A Parigi la moda si congeda con il nudo di Antonella Amapane

A Parigi la moda si congeda con il nudo Mugler manda in passerella una modella col sedere scoperto. Rabanne reinventa lo stile Cleopatra A Parigi la moda si congeda con il nudo Abbraccio tra Saint Laurent e Gaultier, suo probabile successore PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Il gran finale è il sedere nudo in panavision. Parigi chiude con un tocco di «dietrologia» da Crazy Horse, firmato Thierry Mugler. Interpretato da una top model, eroina di fumetti pornosoft, inguauiata in body reggicalze trasparente, i gluteigioiello a vista. «L'abito è uno scrigno», dice il sarto che crea cappotti come cofanetti per mostrare gambe, seni e fondoschiena punteggiati di brillanti. Scampoli di corpo esibiti da modelle come Jerry Hall e sua figlia Valerie. I colpi di scena non mancano, e sono ben più sostanziosi, da Yves Saint Laurent. Il sarto abdica? Suona come un addio il suo défilé. Concluso da un abbraccio fra il sarto più amato di Francia e il collega Gaultier. Indicato da voci sempre più insistenti suo successore nella couture. Pierre Bergè, braccio destro di Yves, smentisce. Ma dietro le quinte è ressa di fotografi, corpo a corpo di reporter che spintonano anche Catherine Deneuve e madame Jospim Tutti vogliono carpire l'incontro fra i due couturier che, si mormora, segnerà la svolta della maison. «Yves è insostituibile, un genio. Mi ha riempito di gioia il suo invito alla sfilata», risponde cauto Gaultier. In platea siede nel posto d'onore, solitamente riservato a Catherine Deneuve. Il passaggio del testimone di cui Parigi parla, non è campato in aria. Bergè ha sempre ammirato Gaultier sdilinquendosi in elogi. Cosa rara per uno che parla male di tutti. Peste e corna di Galliano e Me Queen, salvi soltanto Armani e Prada. Saint Laurent - provato dalla malattia - è accolto da ovazioni quando percorre la pedana. «Saint Laurent è stanco, lavorerà meno», spiega Bergè e annuncia che a marzo lo alleggerirà dagli oneri di due collezioni l'americano Albert Elbaz, nuovo stilista del prèt-à-porter, fino a ieri nell'equipe di Laroche. Mentre il pubblico si I bea di fronte all'intramontabile eie- ganza dei capi disegnati dal più famoso dei sarti francesi, le sartine protestano per strada. In un atelier ricreato all'aperto denunciano la crisi del settore: in 8 anni hanno chiuso 300 atelier, il lavoro latita. L'abbondanza di eros regna da Mugler, fra discinte regine scimpanzé che grondano ciuffi di crine di cavallo. E c'è pure la settanta¬ quattrenne Cyd Charisse, pronta a mostrare le cosce protette da autoreggenti incrostate di perline. Gambe sottili, ex scattanti. Un tempo assicuratissime, oggi festival di varici. ((Diamanti» a fiumi. «Grossi quanto l'Hotel Ritz», così Francis Scott Fitzgerlad definirebbe gli Svarowsky - voluminosi come pugni piazzati sullo scollo abissale di un tubino nero. La fighe di... imperversano. Dopo Valerie Hall, ecco Ivanka Trump-guanciotte da roditore e statura vatussa - in versione Cleopatra per Paco Rabanne. Autore di minituniche metalliche e di una siderale sposa dea Kalì. Polipo di piume fosforescenti, sigillata da fuso in Strass, elevata da scarpe alte una spanna. Colli a imbuto fino agli occhi e colbacchi da campagna russa sono una costante. Le ciabattine più «in» il prossimo inverno? Le «mules» da cortigiana. Vuitton le elabora in versione pagoda nella neo linea di calzature. Antonella Amapane Ma le sarte protestano per strada: in 8 anni chiusi 300 atelier La proposta osée che Thierry Mugler ha presentato ieri sulla passerella delle sfilate di Parigi

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