Le analogie con Balsorano
Le analogie con Balsorano Le analogie con Balsorano L'AQUILA. Giochi erotici tra minorenni, la morte di un bambino come tragico epilogo, un figlio che accusa il padre. Le prime risultanze delle indagini sulla morte del piccolo Simeone presentano numerose analogie con la morte di Cristina Capoccitti, la bambina di sette anni uccisa la sera del 23 agosto 1990 a Case Castella di Balsorano, in provincia dell'Aquila. Un rimbalzo di accuse tra un padre e un figlio ancora in piedi, oggi, a otto anni di distanza e con una sentenza definitiva all'ergastolo. La bambina fu trovata nascosta seminuda in un anfratto di un boschetto a pochi passi da casa. Le testimonianze fecere presto concentrare le attenzioni degli investigatori sul cuginetto Mauro Perruzza, allora tredicenne, suo abituale compagno di giochi. Dopo poche domande, Mauro confessa. Ma la confessione dura lo spazio di poche ore. Dinanzi al magistrato dei minori, il ragazzo cambia versione e accusa il padre Michele, muratore. [Ansa]
Persone citate: Cristina Capoccitti, Mauro Perruzza
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