuevo Tredici anni al ministro di Gonzàlez Per la guerra sporca all'Età MADRID NOSTRO SERVIZIO Le edicole madrilene, ieri mattina, erano letteralmente prese d'assalto. Le ultime edizioni di «El Pais» ed «El Mundo» sbattevano a tutta prima pagina (anticipandone la notificazione ufficiale di ben una settimana) una sentenza più pesante di una montagna per il partito socialista e per il suo «lider màximo» Felipe Gonzàlez. Il «Tribunal Supremo» (la nostra corte di Cassazione) di Madrid ha condannato a 13 anni di galera l'ex ministro degli Interni José Barrionuevo e l'ex sottosegretario di Stato alla Sicurezza Rafael Vera per la prima azione degli squadroni della morte anti Età dei «Gal», il sequestro di 10 giorni del basco-francese Segundo Marey, avvenuto in Francia nel dicembre '83, confuso, secondo la difesa, con un dirigente «etarra». Mai prima d'ora, nei 21 anni della democrazia spagnola post franchista, un tribunale aveva condannato un ministro, nonostante la lunga Tangentopoli socialista dal '90 al 95. C erano stati solo due precedenti: i 28 anni inflitti all'ex direttore della guardia civil Luis Roldàn per il «pizzo» miliardario sulla costruzione della caserma del corpo e gli 11 anni a due leader socialisti minori per il finanziamento illegale di 10 miliardi di lire. Ma la «guerra sporca dei Gal», responsabili dell'assassinio di 28 «etarras» in Francia dall'83 all'87, è la «madre di tutti gli scandali» dell'era Gonzàlez, premier dall'82 al '96. Secondo le indiscrezioni per il «Tribunal Supremo», l'unico che poteva giudicare Barrionuevo in quanto deputato, l'ex ministro e l'ex sottosegretario di Stato, insieme ad altri dieci altissimi funzionari dell'antiterrorismo di Madrid rei confessi, sono colpevoli di «detenzione illegale condizionata» (in quel periodo erano detenute in Francia 4 teste di cuoio della Policia Nacional per aver cercato di sequestrare un dirigente dell'Età; Marey venne rapito per far rilasciare, come avvenne, le teste di cuoio) e della malversazione di fondi pubblici, il milione di franchi che servì a finanziare l'operazione. Il verdetto, però, potrebbe essere stato molto più pesante. Gli 11 magistrati dell'alta corte (che ieri si sono rifiutati di confermare la sentenza pur manifestando il loro sconcerto per l'indiscrezione) con 7 sì e 4 no hanno prosciolto tutti i 12 imputati di «partecipazione a banda armata». Gonzàlez, assolto nell'istruttoria del sequestro per soli due voti (6 no, 4 sì), aveva giocato tutto il suo prestigio assicurando che Barrionuevo e Vera erano innocenti e che il caso «Gal» era un complotto politico anti socialista. I comunisti di Izquierda Unida hannu chiesto ieri pomeriggio all'ex premier «di assumersi le sue responsabilità, di dimettersi da deputato e di abbandonare la vita politica». Ma il «lider màximo» è introvabile. E non ha rilasciato alcuna dichiarazione. «No comment», ha detto il cinquantaseienne Barrionuevo, che andrà subito in galera una volta notificata la sentenza. Gian Antonio Orighi Felipe Gonzàlez e (a destra) l'ex ministro dell'Interno José Barrionuevo

Luoghi citati: Cassazione, Francia, Madrid