Dell'Utri: Rapisarda costretto ad accusarmi

Dell'Utri: Rapisarda costretto ad accusarmi Il parlamentare azzurro contro la procura di Palermo. Il finanziere «stressato» non va al processo Dell'Utri: Rapisarda costretto ad accusarmi «L'ha detto lui: in caso contrario sarebbe stato arrestato» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Molto stressato». Gon questa motivazione illustrata in un fax inviato da Milano dalla sua seconda moglie e sua legale, Paola Mora, il finanziere di origine siciliana Filippo Alberto Rapisarda ha disertato a Palermo il processo per concorso in associazione mafiosa con imputato Marcello Dell'Utri. Questi ha commentato: «Stressato lui? Dovrei esserlo io». La sua testimonianza richiesta dal pm era a dir poco attesa; ma Rapisarda, si direbbe in gergo militare, ha marcato visita. Le reazioni non sono mancate e l'udienza si è infiammata con batti e ribatti di interventi. Ora due mesi di break per le vacanze. Si riprenderà il 22 settembre. E nel frattempo? Tutto lascia supporre che, sotto sotto, il duello DeU'Utri-Rapisarda (e volendo ci si potrebbe aggiungere Berlusconi) non cesserà. Lo stesso ex presidente di Publitalia, ora deputato azzurro, ha ottenuto di fornire la sua versione sul perché Rapisarda ha «rivelato» che negli Armi 80 mafia e Fininvest andarono a braccetto e il Biscione addirittura riciclò narcomiliardi di Cosa Nostra acquistando film per il circuito tv. Mentre il tribunale prendeva atto del certificato medico su Rapisarda attestante r<dmpedimento a comparire» (disturbi cardiovascolari, crisi ipertensive, aritmia cardiaca, profonda astenia), la difesa ha evidenziato che i malanni però non hanno impedito al teste di venire in breve tempo sei volte a Palermo, l'ultima la settimana scorsa, per rendere «spontanee dichiarazioni» in Procura. Dell'Utri è passato al contrattacco. Ha ricordato che nella sua «fedina» il finanziere ha 58 precedenti pe¬ nali e ha specificato: «Non ho mai preso denaro da Bontade e Teresi. Non ho mai conosciuto Salvo. Non ho mai fatto quel viaggio a Catania per reperire finanziamenti per Forza Itaha. Sono tutte balle, invenzioni pure, così come le minacce, tutte fantasie partorite da un personaggio inquietante. A Milano stiamo anche costituendo un'associazione vittime di Rapisarda: ci sono banche, fornitori, soci. Siamo già una ventina». Ma il deputato forzista ha fatto di più quando ha dichiarato: «Rapisarda disse che era stato costretto ad accusarmi dalla Procura di Palermo che minacciava di arrestarlo. Poi mi chiese di incontrare Berlusconi e m'invitò a trattare. Sarà dura per lui confermare qui le falsità che ha utilizzato nei miei confronti». Dell'Utri ha poi sostenuto che quest'ammissione Rapisarda gliela fece due mesi fa nello studio del tributarista Antonio Gamberale. «All'avvocato ho solo detto "lo lasci perdere perché è un soggetto pericoloso"», ha aggiunto Dell'Utri. Su questa circostanza la Procura di Pa¬ lermo ha immediatamente chiesto l'apertura di un'indagine e gli atti dell'udienza saranno inviati per competenza alla Procura di Caltanissetta che indagherà anche su intercettazioni telefoniche che la difesa di Dell'Utri avrebbe subito. Ti pm Antonio Ingroia al riguardo ha parlato di «sospetti inaccettabili;). Ma perché tanto rancore di Rapisarda contro Dell'Utri? L'imputato ha rievocato fatti di venti anni fa, quando diventò socio del finanziere nell'immobiliare «Bresciana» che -però fallì. «Quando nel 1978 scappò in Venezuela - ha riferito Dell'Utri da lì Rapisarda cedette un appalto per un'autostrada in Siria senza poterlo fare perché la società era fallita. Allora il curatore, appena il contratto gli fu notificato, mi impose di denunciarlo essendo stato io amministratore delegato. Da qui, forse, il suo odio per me». Da Forza Italia vengono altre espressioni di solidarietà a Dell Utri. Il coordinatore forzista in Sicilia, Gianfranco Miccichè (proveniente dai quadri di Publitalia) ha osservato: «Non vorrei che l'improvviso stress di Rapisarda sia propedeutico a ricercare fantomatici collegamenti tra le sue nuove dichiarazioni e le carte Fininvest già in possesso della Procura di Palermo». Il senatore azzurro Marcello Pera, ieri in aula a Palermo, spinto da «curiosità», ha rilevato che gli indizi «sono molto fragili». Sul sequestro dei documenti contabili nelle due holding di Berlusconi, ordinato dalla Procura di Palermo, Pera ha detto: «Mi sembra vi sia una palese violazione dell'art. S8 della Costituzione», lo stesso al quale, preannunciando ricorso, si sono già richiamati gli avvocati di Berlusconi. Antonio Ravidà L'esponente di Forza Italia «Non ho mai preso denaro da Bontade e Teresi. Non ho mai conosciuto Salvo. Invenzioni, fantasie di un personaggio inquietante»