Maldini, finisce una storia di dispetti

Maldini, finisce una storia di dispetti Scaricato dalla Federazione con la quale già in passato ci furono screzi e incomprensioni Maldini, finisce una storia di dispetti E da oggi Nizzola insegue Zoff ROMA. Maldini ciao. La bella avventura di un triestino «testadura» è finita male. «Sistemato» con un secco comunicato della Federcalcio, salutato così freddamente, senza una bella chiacchierata davanti ai giornalisti, ma forse è meglio così. Avrebbero potuto scapparci parole grosse. Maldini ama parlare chiaro, per il bene della patria calcistica è rimasto in vacanza a Viareggio, con la famiglia, mentre in via Allegri si riunivano i vertici della Figa Che gli hanno tolto il «giocattolo» più bello, la Nazionale, e che ora gli offrono, al massimo, la «panchina» d'ambasciatore. Difficilmente Maldini accetterà. Forse preferirà un posto di osservatore al Milan. Oggi pomeriggio comincia l'era Zoff: si apre un'altra trattativa sperando finisca bene. SuperDino, in partenza come tutti gli anni per Punta Ala, è stato pregato di trattenersi un paio di giorni a Roma. Ha qualche dubbio, fare il presidente della Lazio non è poi così male, e il contratto vale fino al 2002 con possibilità di andare avanti. Maldini, per i prezzi del calcio, è un «sottopagato», seicento milioni a stagione. Zoff, che in biancazzurro ne guadagna ottocento, punta, minimo, a un quadriennale da un miliardo l'anno. In Federcalcio vorrebbero un impegno fino agli Europei del 2000. C'è da trattare e Zoff sembra il più forte: Nizzola ha fretta, deve trovare subito il successore di Maldini. Tornando a Cesarone, bisogna dire che è stato tanto vincente con il pallone quanto in difficoltà con la Federcalcio. La sua storia con il «Palazzo» è piena di dispetti. Sordillo lo fece soffrire prima di dargli il posto di vice-Bearzot. E quando quest'ultimo venne rimosso, i gradi andarono ad Azeglio Vicini, tecnico dell'Under. Promozione automatica, spiegarono. Mentre Maldi- ni passava agli azzurrini. Tramontato Vicini, ecco promosso Sacchi. Non era più tempo di automatismi, evidentemente. Maldini ci restò male due volte. A consolare Cesarone c'erano i successi della sua Under 21, tre volte campione d'Europa dal '92 al '96. A tormentarlo pensava il presidente della Federcalcio di allora, Antonio Matarrese, che dopo un cappotto in Norvegia (6-0) sbottò: «Dovrei andare a prenderli tutti a schiaffi». I trionfi europei appianarono tutto. Naturalmente. Ed eccoci alla storia di ieri. A Wembley rilancia l'Italia togliendo la Federcalcio dai guai in cui l'aveva lasciata il dimissionario Sacchi. Il suo è un calcio tradizionale, difesa e contropiede. Ottimo se c'è Zola che fa il gol vincente, disastroso se il pallone di Baggio scivola fuori di una spanna e la Francia vince ai rigori. Felice profeta era stata la moglie di Maldini, donna Marisa, che nel momento parigino ancora vincente, disse: «I gufi restano in ag¬ guato. Alla prima occasione torneranno a scatenarsi. A loro dà fastidio che mio marito non si lasci condizionare. Loro vogliono un robot e non un citi». Le «maldinate». Quaranta anni fa il citi era un campione in campo, che qualche volta sbagliava per eccesso di stile. Da qui il neologismo, forse ingeneroso. E da allora fu «maldinata» ogni papera dei difensori. Da commissario ha cambiato genere, certo è una «maldinata» la risposta a Prodi che voleva Baggio e Del Piero insieme: «Ma il presidente non è un esperto di biciclette?». Oppure il «guarda bassottino che non ti faccio più lavorare qui» rivolta al giornalista Rai che gli aveva fatto una domanda poco simpatica. E ancora a chi diceva che il suo era calcio vecchio, la risposta a muso duro: «Di antico ci sono solo io». Bugia, perché a 66 anni Maldini ha il cuore giovane, pronto a saltare come una molla quando la squadra fa gol. «Maldinate» sono anche i suoi rapporti con i figli, da padre rigido e apprensivo. Sempre la moglie ammoniva: «Cesare, ricordati che da giovane non eri esattamente uno stinco di santo». Macché. Se Paolo, giustamente, ha continuato la carriera in azzurro, il trio Negro-Panucci-Di Francesco ha perso la Nazionale per episodi minimi d'insubordinazione. E ancora, come può un citi non avere il coraggio di guardare un suo rigorista nell'attimo fatale, Morfeo a Barcellona '96, Baggio con il Cile? Ma a Maldini non importa, lui è fatto così, qualche volta non resiste e lascia prevalere il tifoso che, da pavido, si fa da parte. Gli resta una soddisfazione, aver costretto la critica a cambiare parere continuamente. E' stato un eroe a Wembley, un «bieco difensivista» a Tbilisi. E se il Camerini lo ha riportato di nuovo a galla, la Francia lo ha trascinato a fondo. Il suo bilancio è di 10 vittorie, 2 pareggi e due sole sconfitte, enti-ambe in amichevole: 0-2 con l'Inghilterra a Nantes, 0-1 con la Svezia a Goteborg. I rigori sono stati fatali a Vicini, Sacchi e Maldini, il citi «più amato dagli italiani». Il destino, a differenza dei tifosi, non ama, battezza. Piero Serantoni FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO Maldini in vacanza a Viareggio ha rifiutato di commentare; Zoff candidato n. I al posto di citi