Un orto per sentirsi giovani di Luisella Re
Un orto per sentirsi giovani Avviato il progetto Cilte all'Istituto di corso Unione Sovietica Un orto per sentirsi giovani Alla casa di riposo si studia agricoltura In primo piano, cesti di pomodori e zucchini mescolati con salvia e lavanda. Sullo sfondo, merli neri e farfalle bianche tra zaffate di fieno caldo. E tutt'intorno, il pesante silenzio estivo della campagna su aiuole e filari di ortaggi, verdure e legumi di ogni varietà che si susseguono su oltre duemila metri quadri dissodati a mano, seminati con sementi controllate, concimati esclusivamente con il compost e lo stallatico dei vecchi tempi. Sembra la pubblicità di un prototipo di bioagricoltura. E' l'orto creato su iniziativa del Cilte all'interno dell'Istituto per la Vecchiaia di corso Unione Sovietica, in piena città, nell'ambito delle sue «Botteghe artigianali». Varate dal Centro per la Terza Età presieduto da Eugenia Crespi in corso Unione Sovietica 220 (tel. 318.09.09) come «occasioni per lo scambio di abilità e di conoscenze» tra gli anziani (ma con la porta aperta a chiunque lo desideri) in diversi settori: disegno, giardinaggio, fotografia cucina, piccole riparazioni, meccanica o decorazione su ceramica. Ciascuna di queste «botteghe» coordinate da Federica Clara viene affidata ad un esperto anziano, disposto a insegnare ciò che meglio sa fare ad una «classe» di coetanei che inevitabilmente si trasforma in un gruppo di amici, capace di andare avanti per conto proprio, escludendo la regia del Cilte. Due le botteghe attualmente in funzione presso la cascina Giaione, nella seconda Circoscrizione, che sono rispettivamente dedicate al cucito e all'orticoltura. Mentre di verde si occupa anche la «bottega» di corso Unione Sovietica, dove una ventina di apprendisti giardinieri con i capelli grigi ha ottenuto un centinaio di metri di terreno a testa. Da dissodare, seminare e innaffiare (e la maggior parte è già qui alle cinque del mattino con il rispettivo innaffiatoio), sotto la guida di Massimiliano Felice Adorno e di Eugenio Trurri, coadiuvati da Giuseppe Corso, anche lui pensionato. Spiega Felice, che della bioagri¬ coltura ha fatto il suo credo personale in abbinamento al decalogo di «Suolo e Salute»: «Usiamo al massimo un po' di verderame e sostanze naturali come il piretro contro gli insetti, escludendo prò- dotti di sintesi e veleni. A partire da certe rischiosissime sostanze che sedimentano sotto la buccia delle ciliege e di altra frutta preferita dai bambini». Sai ebbe uno scandalo inammissibile, in quest'orto che scoppia di salute. Con montagne di zucchini, fagioli, melanzane e pomodori che maturano al sole tra iris e dalie, in armonico contrasto con i cespugli di lavande e lamponi coltivati, su una striscia a fianco, dai portatori di handicap inseriti nell'Area Verde» del Comune. Dove i pensionati del Cilte hanno fabbricato con le proprie mani anche le capanne per gli attrezzi e gli impianti di irrigazione. E dove persino le cime rosse della cicoria troppo «montata» (dato che ciò che non si consuma, si scambia o si regala resta dov'è per nuove sementi) sembrano una guarnizione studiata a tavolino da un paesaggista. Spiega Felice, sbirciando la sterratura in corso negli adiacenti campi «Combi» di football: «Stanno sbagliando tutto. Se non aggiungono una buona dose di sabbia, alle prime piogge quel terreno si trasformerà in fanghiglia». Ma com'è, il terreno di Torino? «Ha un ph sul 7,8 ed è ricco di limo e sabbia. Di conseguenza serve ottimamente soprattutto per bulbi, tuberi e tutto ciò che fruttifica sotto terra. Anche se "a starci dietro" vien bene tutto». L'importante è saper prevenire qualsiasi eventuale malanno, abbinando la nuova bioagricoltura con le norme del buon tempo antico. «La regola del dieci, ad esempio, è indispensabile contro la peronospora della vite. Quando i germogli risultano sui 10 centimetri, mentre dieci centimetri di pioggia coincidono con una tem peratura di dieci gradi, allora è il momento giusto per intervenire». Luisella Re Nell'orto creato all'interno dell'Istituto per la Vecchiaia non si utilizzano veleni e sostanze di sintesi
Persone citate: Combi, Eugenia Crespi, Federica Clara, Giuseppe Corso, Massimiliano Felice
Luoghi citati: Area Verde, Torino
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