Fate largo c'è il TORO
Fate largo c'è il TORO Fate largo c'è il TORO Sabato 18 luglio alle 10, nei locali dell'Associazione Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83 (zona mercati generali, Lingotto) si svolge il dibattito: «Spazio al Toro». Il titolo fa riferimento alla scarsa attenzione dei «media » nei confronti della squadra. Partecipano alcuni dirigenti del Torino Calcio, giornalisti, esperti. Organizza il mensile «Il Filadelfia». Tel. 011/30.40.918. SI trovano il 18 mattina, un sabato, alle 10, in un locale celebre, importante, il club Hiroshima Mon Amour, a discutere delle perdite di visibilità di quella società calcistica, quella squadra, quel sentimento chiamato Toro: e infatti «Spazio al Toro» è il titolo del convegno, aperto a tutti. Massimo Mussano, un pubblicitario di giovane cuore granata, ha deciso che non se ne può più di tutto un patrimonio di affetti, di storia, anche di giocatori, in pericolosa evoluzione verso l'elitario povero (massi), verso l'esoterico paralizzante. Ormai al terzo anno di serie B (comunque la dura esperienza ha significato almeno un compattamento dell'amore), a un anno scarso dal mezzo secolo di Superga, si tentano gli stati generali di un tifo calcistico chiamato Torino. Lancia e assiste e benedice e racconta il convegno il granarissimo giornale «Il Filadelfia», di Gianmaria De Paoli. Per evitare che il decadimento divenga compiacimento persino morboso, divenga struggimento fine a se stesso, sono convocati tutti i club di tifosi. Ci saranno giornalisti, simpatizzanti oscuri e celebri, e per il Torino spiegherà, si difenderà, attaccherà Renato Bodi, uno del quadriumvirato dirigenziale granata. Si parlerà anche della campagna acquisti: i tifosi si sono opposti all'arrivo di Guidoni, ex del Perugia e tifoso bianconero, e pare che stiano maturando proposte della base per granatizzare meglio la squadra. Il momento del Torino è difficile, ma è sempre difficile: nessun pericolo che l'iniziativa risulti destabilizzante, eversiva. La visibilità del club è scarsa, specie pensando all'enorme potenziale umano, merce sempre più rara almeno in chiave di amore sicuro, non di passione repente e spesso legata alla moda. Il Toro come modo di amare il calcio, contro la moda attuale di entusiasmarsi per il calciò, quale che esso sia. La rinconquista degli spazi, della visibilità senza passare per la via facile, cioè l'autostrada dei grossi risultati, ormai troppo spesso legatissimi alle grosse spese, è secondo Mussano non solo possibile, ma doverosa. Però battendo strade nuove, il che non significa abbandonare i vecchi cari strumenti di viaggio. Ma invece di convocare le vecchie glorie a lacrimare, meglio convocare i giovani a sperare, a proporre anche. Un convegno in cui si parlerà poco del passato, molto del presente, moltissimo del futuro. Un futuro che i grandi programmi della Juventus vogliono occupare tutto. Un tentativo per uscire dalle cerimonie dei sospiri, delle lacrimazioni storiche. Per trasformare in fatti di cronaca, senza aspettare la cristallizzazione della Storia, un amore che esiste, persiste, resiste. Per far sì che il prossimo campionato di serie B sia, oltre che di promozione, di programmi, di studio, non più di vetera sterile passione. Forse sarà vietato citare la tragèdia di Superga, e sarà obbligatorio ricordare il complotto di Perugia. Gian Paolo Ormezzano Fate largo c'è il TORO
Persone citate: Gian Paolo Ormezzano, Gianmaria De Paoli, Guidoni, Renato Bodi
Luoghi citati: Filadelfia, Perugia, Torino
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