Storie di Città

Storie di Città Storie di Città LA sera di venerdì 10 luglio, ad Acqui Terme, nell'ambito del XV Festival Internazionale di Danza organizzato dalla compagnia diretta da Loredana Fumo, il sindaco ha consegnato il Premio Acquidanza '98 ad Heather Parisi. La cerimonia della consegna del premio, che la famosa ballerina televisiva ha animato da par suo, è stata anche l'occasione per rievocare con lei la lontana e burrascosa stagione del «Fantastico '87» condotto da Adriano Celentano. Heather, ovvero Erica come lei ogni volta puntigliosamente ricorda, era già allora una stella di prima grandezza; il suo maniacale perfezionismo, caratteristico degli artisti che si sono formati negli Stati Uniti, si era perfettamente integrato con lo scrupoloso accanimento che Pippo Baudo dedicava ad ogni aspetto dei suoi programmi che dovevano risultare perfette macchine di spettacolo. Il salto da Bàudo a Celentano, genio dell'improwisazione, non poteva essere più traumatico per Heather. Ma, mentre gli altri artisti della compagnia, Marisa Laurito, Massimo Boldi e Maurizio Micheli, vivevano quel naufragio di tutte le loro certezze con un'ansia che li divorava e che bene o male traspariva dai loro volti, Heather conservava una vitalità e un'allegria inossidabili che finivano per contagiare anche i compagni di lavoro. Heather e Adriano percorrevano ciascuno orbite situate alla distanza di anni luce l'una dall'altra. I fraintendimenti nacquero subito, fin dalla prima puntata, quando, dopo l'esecuzione del balletto d'apertura, Adriano presentò Heather al pubblico. Alla prima pausa, Heather, credendo che Adriano avesse finito di parlare e non sopportando il vuoto che si era venuto a creare, cominciò lei a .dire qualcosa con quel suo caratteristico modo di parlare a raffica; Adriano la prese malissimo e la apostrofò: «Tu non devi interrompermi mentre parlo!». Lei ebbe l'amabilità di non fargb notare che in quel mo-. mento lui stava zitto ma replicò: «E tu non devi interrompere quando parlo io». Adriano, che aveva trovato qualcuno che gli teneva testa, sibilò, ma non abbastanza piano perché il microfono non raccogliesse le sue parole: «E io ti prendo a schiaffi!». ■ Poi Adriano, da quel gentiluomo che è, le chiese scusa all'inizio della seconda puntata ma le baruffe continuarono fino alla fine e non è escluso che Celentano, avendo compreso che anche quei litigi facevano spettacolo, non le abbia alimentate apposta, un po' come fa Mike Bongiorno con le sue gaffes. Adriano non tollerava le cuffie attraverso le quali gli veniva mandata la traduzione simulta¬ nea delle risposte quando doveva intervistare un ospite straniero e spesso se le toglieva; una volta, mi pare che fosse con Liza Minnelli, non si limitò a togliersele ma le mise in testa alla cantante americana la quale aveva il privilegio di ascoltare la versione italiana di quello che aveva appena detto in inglese. Per ovviare in qualche modo all'ingorgo che si era creato, il regista ordinò di mandare in scena Heather che facesse da interprete; Adriano, quando la vide arrivare, le chiese brutalmente: «E tu cosa ci fai qui?». Una sola volta ho visto Heather veramente imbufalita contro Adriano; è stato quando lui le ha interrotto a metà un balletto, che le era costato giorni di prove, per mandare in onda un filmato contro lo sterminio delle foche dove si vedeva una sfilata di pelbcce che si trasformavano gradatamente in animali sgozzati e sanguinanti. A fare le sue vendette hanno provveduto i settimanali che hanno estratto dagli archivi le foto di Adriano e di Claudia Mori sulle nevi di Asiago avvolti in . morbide pellicce. D'altra parte Celentano è fatto così, prendere o lasciare e mi pare che gii ascolti vertiginosi di quell'edizione di «Fantastico» gli abbiano dato ragione. In quei mesi ci hanno provato in tanti a migliorarlo ma nessuno è riuscito a scalfire le sue granitiche certezze. Quando vennero ospiti i Bee Gees il copione prevedeva che, al termine dell'esibizione canora, i tre fratelli venissero intervistati da Adriano il quale per tutta la settimana si rifiutò di prendere in considerazione un foglietto che conteneva una piccola scheda informativa, una sintesi telegrafica di un'attività che già nell'87 andava avanti da ben 25 anni. Al termine dell'esibizione canora, al momento di avviarsi per l'intervista, Adriano mi chiede: «Come si intitola il loro ultimo ellepì?». «E.S.P.», rispondo prontamente, «è facile da ricordare, E.S.P.». «E cosa significa?. «E' un acronimo, sta per Extra Sensory Perception, cioè Percezione Extra-Sensoriale». «Sarebbe a dire?», chiede Adriano, mentre la trasmissione è ferma, i tre fratelli canterini aspettano senza capire quello che succede e l'assistente di studio fa cenni disperati affinché Adriano prenda posizione. Gli spiego affannato: «Si tratta di tutti quei fenomeni che hanno a che fare con il paranormale, le bilocazioni, la telepatia...». «Ho capito», tronca lui e si avvia ripetendo tra sé: «Esp... Esp... Esp...». Arriva vicino ai Bee Gees, li esplora ben bene in silenzio (che fretta c'è?), tutti tratteniamo il fiato. Finalmente, dopo quella che a tutti è sembrata un'eternità, apre la bocca e domanda: «Com'è già che si intitola il vostro ultimo ellepi?».

Luoghi citati: Acqui Terme, Asiago, Bee, Stati Uniti