UNA MALATTIA DI NOME NIETZSCHE

UNA MALATTIA DI NOME NIETZSCHE UNA MALATTIA DI NOME NIETZSCHE Nietzsche TRADOTTO per la prima volta in italiano, fu pubblicato a Lipsia nel 1897, con Nietzsche ancora in vita, se vita si può chiamare quella di un uomo fulminato dalla pazzia. L'autore non mastica le parole e chiama «buffoni di Nietzsche» i coribanti che, subito dopo il ricovero in manicomio, incominciarono a far chiasso e a strillare fa morale del Superuomo. Cito: «E' questo lo spettacolo sgradévole. Un tempo Nietzsche aveva scritto libri raffinati e geniali - e rimase sconosciuto. Scrisse alcuni libri semifolli - e divenne famoso». SI, Nietzsche è una malattia; e non c'è bisogno di aggiungere che il mondo, pieno com'è di pazzi e di spostati, prova più attrazione per ciò che è patologico che per ciò che è sano. Similis simili gaudet. Nessuno, neppure Tonnies, nega a Nietzsche le sue grandi qualità di poeta e di stilista; ma è il teoreta che sconcerta e lascia non di rado esterrefatti. Preso alla lettera, il Superuomo al di là del bene e del male fa pensare più a un Calibano intellettuale cheaun saggio. Eppure in quest'epoca di morale piagnone lacrimosa, di snobismi caritativi e di prefiche in servizio permanente effettivo, certe pagine di Nietzsche, per esemplo quelle de\V Anticristo, fanno quasi un effetto corroborante. Quanto meno servono a ristabilire l'equilibrio. Tonnies, che vede con occhi piuttosto arrossati come i cisposi, si accanisce soprattutto contro \'Anticristo, ma fa male: la lacrima a buon mercato non serve a niente, tranne che a snervare l'individuo e a trasformarlo in un cialtrone. Meglio, entro qualche misura, la spietata predica di Nietzsche che le giulebbose giaculatorie di certi redentori o miglioratori del mondo. Che poi Nietzsche, oggi più che mai, venga sbandierato da qualsiasi moscardino in fregola di superomismo è un altro discorso. Ma attenzione: bisogna distinguere tra le scimmie di Nietzsche e i veri studiosi di Nietzsche. Uno di questi è Domenico fi. Fazio, autore della dotta introduzione al libro. La filologia si è di nuovo trasferita in Italia, suo luogo d'erigine? Le pagine di Fazio lo lasciano pensare. La traduzione, accurata e scorrevole, è di Eni icoDonaggio. a cripto Verrecchia Nietzsche

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