Sgozzata nella sua casa-bunker
Sgozzata nella sua casa-bunker Giallo a Palermo, tra le ipotesi la pista sentimentale e quella delle estorsioni Sgozzata nella sua casa-bunker Moglie di un noto ristoratore PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il collo squarciato con una coltellata. Così, sgozzata, ieri mattina hanno trovato Aurora Labruzso, 43 anni, moglie del comproprietario del ristorante Regine, uno dei meglio frequentati di Palermo. La vittima era nel suo alloggio. Marito e figli erano usciti poco prima. Un delitto misterioso con tre probabili moventi: quello sentimentale, la rapina, gli interessi economici. «Stiamo tenendo un po' tutti sotto pressione. Potremmo farcela presto», dice Guido Marino, il dirigente della squadra mobile che di «gialli» se ne intende perché ci si misura giorno per giorno. Forse la pista privilegiata è quella amorosa. Ma gli inquirenti ci stanno girando attorno con discrezione o, se si vuole, con il pudore che merita una moglie e madre vittima di un assassino senza cuore. Andrea Barone, 49 anni, il marito che con il fratello Onofrio è proprietario di Regine ai cui tavoli a colazione e la sera a pranzo s'incontrano politici, giudici, imprenditori, giornalisti ecc. viene interrogato più di tutti gli altri in una stanza della caserma Cairoli, la sede della Mobile a 100 metri da quella della questura in piazza Vittoria che in centro ha Ù palmizio più esteso d'Europa. C'è stato chi ha riferito ai poliziotti di frequenti litigi della coppia e dell'eco delle loro voci alterate che giungeva anche la notte negli appartamenti vicino al loro ben arredato, al quinto piano di un edificio in via Pianell 17, una traversa di corso dei Mille. E mentre abbandonando sconvolta la casa del delitto l'anziana madre dell'uccisa, Rachele Messineo, gridava: «Disonesti, mi hanno portato via una figlia !», un parente assicurava che il marito adorava Aurora, l'aveva amata sin dal primo momento. Nove anni fa Andrea Barone aveva avuto guai con la giustizia. Nel libro-mastro tenuto dal mafioso Antonino Madonia in un covo in via D'Amelio (tre anni dopo i boss vi assassinarono Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta) tra le somme pagate al racket c'erano quelle del ristorante. E interrogati come tanti altri bersagliati dal racket i fratelli Barone stettero a bocca chiusa, temendo ritorsioni. Poco prima l'industriale tessile Libero Grassi era stato assassinato con cinque pistolettate perché si era rifiutato di pagare e aveva denunciato pubblicamente di essere stato minacciato più volte. Ieri mattina Andrea Barone è uscito da casa con il figlio Giuseppe di 16 anni (l'altra, Veronica, 20 anni, se n'è andata poco dopo) lasciando in casa la moglie che aveva conversato al telefono con la sorella Saveria, sposata con Onofrio Barone. Solita chiacchierata famigliare su cosa si era fatto la sera prima e sul programma della giornata, scambio di notizie, commenti. Poco dopo Saveria ha richiamato e si è preoccupata perché la sorella non le ha risposto. Allora ha avvertito il cognato che ha telefonato a sua volta e subito dopo è rincasato. La porta blindata era chiusa. Ha aperto e ha trovato la moglie, gli occhi sbarrati, sangue dappertutto. Sono stati i Barone alle 9,30 ad avvertire la polizia. Un paio di minuti e le sirene delle «volanti» hanno fatto fermare il traffico in tutta la zona che è stata bloccata. E' cominciata la trafila di sempre: i rilievi della «Scientifica», u medico legale, il magistrato di turno, la cassa in lamiera in cui il cadavere è stato portato all'obitorio per l'autopsia. In una settimana è la quarta donna assassinata a Palermo e dintorni dopo la transessuale Sabrina Cusa, 62 anni (strangolata perché aveva preso in giro un cliente che non ce la faceva); Anna Nicchitta di 77 anni, uccisa nel suo alloggio da rapinatori forse drogati, e Lucia Pinello, di ventinove anni, accoltellata a Lercara Friddi durante una festa in famiglia sabato notte da un cognato che non l'aveva mai sopportata. Antonio Ravidà Sopra, Aurora Labruzzo A sinistra, Andrea Barone, il marito dell'uccisa
Luoghi citati: Europa, Lercara Friddi, Palermo
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