«Trattiamo con Gheddafi»

«Trattiamo con Gheddafi» Si va verso il processo in un Paese terzo come è stato chiesto dalla Libia «Trattiamo con Gheddafi» Lockerbie, la conferma di Blair LONDRA. Dopo le imbarazzate smentite ufficiali di martedì allo «scoop» del «Guardian» che annunciava un imminente accordo di Gran Bretagna, Usa e Olanda per processare all'Aia i due libici accusati dell'attentato contro il Jumbo Pan Am esploso in volo a Lockerbie nel 1988, il premier britannico Tony Blair ha confermato che ci sono stati colloqui in tal senso tra lui, Bill Clinton e il premier olandese Wim Kok. Il portavoce di Downing Street, Alastair Campbell, ha precisato che sei mesi fa la Gran Bretagna ha sondato con Usa e Olanda la possibilità di tenere in quest'ultima nazione il processo Lockerbie, ma secondo le leggi penali, la procedura e con magistrati scozzesi. I problemi tecnici che tale soluzione comporterebbe «possono e dovrebbero essere risolti in un tempo ragionevolmente rapido», ha indicato Campbell. Blair e Clinton ne hanno discusso più volte, anche se non recentemente, mentre - ha aggiunto il portavoce - fino a pochi giorni fa il premier ha continuato a parlarne con il collega olandese Kok. Anche il ministero olandese degli Esteri ha confermato i collo¬ qui tra Blair e Kok che «sono tuttora in corso». Intervenuto alla Camera dei Comuni, lo stesso Blair ha ribadito che Londra e Washington si oppongono alla pretesa di Gheddafi di celebrare il giudizio in un Paese terzo e insistono per il rispetto della risoluzione dell'Orni che indica un tribunale scozzese o americano come sede del procedimento. Ma, dato che non ci sono stati progressi in questa direzione per l'intransigenza di Tripoli, «siamo disposti a cercare un modo alternativo per dare alle famiglie delle vittime la giustizia cui hanno diritto», ha detto il capo del governo britannico. «Vi sono molte, molte difficoltà giuridiche e di altra natura da superare prima di essere certi che questo sia il modo giusto di procedere», ha spiegato Blair e ha sottolineato che un processo in uno Stato terzo dovrebbe comunque «essere pienamente in linea con la nostra ferma convinzione dell'integrità del sistema giudiziario scozzese». Un riferimento quest'ultimo alle critiche di Gheddafi, secondo cui in Scozia ai due libici non sarebbe garantito un processo corretto. In ogni caso, ha assicurato il primo ministro, non è stata ancora presa una decisione. Anche Clinton martedì aveva rivelato di aver esaminato con Blair l'eventualità di un processo in Olanda, ma aveva osservato che non è ancora stato stabilito se ciò sia tecnicamente possibile: «Abbiamo cercato di trovare un qualche modo che dia concrete garanzie e che funzioni, ma vi sono difficoltà pratiche di ogni genere», aveva dichiarato il Presidente americno. Per la strage di Lockerbie, morirono nel dicembre del 1988 le 259 persone a bordo del jumbo Pan Am e altre Ila terra, colpite dai rottami dell'aereo: nel '91 sono stati incriminati dalla magistratura scozzese i due agenti del servizio segreto libico Abdel Basset Al Megrahi e Lamen Khalifa Fhimah. Gheddafi ha sempre rifiutato di concedere la loro estradizione e per questo l'Onu ha imposto alla Libia un embargo aereo e sulle armi. Nel dicembre dell'anno scorso, i familiari delle vittime britanniche avevano chiesto al governo di accettare la richiesta della Libia a acconsentire a un processo in uno Stato terzo. [Agi-Ap-Efe] Il primo ministro inglese Tony Blair ha discusso con Bill Clinton e Wim Kok la possibilità di processare i due agenti libici in Olanda