«La scuola cerco di aiutarli »
«La scuola cerco di aiutarli » «La scuola cerco di aiutarli » La direttice: ma la famiglia si oppose, temeva di perderlo ROMA. «Tentammo di aiutare quella famiglia. Segnalammo il caso ai servizi sociali ma la madre si oppose al sostegno di un' assistente sociale. Mi disse: "Mio figlio è l'unica cosa bella che ho. Le assistenti mi hanno già portato via gli altri figli" ». Marcella Marcellini, la direttrice didattica del circolo che comprende la scuola «Capo d' Armi», frequentata dal ragazzino di 11 anni che ha detto di aver colpito Simeone, si sfoga e ha forse qualche rimpianto «per non essere riuscita a risolvere i problemi di quel bambino». Un bambino «difficile, con ritardi cognitivi» che aveva «appena imparato a leggere e non sapeva ancora scrivere», costretto a vivere in «un ambiente rozzo, dove forse si beveva», con strane «curiosità sessuali che riversava sui compagni, tutti più piccoli di lui perchè a quasi 12 anni frequentava ancora la quarta ele¬ mentare». «Il bambino - spiega la direttrice, assegnata da 12 anni al circolo didattico di Ostia era costantemente controllato perchè la mamma percepisce un assegno di frequenza di 300 mila lire al mese, e per averlo doveva sottoporre il piccolo a visite cicliche. La situazione di questa famiglia è ben nota a Ostia. La scuola sapeva delle difficoltà, non solo economiche, che c' erano in quella casa. Il piccolo era stato bocciato in prima elementare, poi aveva saltato un anno quando i genitori si trasferirono in Sardegna». «Arrivati ad Ostia abitavano in una baracca all'Idroscalo dice l'insegnante -. Quando un' assistente sociale scoprì quella situazione, alla famiglia furono tolti cinque figli e affidati a un istituto». La vita è stata dura per il bambino, con, forse, un' unica parentesi serena proprio a scuola. (Ansa]
Persone citate: Marcella Marcellini
Luoghi citati: Sardegna
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