Quando fobie e piccole manie diventante ossessioni

Quando fobie e piccole manie diventante ossessioni DISTURBI PSICHICI Quando fobie e piccole manie diventante ossessioni Una patologia che colpisce più della schizofrenia: un milione e 200 mila casi in Italia fissa, aa UANTE volte abbiamo pensato di essere «ossessionati» da un'idea . la un gesto o da un rito? Tutti abbiamo le nostre piccole manie riferite ad abitudini e comportamenti e, insieme, desideriamo avere un maggior autocontrollo. Ma quando i pensieri diventano una fissazione e sfuggono al normale decorso logico, e le abitudini diventano.veri e propri gesti rituali eseguiti per soffocare uno stato d'ansia o di angoscia, allora il problema può essere serio e di competenza medica, perché si tratta del disturbo ossessivo compulsivo (Doc). E' una patologia psichiatrica caratterizzata da due gruppi di sintomi: ossessioni e compulsioni (o coazioni). Le ossessioni (dal latino obsessio che significa occupazione, assedio) sono pensieri e immagini mentali assillanti, indesiderati e tormentosi che opprimono chi ne è affetto; e, diversamente da altri pensieri sgradevoli, questi non svaniscono ma continuano ad insinuarsi nella mente. Le compulsioni sono comportamenti coatti adottati dalle persone affette da Doc, nel quasi sempre inutile tentativo di esorcizzare paure e ansie causate dalle loro ossessioni tant'è che, nonostante questi pazienti si rendano conto che l'impulso a lavarsi, a controllare, a toccare determinati oggetti è ridicolo e irrazionale, la spinta è così intensa che la loro mente non addestrata viene sopraffatta sino al punto di arrendersi ed eseguire atti compulsivi. Se per lungo tempo il Doc è stato considerato una patologia strana e rara (nel 1965 l'incidenza era dello 0,05 per cento della popolazione generale), oggi si sa che il Doc colpisce una persona su 40, ossia il 2,5 per cento della popolazione (più della schizofrenia): negli Stati Uniti sono oltre 5 milioni, mentre in Italia sono circa 1 milione e 200 mila; ma un ulteriore 10 per cento di persone soffre in forma più lieve (subclinica) del disturbo, ed è per questo che gli psichiatri parlano di un «continuum ossessivo compulsivo». Colpisce egualmente sia maschi che femmine e l'epoca di esordio riguarda l'età giovanile (dai 18 ai 25 anni) quando si tratta di Doc conclamato, ma può presentarsi già all'età di 8-10 anni con delle compulsioni-ossessioni. Diverse le ipotesi sulle cause. Secondo Freud, i Doc sono frutto di risorse psichiche difensive a pulsioni inconsce di tipo sessuale che minacciano di esplodere a livello conscio; recentemente, invece, gli scienziati hanno cercato di dimostrare l'esistenza di «di- sturbi» dell'attività cerebrale. Le cause non solo possono essere di origine organica e genetiche, «ma sappiamo anche spiega Massimo Biondi, dell'Università La Sapienza di Roma - che disturbi ossessivi possono sorgere dopo una fase della vita vissuta in modo altamente conflittuale come capita nel¬ l'adolescenza, dopo matrimoni difficili e in altre situazioni simili». Per quanto riguarda le ossessioni i sintomi più comuni si manifestano attraverso fobie legate alla sporcizia e alla contaminazione, bisogno di ordine o di simmetria, manie di accumulo o di risparmio, ossessioni a contenuto sessuale, rituali, dubbi insensati, ossessioni religiose (bigottismo), ossessioni a contenuto aggressivo, paure legate alla superstizione. Le compulsioni si manifestano attraverso impulsi coatti legati alla pulizia, coazioni legate alla «perfezione», compulsioni ad accumulare o a raccogliere. Ma quando si può parlare di pei sona affetta da Doc? «Quando i sintomi assorbono gran parte della giornata spiega Paolo Pancheri, ordinario dell'Università di Roma - e quando sono causa di un forte disagio. Spesso, le persone che soffrono di questo disturbo lottano contro l'impulso di fare una determinata cosa, ma non sono in grado di smettere e, la cosa peggiore, è che ne sono coscienti». Un disagio che non ha risparmiato nemmeno due famosi personaggi della letteratura: Obi omo v e Dimitri Karamazov. Entrambi ossessivi, esternavano il disturbo in maniera opposta: il primo, troppo analitico, in quanto rinviava ogni decisione; mentre il secondo (reagendo d'impulso) era come invaso da impeti di cui spesso si pentiva. Nel servizio di Psichiatria (del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Torino) diretto da Luigi Ravizza sono stati identificati due sottotipi di Doc: uno cronico, che è più grave perché più intenso di compulsioni e meno rispondente alla terapia farmacologica; l'altro episodico, che ha una prevalenza di ossessioni, con maggiori risultati terapeutici e più intervalli privi di sintomi. «La percentuale di risposta positiva alla terapia farmacologica - dice Ravizza - è del 45-55 per cento per quanto riguarda il miglioramento dei sintomi e, anche se parziale, il paziente è in grado di ripren dere la sua attività lavorativa e sociale». Oltre alle terapie farmacolo giche, in cui l'affinamento dei farmaci è mirato a potenziare la serotonina (sostanza pre sente nel cervello), è indicata la psicoterapia soprattutto del tipo cognitivo. Un programma di autotrattamento è suggerito da Jeffrey M. Schwartz, docente di psichiatria all'Uni ver sita della California, Los Ange les. Ernesto Bodlni I rituali legati alla pulizia, all'accumulo o al bisogno di ordine

Persone citate: Ange, Dimitri Karamazov, Ernesto Bodlni I, Freud, Jeffrey M. Schwartz, Luigi Ravizza, Massimo Biondi, Paolo Pancheri, Ravizza

Luoghi citati: California, Italia, Roma, Stati Uniti