Israele nel mirino degli ayatollah di Andrea Di Robilant

Israele nel mirino degli ayatollah Allarme dalla Cia, il nuovo vettore iraniano può colpire lino a 1300 chilometri Israele nel mirino degli ayatollah // missile di Teheran WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Israele è improvvisamente sotto il tiro degli ayatollah. Per la prima volta l'Iran ha sperimentato con almeno un parziale successo il lancio di un missile balistico di media gittata - 1200-1300 chilometri - che potrebbe alterare profondamente l'equilibrio militare nella regione. Il missile Shehab 3, quasi certamente una versione modificata del «No dong» nordcoreano, dovrebbe essere in grado di colpire Israele e Arabia Saudita, il principale alleato arabo degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Il test è stato osservato da un satellite-spia americano. Fonti del Pentagono hanno allertato i principali giornali nella notte di ieri, costringendoli a rifare le prime pagine. E così hanno dato un senso palpabile dei timori che si celano dietro a questo sviluppo inatteso. «Il fatto che stiano procedendo con questo tipo di programma ci preoccupa», ha dichiarato il portavoce della Gasa Bianca Mike McGurry. «Un singolo test missilistico di per sé non altera l'equilibrio delle forze ma ci fa capire più chiaramente le loro intenzioni». Il test, dicono fonti dell'Amministrazione, dimostra che l'Iran è più che mai deciso a diventare una potenza regionale e che tra qualche anno la prossima generazione di missili potrebbe essere in grado di colpire anche l'Europa. Nell'immediato, il lancio del missile è destinato a complicare la manovra diplomatica avviata dall'Amministrazione per aprire un dialogo con Teheran dopo le caute aperture del Presidente Mohammed Khatami, che guida l'ala moderata del governo. Il potere militare in Iran è nelle mani dell'ayatollah Ali Khamenei, la prima autorità spirituale del Paese. E il test missilistico viene visto a Washington come un preciso segnale di Khamenei al mondo e forse anche un monito a Khatami. Proprio ieri un'altra notizia da Teheran ha rafforzato la sensazione che il Presidente iraniano si trovi sulla difensiva: il sindaco riformista Gholamhossein Karbashi è stato condannato a cinque anni di carcere e sessanta frustate (questa parte della condanna è stata sospesa) per corruzione dopo un processo che era diventato il fulcro della lotta politica tra i mo derati di Khatami e i conser vatori di Khamenei. Per molti esperti americani il test missilistico dell'altro ieri conferma l'intenzione dell'Iran - o comunque di co loro che hanno in mano l'apparato militare del Paese - di dotarsi di un arsenale atomi co il più rapidamente possibile. Dice Gary Milhollin, uno dei maggiori esperti di proliferazione nucleare: «Il test dimostra che l'Iran è deciso a dotarsi dell'arma atomica perché nessuno si mette a costruire un missile balistico con una gitatta di 1300 chilometri per far esplodere una bomba convenzionale». Se davvero il test riflette un'accelerazione verso lo status di potenza nucleare, come molti al Pentagono insistono, allora la nuova politica di apertura verso l'Iran rischia di rimanere congelata a lungo. Perché il cuore della politica estera di quest'Amministrazione è appunto la non proliferazione delle armi di distruzione di massa. Anche i buoni rapporti con la Russia e la Cina dipendono dalla loro volontà di interrompere l'export di tecnologia nucleare a Paesi come l'I¬ ran. E nelle ultime settimane a Washington i falchi sono tornati all'offensiva cercando di convincere la Casa Bianca che la minaccia agli Stati Uniti da parte di Paesi come Iran, Iraq e Corea del Nord è molto più seria e immediata di quanto non voglia ammettere perfino la Cia. Entro cinque anni, insistono, uno di questi Paesi sarà in grado di colpire l'America con un mis¬ sile balistico. E la notizia del test iraniano diffusa in gran fretta da fonti del Pentagono dà credibilità all'allarme. Ma non è ancora chiaro quali siano le reali intenzioni dell'Iran, né come andrà a finire la lotta politica a Tehran. C'è chi pensa che dietro alla decisione di sperimentare il missile ci sia soprattutto la volontà di affermare con forza la propria presenza negli equilibri strategici in quella regione. E che il messaggio sia diretto, oltre che agli Stati Uniti, soprattutto a Israele. L'Arabia Saudita potrebbe entrare nel mirino dell'Iran una volta dispiegato il missile, ma c'è chi osserva che Teheran è interessata soprattutto a ricucire i rapporti con i sauditi per svolgere meglio un ruolo di leadership nel Golfo persico. Andrea di Robilant Karbashi, il sindaco della capitale condannato a 5 anni per corruzione Sfregio degli ultra al presidente Khatami <MMk ( SAUDITA Un lanciamissili dell'esercito iraniano sfila nella capitale durante una parata celebrativa della rivoluzione islamica[FOTo ansa)

Persone citate: Ali Khamenei, Gary Milhollin, Gholamhossein Karbashi, Karbashi, Khamenei, Khatami, Mohammed Khatami