Portafoglio di fondi

Portafoglio di fondi L I IT E R E Portafoglio di fondi \ì ORREI investire i miei 350 milioni, attualmente in obbligazioni al 5%, «senza rischiare molto». Sono pensionato statale, 62 anni, vivo solo, in affitto. Un domani potrei decidere l'acquisto di un piccolo alloggio. Ho pensato ai fondi misti e ai fondi obbligazionari italiani e internazionali o a una gestione patrimoniale mista, visto che quella della mia banca rende attualmente il 7%. Che fare? Ugo Rossi - Avigliana (TO) La (limitata) disponibilità a rischiare manifestata dal lettore autorizza a diversificare il capitale finora investito al 5% (per inciso, è un rendimento in linea con mercato). L'idea del fondo bilanciato, con presenza di azioni intemazionali, è valida: potrebbe assorbire arca il 30% del patrimonio. Un altro 20% potrebbe essere impiegato nei fondi obbligazionari intemazionali. La restante metà potrebbe essere mantenuta nelle attuali obbligazioni fino a scadenza oppure trasformata anch'essa in fondi comuni monetari, in grado di dare il rendimento dei titoli a breve. Questo se il lettore intende fare da sé. Visto però che ha citato le gestioni, perché non prendere in considerazione la nuova formula delle gestioni patrimoniali in fondi comuni, che ormai tutte le maggiori banche e sim offrono e che, partendo dalla propensione al rischio del sottoscrittore, confezionano un mix di quote che rispecchino il livello di esposizione desiderata? Per il lettore, graduata su cinque livelli la scala di rischio (dal rischio nullo a quello massimo), credo che la soluzione ideale sia la seconda, quella appunto che contempla un rischio moderato. Si informi presso la sua banca e vedrà che le confezioneranno un «pacchetto» che non dovrebbe discostarsi di molto da quello che le ho indicato io (peraltro sulle sue pertinenti indicazioni di partenza). Un avvertimento, però: parlari do di gestioni non è corretto dire che «rendono il 7 o il 10 o il 2%» ma piutto sto che «hanno reso ad oggi, nell'ultimo anno, il 7 o il IO o il 2%». Le gestioni hanno si un indice di riferimento del rendimento futuro (si chiama benchmark e varia a seconda della composizione del portafoglio) che deve essere reso noto al cliente al momento della adesione, ma non possono né prometterlo né, tantomeno, garantirlo. Ultimo punto, la casa. E' ancora un ottimo momento per acquistare, poiché i prezzi sono fermi da anni e solo ora (dati Nomisma) paiono in ripresa. Se l'intenzione di comprare è seria e se il lettore ha un posto sicuro dove è convinto di vivere a lungo, dovrebbe spendere un po' del suo tempo libero alla ricerca di una buona soluzione immobiliare. Potrebbe trovare l'occasione da non perdere: ri sparmierebbe l'affitto e avrebbe oltretutto ancora una somma sufficiente a sentirsi tranquillo. Kenya, da paradiso ò diventato inferno Ho sentito raccontare da un operatore turistico italiano che terminata la stagione estiva si trasferisce a Malindi (Kenya) dove detiene altre proprietà immobiliari. Quella città, dice lui, è un vero paradiso per l'investitore italiano, con interessi sui depositi bancari del 28%, poche tasse... Ario Minetti - Venezia Instabilità politica che sfiora ormai la rivolta, disordini etnici, violenza diffusa, corruzione che costituisce una amministrazione parallela, certezza del diritto ridotta a zero, isolamento internazionale: prima di investire in Kenya è obbligatorio mettere sul piatto della bilancia gli elementi di una crisi che ha trasformato uno dei pochi paradisi d'Africa in una replica dell'inferno del continente. L'incognita maggiore è legata al futuro politico: il presidente-padrone, Arap Moi, rieletto a dicembre con un plebiscito largamente macchiato da brogli e violenze sanguinose, è anziano e malato. La sua scomparsa potrebbe innescare la guerra civile per ridistribuire il potere tra I clan e le varie tribù: uno scenario che ha molti punti di contatto con quanto è successo in Somalia. Per questo negli ultimi mesi numerosi investitori che avevano puntato sul Kenya, in particolare nel settore turistico, hanno cominciato a ritirarsi dal Paese. La prudenza quindi è d'obbligo. Su quei titoli trattenuta del 27% H 27/3/98 ho acquistato titoli obbligazionari emessi dalla Sbc Jersey 9,15% (98/2000), con rimborso nominale legato al prezzo azioni Eni (lire 10.200) altrimenti, se inferiore, con azioni Eni. Il Sole 24 ore ha trattato più volte le varie interpretazioni e i pareri su tale