L'Italia consegna il cargo spaziale di Antonio Lo Campo

L'Italia consegna il cargo spaziale DA TORINO ALIA NASA L'Italia consegna il cargo spaziale LM ITALIA è la prima nazione al mondo a consegnare un elemento della Stazione spaziale internazionale, progetto che vede coinvolti Stati Uniti, Russia, Giappone, Canada e, tramite l'Esa, 14 Paesi europei. L'elemento che verrà consegnato dopodomani dagli stabilimenti dell'Alenia di Torino alla Nasa è il primo dei moduli logistici, chiamati con sigla tecnica Mplm (Mini Pressurized Logistic Module - Mini Modulo Logistico Pressurizzato), progetto nato nel 1991 da un accordo bilaterale tra la Nasa e l'Agenzia spaziale italiana (Asi). L'Mphn è il modulo pressurizzato che verrà dedicato al trasporto da e alla stazione orbitante di tutti gli equipaggiamenti, esperimenti e materiali necessari alla vita di bordo. Un po' il ruolo che hanno le navicelle-cargo russe «Progress», che attraccano alla Mir. A differenza dalle capsule russe, il modulo logistico italo-americano verrà trasportato nella stiva degli Shuttle fin sulla stazione, trasferito dalla stiva con una manovra che sulle navette è ormai routine, e agganciato a uno dei boccaporti della stazione, dove scaricherà le 10 tonnellate di materiali trasportati. E soprattutto sarà molto più semplice da riprogrammare missione dopo missione. Dopo alcuni giorni, o qualche settimana, il mini-modulo verrà staccato, ricaricato nella stiva di una navetta e riportato a terra con una delle sohte trasvolate a motori spenti dello Shuttle sulla pista di Cape Canaveral. Il primo, quello che verrà consegnato venerdì, resterà agganciato alla stazione per 16 giorni: il lancio è previsto per u dicembre del 1999 dalla rampa 39 del Centro Kennedy. Il secondo lancio, con lo stesso modulo, avverrà tre mesi dopo. Il modulo è un cilindro di 4,5 metri di diametro e 6,6 di lunghezza, includendo il cono anteriore e quello posteriore, per una massa totale di 4700 chili e una capacità di carico di 9000. L'alloggiamento del carico utile è previsto in 16 contenitori standard rimovibili e ribaltabili, cinque dei quali possono essere dotati di energia elettrica, refrigerazione e interfaccia con il software di bordo. Il volume abitabile, compresi i contenitori, è di 31 metri cubi, mentre l'atmosfera interna sarà simile a quella terrestre (azoto e ossigeno); il sistema di condizionamento ambientale, collegato a quello della stazione spaziale, permetterà agli astronauti e ai ricercatori di lavorare «in maniche di camicia», come sullo Shuttle o sui moduli Spacelab e Spacehab. «H mini-modulo è un sistema assai complesso, e allo stesso tempo completo», dice Ernesto Vallerani, già presidente di Alenia Spazio e padre dei moduli spaziali da Spacelab in poi «anche perché deve svolgere due ruoli: come trasportatore deve essere molto leggero, e deve poter volare più volte in configurazione attiva, cioè con all'interno gli esperimenti già alimentati da fonti elettriche, oppure passiva. Come modulo abitato deve fornire tutte le funzioni essenziali degli altri moduli della stazione e, in particolare, protezione di micrometeoriti, controllo ambientale, controllo termico attivo e passivo, condizionamento dell'atmosfera interna, potenza elettrica, trattamento dati e persino l'estinzione di eventuali incendi a bordo».. «Questo è il primo tassello della nostra partecipazione al progetto della stazione spaziale - dice Giuseppe Viriglio, amministratore delegato della Divisione spazio di Alenia Aerospazio - ma il progetto era iniziato ben prima della firma del dicembre 1991 a Washington, perché già nel 1988 iniziarono studi di fattibilità, di un proget to che fu chiamato "Arca", che prevedeva addirittura tre o quattro moduli attaccati tra lo ro. Si pensava che la stazione spaziale richiedesse un elemen to pressurizzato per un ciclo operativo della durata di un anno anziché 45 giorni come per un mini-modulo che l'americana Boeing stava progettando Poi le cose cambiarono più volte, fino alla configurazione at tuale». Non solo siamo primi alla consegna di un elemento; l'Ita ha è tra i Paesi protagonisti nel costruire la stazione. A questo modulo logistico ne seguiranno altri due, così come due dei tre «nodi» di interconnessione con i moduli della struttura orbitante, e il «Columbus», che rappresenta il modulo scientifico dell'Esa per la stazione. Il 29 luglio il grande velivolo Airbus da cargo «Beluga», così chiamato per la tipica forma che ricorda quella di tm delfino, lascerà l'aeroporto di Caselle con un gruppo di tecnici Alenia, e senza scalo atterrerà dopo 11 ore sulla pista 33 di Cape Canaveral. Antonio Lo Campo Venerdì lascerà l'Alenia il primo modulo pressurizzato per trasportare gli esperimenti A destra, la Stazione spaziale intemazionale come apparirà nel 2004 alla fine del montaggio in orbita Sopra, Ernesto Vallerani, padre dello Spacelab e del modulo logistico

Persone citate: Cape, Ernesto Vallerani, Giuseppe Viriglio

Luoghi citati: Canada, Giappone, Italia, Russia, Stati Uniti, Torino, Washington