Bill Gates ritoma in laboratorio

Bill Gates ritoma in laboratorio INFORMATICA & BUSINESS «Non mi ritiro, voglio soltanto aprire nuovi orizzonti alla compagnia» Bill Gates ritoma in laboratorio La presidenza di Microsoft va al suo braccio destro NEW YORK. Bill Gates non è più presidente della Microsoft. Il suo posto è stato preso da Steve Ballmer, da sempre considerato da tutti «la scelta più logica se qualcosa fosse mai accaduto a Bill». Ma a Bill non è accaduto nulla ed anzi neh"annunciare il cambio di responsabilità ha insistito che il suo ruolo sarà più che mai attivo. In pratica, si dedicherà molto più specificatamente alla produzione di nuovo software per preparare la «nuova generazione» di aggeggi elettronici come i computer applicabili alla tv, i «telefoni intelligenti» e i computer tascabili. «Sono più che mai eccitato dal mio lavoro - ha detto - e non c'è nulla da cui voglio ritirarmi». Steve Ballmer, 42 anni come Gates, è un suo amico sin dai tempi dell'università. Erano molto diversi, Bill era introverso e secchione, Steve cordiale e atletico (era una delle stelle del- la squadra di football). Ma avevano ima passione in comune per la matematica. Dopo gli studi le loro strade si divisero, ma nel 1980, quando la Microsoft esisteva già da cinque anni, Steve raggiunse il suo amico e da allora è stato sempre indicato come una specie di suo alter ego. Come responsabile delle finanze, del personale e delle vendite, il suo contributo alla costruzione dell'immensa fortuna della Microsoft (circa 25.000 miliardi di lire) è stato senz'altro determinante. «Io li conosco bene tutti e due - dice John Hummer, un loro concorrente - e posso dirlo: per quanto in gamba sia Bill, la Microsoft non sarebbe ciò che è oggi se non ci fosse stato Steve». Il quale Steve è noto soprattutto per la sua energia, la sua aggressività (la sua abitudine di battere i pugni sul tavolo durante le riunioni è leggendaria), nonché per la sua totale dedizione all'azienda. «Ora che sono presidente - ha detto - batterò ancora più forte sul tamburo della nostra fissazione di rendere i nostri clienti sempre più soddisfatti e compiaciuti». La struttura del vertice aziendale d'ora in poi sarà così suddivisa: tutto ciò che si riferisce alla operatività e alla commercializzazione del prodotto farà capo a Ballmer (compresa la cura della difesa della Microsoft di fronte alle accuse di concorrenza sleale che le sono state lanciate, l'avvocato principe dell'azienda, Bill Neukom, risponderà a lui). Tutto ciò che riguarda lo sviluppo tecnologico farà capo a Bill Gates. L'impressione che un po' tutti hanno, insomma, è quella di una specie di desiderio di «tornare alle origini» (l'uso delle formule sentimentali è ricorrente nel mondo apparentemente gelido del software) che avrebbe preso l'uomo più ricco del mondo. Dopo aver vinto tutte le battaglie possibili, essere arrivato al top fino al punto di doversi difendere di fronte al Senato degli Stati Uniti (ma all'ultima udienza dell'altro ieri non si è presentato dicendo che i senatori sono «prevenuti» contro di lui), Bill Gates avrebbe cioè sentito la voglia di tornare a «inventare», come negli Anni Settanta. Allora, laureato di fresco ad Harvard, si mise a «giocare» con i computer e trovò (qualcuno dice rubò alla Macintosh) la formula per rendere il loro uso facile e «a prova di imbecille», secondo l'espressione che lui e i suoi amici coniarono e che poi è diventata uno slogan pubblici tario. La nostalgia di quei tempi e la «sfida del nuovo», dice, lo hanno indotto a delegare parte del suo potere all'amico Steve Franco Pantarelli «Telefoni intelligenti e nuove televisioni collegate a Internet si venderanno più dei computer» Bill Gates lascia la guida di Microsoft per tornare a studiare nuovi progetti in laboratorio

Luoghi citati: Harvard, New York, Stati Uniti