titolo, in particolare sulla ritenuta fiscale (12,50% o 27%) in quanto, trattandosi di un probabile rimborso non totale , poteva essere considerato non un'obbligazione ma un certificato di deposito. In un ultimo articolo è stato sciolto il dubbio a favore dell'obbligazione, considerato che la richiesta effettuata prima dell'emissione dalla Sbc alla Banca d'Italia sulla legittimità di tale titolo non ha avuto risposta nei termini stabiliti, per cui doveva considerarsi come as senso. La banca nella quale ho il deposito amministrato, nel rendiconto mensile, mi segnala una futura trattenuta fiscale del 27% in quanto il titolo è considerato dalla Banca d'Italia non obbligazionario. Vorrei un vostro chiarimento. Renzo Demezzi - Volpiano (TO) Ha ragione la sua banca: non si tratta di un'obbligazione e dunque sconta una ritenuta fiscale maggiore. La Banca d'Italia - alla quale abbiamo girato il quesito spiega infatti che gli strumenti della categoria «reverse convertitile», alla quale appartengono i titoli emessi dalla Sbc Jersey, non possono essere considerati obbligazionari poiché non incorporano l'impegno all'integrale restituzione del capitale alla scadenza. Le norme che regolano l'offerta in Italia di titoli esteri, sui quali la Banca d'Italia esercita l'attività di controllo, prevedono infatti che il contenuto contrattuale del valori mobiliari tipici non deve essere diverso da quello assegnato nell'ordinamento italiano: se cosi non è, si tratta di titoli diversi. Per la buonuscita nessuna rivalutazione Una sua risposta al signor Naimo di Locri mi ha molto rattristata perché io sono andata in pensione nell'84. Devo quindi dedurre che Eer me non c'è rivalutazione della uonuscita? Ho 80 anni e avevo ancora molte speranze. A. S. Zucchine - Alassio (IM) Mi spiace, ma la rivalutazione della buonuscita parte dai pensionati dall' 1/12/84. Lei, forse per pochi mesi (non mi ha detto in quale mese è andata in pensione), ha perso il diritto. Al signor Naimo indicavo l'89 ma parlavamo della «scaletta» temporale entro la quale gli uffici pagano gli aumenti a chi ne ha diritto. Hanno collaborato: ANTONELLA DONATI DOMENICO QUIRICO MAURO SALVI A CURA DI GLAUCO MAGGI Portafoglio di fondi L I IT E R E Portafoglio di fondi \ì ORREI investire i miei 350 milioni, attualmente in obbligazioni al 5%, «senza rischiare molto». Sono pensionato statale, 62 anni, vivo solo, in affitto. Un domani potrei decidere l'acquisto di un piccolo alloggio. Ho pensato ai fondi misti e ai fondi obbligazionari italiani e internazionali o a una gestione patrimoniale mista, visto che quella della mia banca rende attualmente il 7%. Che fare? Ugo Rossi - Avigliana (TO) La (limitata) disponibilità a rischiare manifestata dal lettore autorizza a diversificare il capitale finora investito al 5% (per inciso, è un rendimento in linea con mercato). L'idea del fondo bilanciato, con presenza di azioni intemazionali, è valida: potrebbe assorbire arca il 30% del patrimonio. Un altro 20% potrebbe essere impiegato nei fondi obbligazionari intemazionali. La restante metà potrebbe essere mantenuta nelle attuali obbligazioni fino a scadenza oppure trasformata anch'essa in fondi comuni monetari, in grado di dare il rendimento dei titoli a breve. Questo se il lettore intende fare da sé. Visto però che ha citato le gestioni, perché non prendere in considerazione la nuova formula delle gestioni patrimoniali in fondi comuni, che ormai tutte le maggiori banche e sim offrono e che, partendo dalla propensione al rischio del sottoscrittore, confezionano un mix di quote che rispecchino il livello di esposizione desiderata? Per il lettore, graduata su cinque livelli la scala di rischio (dal rischio nullo a quello massimo), credo che la soluzione ideale sia la seconda, quella appunto che contempla un rischio moderato. Si informi presso la sua banca e vedrà che le confezioneranno un «pacchetto» che non dovrebbe discostarsi di molto da quello che le ho indicato io (peraltro sulle sue pertinenti indicazioni di partenza). Un avvertimento, però: parlari do di gestioni non è corretto dire che «rendono il 7 o il 10 o il 2%» ma piutto sto che «hanno reso ad oggi, nell'ultimo anno, il 7 o il IO o il 2%». Le gestioni hanno si un indice di riferimento del rendimento futuro (si chiama benchmark e varia a seconda della composizione del portafoglio) che deve essere reso noto al cliente al momento della adesione, ma non possono né prometterlo