Sposini «divorzia» da Mentana Sarà conduttore del Tg1 delle 20 di Lilli Gruber

Sposini «divorzia» da Mentana Sarà conduttore del Tg1 delle 20 Sposini «divorzia» da Mentana Sarà conduttore del Tg1 delle 20 IL CASO LE MANOVRE IN TV LROMA AMBERTO Sposini lascia Mediaset e torna in Rai. Già da lunedì prossimo dovrebbe condurre l'edizione principale del Tgl, quella delle 20. Lilli Gruber e Maria Luisa Busi erano rimaste orfane di Giulio Borrelli, promosso direttore del primo tg del servizio pubblico, e un sostituto andava trovato. Una fortunata serie di coincidenza ha permesso alla Rai di mettere a segno un bel colpo, sfilando al Tg5 il suo più noto conduttore, Enrico Mentana a parte, naturalmente. E' un «ritorno a casa» come sottolinea anche Borrelli. Quarantasei anni, di Foligno, una figlia di 25 e una giovane fidanzata con la quale si fa vedere nei fine settimana tra Capalbio e porto Ercole, Sposini si è formato infatti alla «scuola Rai». Ha esordito alla redazione di Perugia ed è passato al Tgl dove è stato per 10 anni, arrivando a conquistare il posto di conduttore, prima delle 18, poi delle 20, grazie ai suoi modi-sobri e ai suo sguardo disarmante, nel momento in cui le dive dei tg erano le donne, appena approdate alla conduzione. Ma ai primi del '92, con Vespa ancora direttore, non aveva esitato a seguire l'amico Mentana nell'avventura del Tg5, come conduttore'e poi vicedirettore, quando Clemente Mimun, emigrato anche lui al tg del Biscione, ma dal Tg2 (con il cda di Letizia Moratti), ritornava in Rai per dirigere il secondo telegiornale. Un via vai normale, in un sistema, televisivamente parlando, «bipolare». Anche Alessandro Cecchi Paone è passato varie volte da un fronte all'altro, finché è diventato vicedirettore giornalistico di Retequattro. Lo stesso hanno fatto in tanti, da Arrigo Levi a Maurizio Costanzo, da Giuliano Ferrara a Michele Santoro, a Alberto Castagna, giornalista del Tg2 prima di diventare star di Canale 5. Il direttore del Tg5 non si dispiace dell'ultimo salto di campo del suo vice. «Sono personalmente contento del fatto che dopo Mimun al Tg2 anche l'altra testata di punta del servizio pubblico prende atto del valore del modello vincente del Tg5», commenta senza rancore per il collega, ma rivendicando anzi con orgoglio il successo della sua testata. Borrelli nicchia. Sottolinea tre volte la «scuola Rai» da cui viene Sposini. «Una squadra vincente aggiunge, forte dello stacco di audience che negli ultimi tempi ha premiato il Tgl nei confronti del suo eterno rivale - e che non ha nessuna intenzione di mutare il modello, per l'appunto vincente, come dimostrano i dati d'ascolto». Niente cambiamenti di stile insomma. Ma come mai Sposini ha accettato di tornare a fare il conduttore tout-court, lui che al Tg5 era un vicedirettore operativo, e al Tg5 conduceva sì, ma certo non limitandosi a leggere il «gobbo»? «Borrelli ha uno scatto d'orgoglio. «Il Tgl è il primo tg d'Italia. E come se un giocatore della Roma o della Lazio venisse a giocare alla Juve, all'Inter. E poi, ora che la squadra del Tgl è più forte, contiamo di aprire nuovi rapporti con la rete per altri programmi» aggiunge, alludendo forse la possibilità che il neo-arrivato possa, prima o poi, avere un suo programma. Nessun commento invece al rafforzarsi della «dimensione ulivista» della squadra del Tgl, dove è in arrivo da Rai Educational anche Federico Sciano, un tempo soprannominato «l'anti-Vespa», dal momento che Sposini non ha mai nascosto la sua preferenza politica per lo schieramento di centro sinistra, tanto che nel '96 moderò la convention dell'Ulivo con Carmen Lasorella. Nessuna allusione neppure da parte del presidente Rai Giuseppe Zaccaria che la mette anche lui sul calcistico: «La nostra è una panchina corta - dice riferendosi alla squadra Tgl da rafforzare - e quando i nostri direttori-allenatori ci propongono dei bei nomi, stiamo sul mercato e li acquistiamo». Ironizza invece Emilio Fede, ex Rai pure lui, che a suo tempo ha fatto promuovere Sposini capo della sede di Perugia. «Ha avuto una buona offerta e torna all'ovile dove lo aspettano le altre 99 pecorelle. Anche perché l'attuale ruolo gli stava stretto», dice al telefono. «Il Tg5 perde un uomo di macchina e di video, due capacità non fa¬ cili da conciliare. Naturalmente aggiunge - resta aperta la mia polemica sul piano politico, perché viene dalle file del partito comunista, visto che era giornalista di Paese Sera. Ma su di lui non avevo avuto nessuna indicazione». La polemica è ormai innescata. E Mentana a questo punto fa sapere che «la mega offerta della Rai a un volto del Tg5 è la miglior riprova di un deficit del Tgl». Ritorna sul «modello vincente del suo tg, augurando al collega di diventare presto direttore e aggiunge enigmatico: «Credo che non vedrete Lamberto sul Tgl prima dell'anno nuovo. Sicuramente non il prossimo lunedì, perché sarà ancora al Tg5 delle 20». [m. g. b.] li neo conduttore del Tgl Lamberto Sposini

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