«REGIO, TROPPA SEVERITÀ'»

«REGIO, TROPPA SEVERITÀ'» LO DICO A TORINOSETTE «REGIO, TROPPA SEVERITÀ'» «Sono anch'io un moralista» «Per ifans di Mario Lonza» Sericeo e il Regie Vorrei portare il mio contributo al dibattito sul futuro del Regio; ho 27 anni, sono abbonato da cinque. Il problema è intendersi su cosa è «vecchio», e cosa «nuovo» e capire qual è il momento giusto per il «passato» di fare largo al «futuro». Cito da uno dei miei libri preferiti: «Vedi come ogni volta, sempre, il passato resiste al futuro, conia incredibili compromessi senza il minimo senso del ridicolo, si mortifica perdutamente pur di continuare a possedere il presente, anche a tempo scaduto, ostinato e ottuso, e mentre profetiche caldaie in ebollizione sventolavano le loro ciminiere lucide in sbuffi e sberleffi di vapore bianco, quello montava un povero cavallo su un trabiccolo che scambiava il mezzo, cioè le rotaie, per il fine. Lo squalificarono, comunque». (Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991). Street Scene di Kurt Weil un incredibile compromessso? Mozart mortificato perdutamente per Mitridate re di Ponto? Gli allestimenti di Samson e Dalila e Turandot ostinati ed ottusi? Non mi sembra proprio che il giudizio sugli ultimi cinque anni di Teatro Regio possa essere tanto severo. Questa volta ad essere squalificato sei tu, Baricco. Stefano Ruffini, Torino Moralisti unitevi Ho letto con somma condivisione l'articolo «Moralisti e seccatori» su TorinoSette del 26 giugno. Sono un ex dirigente pubblicò (in pensione da diversi anni), di vecchio stampo, piemontese e che purtroppo ha vissuto quasi tutta la sua gioventù in Alto Adige (SùdTirol). Quel «purtroppo» sta a significare quanto si trovi a disagio (a dir poco) un tipo come me, negli odierni frangenti, dopo essere per anni vissuto a contatto con un popolo come il tedesco (anzi, l'austriaco vecchia maniera) che - con tutti i suoi difetti, ampiamente dimostrati da fanatici-criminali nell'ultima guerra mondiale - ancora oggi annovera pregi inimitabili da disciplina, amore del lavoro, correttezza, solidarietà, rispetto della cultura, della natura, eccetera. Con ciò non' crediate che io sia un esaltato ammiratore della gente alemanna (tradizionale nemica del Piemonte): sono stato uno dei pochi italiani sudtirolesi renitente della Wehrmacht, ex partigiano neh" 1 la Divisione «Patria» liberal-de- mocristiana. Chiedo scusa se mi dilungo su cose passate che mi riguardano, ma sono i difetti di chi sta invecchiando. Ritornando all'oggetto della presente, sono veramente grato di quanto TorinoSette ha scritto. E sono fiero di annoverarmi tra i «moralisti» così elegantemente, acutamente e succintamente descritti nell'articolo. Sono convinto che molti lettori hanno condiviso e condivideranno quelle idee e quei principi (sacrosanti), a dispetto di politici (e, a volte, di ed. intellettuali) troppo spesso incompetenti, trasformisti, corrotti, lassisti, demagoghi, ecc. ecc. Scusate lo sfogo, ma adesso mi sento meglio! A. Franzosi, Torino Il ilub di Marie Lonza Su TorinoSette del 12 giugno avete pubblicato l'appello lanciato dal signor Luigi Massaro di Torino che cercava due film con Mario Lanza. Chi vi scrive è il responsabile del settore audio-visivi del «Mario Lanza Fan Club Italiano» che ha provveduto subito a contattare il signor Massaro per esaudire la sua richiesta. Giovanni Viglione, Torino «Mario Lanza Fan Club Torino» via Bava 26, Torino, tel. 011/8177035 (dopo le 20). I nostri errori Nel numero di TorinoSette del 10 luglio, a proposito del libro in memoria di Catullo Ciacci, abbiamo scritto «... entra a far parte della Carpano con le maghe bianconere di Silvio Giacotto». Sbagliato: si trattava in realtà di Vincenzo Giacotto, un nome illustre nel campo del ciclismo degli Anni 50-60. Silvio era il fratello, motociclista. Le lettere devono essere indirizzate a «Lo dico a TorinoSette» La Stampa v. Marenco 32 10126 Torino oppurefatate al numero 011/6639036

Luoghi citati: Piemonte, Torino