né, tantomeno, garantirlo. Ultimo punto, la casa. E' ancora un ottimo momento per acquistare, poiché i prezzi sono fermi da anni e solo ora (dati Nomisma) paiono in ripresa. Se l'intenzione di comprare è seria e se il lettore ha un posto sicuro dove è convinto di vivere a lungo, dovrebbe spendere un po' del suo tempo libero alla ricerca di una buona soluzione immobiliare. Potrebbe trovare l'occasione da non perdere: ri sparmierebbe l'affitto e avrebbe oltretutto ancora una somma sufficiente a sentirsi tranquillo. Kenya, da paradiso ò diventato inferno Ho sentito raccontare da un operatore turistico italiano che terminata la stagione estiva si trasferisce a Malindi (Kenya) dove detiene altre proprietà immobiliari. Quella città, dice lui, è un vero paradiso per l'investitore italiano, con interessi sui depositi bancari del 28%, poche tasse... Ario Minetti - Venezia Instabilità politica che sfiora ormai la rivolta, disordini etnici, violenza diffusa, corruzione che costituisce una amministrazione parallela, certezza del diritto ridotta a zero, isolamento internazionale: prima di investire in Kenya è obbligatorio mettere sul piatto della bilancia gli elementi di una crisi che ha trasformato uno dei pochi paradisi d'Africa in una replica dell'inferno del continente. L'incognita maggiore è legata al futuro politico: il presidente-padrone, Arap Moi, rieletto a dicembre con un plebiscito largamente macchiato da brogli e violenze sanguinose, è anziano e malato. La sua scomparsa potrebbe innescare la guerra civile per ridistribuire il potere tra I clan e le varie tribù: uno scenario che ha molti punti di contatto con quanto è successo in Somalia. Per questo negli ultimi mesi numerosi investitori che avevano puntato sul Kenya, in particolare nel settore turistico, hanno cominciato a ritirarsi dal Paese. La prudenza quindi è d'obbligo. Su quei titoli trattenuta del 27% H 27/3/98 ho acquistato titoli obbligazionari emessi dalla Sbc Jersey 9,15% (98/2000), con rimborso nominale legato al prezzo azioni Eni (lire 10.200) altrimenti, se inferiore, con azioni Eni. Il Sole 24 ore ha trattato più volte le varie interpretazioni e i pareri su tale titolo, in particolare sulla ritenuta fiscale (12,50% o 27%) in quanto, trattandosi di un probabile rimborso non totale , poteva essere considerato non un'obbligazione ma un certificato di deposito. In un ultimo articolo è stato sciolto il dubbio a favore dell'obbligazione, considerato che la richiesta effettuata prima dell'emissione dalla Sbc alla Banca d'Italia sulla legittimità di tale titolo non ha avuto risposta nei termini stabiliti, per cui doveva considerarsi come as senso. La banca nella quale ho il deposito amministrato, nel rendiconto mensile, mi segnala una futura trattenuta fiscale del 27% in quanto il titolo è considerato dalla Banca d'Italia non obbligazionario. Vorrei un vostro chiarimento. Renzo Demezzi - Volpiano (TO) Ha ragione la sua banca: non si tratta di un'obbligazione e dunque sconta una ritenuta fiscale maggiore. La Banca d'Italia - alla quale abbiamo girato il quesito spiega infatti che gli strumenti della categoria «reverse convertitile», alla quale appartengono i titoli emessi dalla Sbc Jersey, non possono essere considerati obbligazionari poiché non incorporano l'impegno all'integrale restituzione del capitale alla scadenza. Le norme che regolano l'offerta in Italia di titoli esteri, sui quali la Banca d'Italia esercita l'attività di controllo, prevedono infatti che il contenuto contrattuale del valori mobiliari tipici non deve essere diverso da quello assegnato nell'ordinamento italiano: se cosi non è, si tratta di titoli diversi. Per la buonuscita nessuna rivalutazione Una sua risposta al signor Naimo di Locri mi ha molto rattristata perché io sono andata in pensione nell'84. Devo quindi dedurre che Eer me non c'è rivalutazione della uonuscita? Ho 80 anni e avevo ancora molte speranze. A. S. Zucchine - Alassio (IM) Mi spiace, ma la rivalutazione della buonuscita parte dai pensionati dall' 1/12/84. Lei, forse per pochi mesi (non mi ha detto in quale mese è andata in pensione), ha perso il diritto. Al signor Naimo indicavo l'89 ma parlavamo della «scaletta» temporale entro la quale gli uffici pagano gli aumenti a chi ne ha diritto. Hanno collaborato: ANTONELLA DONATI DOMENICO QUIRICO MAURO SALVI A CURA DI GLAUCO MAGGI

Persone citate: Arap Moi, Ario Minetti - Venezia, Naimo, Renzo Demezzi, Ugo Rossi