VETERINARIA

VETERINARIA VETERINARIA «Ritrovarsi dopo mezzo secolo uniti dalla stessa passione» EZZO secolo di laurea: l'hanno festeggiata il mese scorso 32 medici veterinari che si sono trovati in un ristorante della collina, provenienti dalle Piemonte e dalla valle d'Aosta. La lettera è firmata da due torinesi, Antonio Ubertalle, già docente di zootecnia all'Università di Torino, e da Paolo Roberto, ex manager farmaceutico . «Con questo incontro abbiamo voluto ravvivare un ricordo dopo dieci lustri, di un tempo lontano, e ritornare con il pensiero nelle aule della gloriosa sede di via Nizza 52, dove insegnavano illustri docenti come Arcangeli, Bisbocci, Cominotti, Durio, Ghisleni, Godina, Mantovani, Masoero, Pochettino, Rowinski, Sartoris, Videsot. C'erano vacche e cavalh nelle stalle per fare pratica, ma si andava anche nei poderi dell'Ordine Mauriziano a Stupinigi, all'Istituto Bonafous di via Pianezza (poi trasferito a Chieri), e all'istituto Zooprofilattico di via Bologna. Non si può negare che a tavola aleggiasse un lieve velo di malinconia: ognuno sembrava cercare sul volto dei compagni le antiche sembianze giovanili, e al tempo stesso, non poteva esimersi dal pensare che tale mutamento di fattezze era pure avvenuto, più o meno vistoso, nel proprio aspetto. Tuttavia una nota di serena letizia era ricreata dalla presenza di dieci gentili consorti». Questo l'elenco dei «reduci»: Cesare Anghina, Torino; Silvano Antonioli, Ciriè; Giacomo Bagnasco, S.Michele di Mondovì; Cesare Bagnasco, S.Sebastiano Curone (Al); Giuseppe Bosco, Riva di Chieri; Attilio Bosticco, To; Filippo Ceretto, To; Franco Coda, Orbassano; Giovanni Gambino, Poirino; Cesare Ginanni, To; Giuseppe Giolito, Vinovo; Angelo Il mio nome è Guido Riganti (Torino, corso Unione Sovietica 153), e, a differenza di tanti che chiamano a raccolta su queste pagine i compagni di un tempo, scrivo per ricordare insieme a loro, gli amici di scuola, dal momento che ormai quasi ogni anno ci ritroviamo a cenare insieme. Il nostro primo incontro risale alla fine della seconda guerra mondiale, quando ci ritrovammo in un'aula dell'istituto Sommeiller in via Figlie dei Militari. L'aula era scaldata da una stufa, e a turno, ci mandavano a prendere la legna in cantina. Non sempre però l'approvvigionamento bastava, e così per non dover seguire le lezioni col cappotto, qualcuno teneva sotto il banco un po' di...combustibile raccolto per strada! Gli anni passavano tra interrogazioni farsa: «Ei fu siccome immobile seduto sul pitale...»; ricordi della guerra appena sfumata; i primi amori con le ragioniere dell'altro piano. Qualche giorno tagliato da scuola a nasconderci nel parco di Villa Genero. Gli scherzi ai professori avevano il sapore della goliardia torinese. Il più eclatante fu quando spalmammo un chilo di gorgonzola grassa sotto la predella della cattedra. Ogni giorno aumentava l'odore nauseabondo e con esso la convinzione dei bidelli che si trattasse di un topo morto. Ci inventammo poi la battaglia delle arance le cui munizioni arrivavano dalle meren- Guani, Baldichieri (At); Paolo Gubetta, To, Enrico Maglione, To; Renzo Mangone, Montiglio (At); Dario Margaroli, Aosta; Giuseppe Orsini, Castelnuovo Scrivia (Al); Dario Panizza, Alessandria; Nicola Pautasso, Nichelino; Pietro Quaranta, To; Ermanno Quarna, Ghemme (No); Italo Rabino, To; Michele Roggero, Alfiano Natta (Al), Umberto Ropolo, Poirino; Giorgio Scarfò, To; Pier Felice Serra, Bra (Cn); Bruno Soave, Rivoli; Giuseppe Vacirca, Milano; Olimpio Viarengo, Asti; Paolo Roberto, To; Antonio Ubertalle, To. Tutti uomini perchè allora, quasi nessuna donna di avvicinava alla facoltà di veterinaria. I festeggiati, un gruppo piuttosto eterogeneo di «cinquantenni», hanno rivisitato il canunino percorso post lauream, e invero si erano dedicati a svariate attività. La maggior parte - ora over settanta - ha intrapreso il cammino della condotta veterinaria, in quanto la clinica per piccoli animali era, alla fine degli anni '40, ai suoi albori. Sette del gruppo hanno proseguito gli studi accademici conseguendo la libera docenza, ed alcuni si sono distinti diventando titolari di cattedre universitarie. Taluno ha ricoperto ruoli di responsabiltà presso consorzi agrari provinciali, e centrali del latte. Altri hanno messo a frutto il loro bagaglio tecnico-scientifico come manager di case farmaceutiche o mangimistiche. Altri ancora sono stati dirigenti di Istituti Zooprofilattici in Piemonte Liguria e valle d'Aosta e veterinari provinciali. Ognuno comunque è ridiventato per poche ore «un giovane di belle speranze», rievocando piacevolmente giorni di piena e impegnata attività, ben augurandosi di ritrovarsi ancora tutti insieme... tra qualche anno. de sbucciate; a fine lezione la classe era coperta di bucce e ai professori che urlavano «Chi è stato?», l'omertà era la sola risposta. Ricordo con tenerezza il compianto preside professor Osvaldo Macchia: quando qualcuno era senza giustificazione, si allontanava dalla Presidenza lasciandoci i fogli bene in vista e la raccomandanzione di cercarla con più attenzione. Quando rientrava, il malcapitato poteva esibirne una...fresca di stampa. Altri sono ancora gli insegnanti che ricordo con affetto: i professori Mongelli, Zito, Boccardo, la Ranzoni e il prof. Piazza di diritto, che, essendo un po' sordo, e non volendo darlo a intendere, regalava sempre un sette, anche quando l'interrogazione era insufficiente: il segreto era...sussurlarla. Sono trascorsi gli anni: qualcuno si è laureato, ognuno si è affermato per vie diverse; c'é chi si è separato, chi vive ancora con la ragioniera dell'altro piano. Molti sono nonni e annoiano i nipoti con le sciocchezze dei tempi di scuola... Sono passati quasi cinquantanni, ma ci restano Sempre la gioia e la tristezza di ritrovarci: gioia perchè lo spirito ha ancora le sue impennate di gioventù; tristezza perchè ogni volta ci contiamo e qualcuno non porterà la giustificazione, nemmeno per quest'anno... Nelle due foto troviamo gli stessi studenti: nel 1950 e nel 1998. E PER SCHERZO GORGONZOLA IN CATTEDRA a cura di Renato Scagliola