PANTANI primo scossone al Tour di Foto Ansa

PANTANI primo scossone al Tour In attesa dell'odierno arrivo in salita, il romagnolo fa le prove e negli ultimi chilometri stacca Ullrich, nuova maglia gialla PANTANI primo scossone al Tour LUCHON DAL NOSTRO INVIATO Che scena sul madido e cupo Peyresourdre. Ullrich assume il comando del gruppo, è stufo di adattarsi al ritmo dei gregari, impone ai rivali la sua forza. Metterebbe paura a un dobermann la faccia del tedesco. La vetta s'avvicina: vediamo chi ha il coraggio di mollarmi. E proprio quando Ullrich è al massimo di quell'azione di intimidimento, dalle spremute file degli antagonisti sgorga, tutto resina e fiamme, il nostro grirnpeur ad altissima compressione. Cala, è indubitabile, sulle piume remiere del tedesco una tonnellata di piombo. Il duello è iniziato, Pantani, con in testa il fazzolettone da filibusta le cui cocche garriscono al vento, rifila al nemico corazziere una perentoria lezione di ciclismo ascensionale. Jalabert intuisce che da qualche parte dev'essere scoppiata una bomba, perché si ritrova d'improvviso nella retrovia delle retrovie. Lo spostamento d'aria sorte il medesimo effetto sullo spagnolo Olano, un ottimo cavallo da pianura che in salita, basta la minima scossa, si trasforma in ronzino. Si salva, aggrappandosi alla rabbia che lo rode (non vuol saperne di fare il maggiordomo a Ullrich) il danese Rijs. E che gliene importa di Rijs a Pantani. L'indocile grimpeur, ridotti Jalabert e Olano alle loro reali proporzioni, che sono modeste, è ora impegnatissimo nello sfoltimento dei minuti che lo separano dall'uomo di Rostock e nella caccia al fuggitivo Massi che pedala verso Luchon. In cima al Peyresourdre il vantaggio del grimpeur su Ullrich è di 42", conquistati bruciando due chilometri di strada che non rappresenta certo il suo ideale campo di battaglia: sotto le ruote gli si erge appena appena la cugina cagionevole dell'Alpe d'Huez. Ma di questo il Tour lo gratifica e Pantani non ha tempo per le lamentele Si tuffa nella viscida discesa, si allunga e s'accuccia al punto che le natiche abbandonano il sellino e si collocano a un centi metro dalla ruota, fortunata mente fasciata di gomma. Ull rich e la sua pattuglia, che comprende Piepoli e Di Grande, non riescono a uncinarlo. Pantani non ce la fa a stamparsi su Massi e dispiace per lui ma non per il trentatreenne marchigia no di Corinaldo, già detentore del titolo mondiale della j ella e attualmente emigrato al servi zio della francese Casino. Rodolfo Massi si scontrò nel 1988, Giro d'Italia, con il pilone d'un cavalcavia e ne ebbe il femore spezzato e il bacino a tocchetti ni. Riprese dopo un anno e si ruppe di nuovo. Gli specialisti in ortopedia e traumatologia lo lasciarono in pace per un po', sentendone la mancanza, se lo riannessero nel '93 diagnosticandogli la frattura della davi cola. Si meritava di vincere? Non meritava di cadere e di uscire dalle scene del Tour Francesco Casagrande. La di scesa dell'Aubisque, prima montagna di giornata, lo ha scaraventato a terra, rovinandogli una gamba. All'ospedale le ossa sono risultate intatte, ma la corsa che aveva eletto a clou della stagione e che aveva preparato con tanta cura è finita nel cestino. Via Casagrande, mancherà a Pantani un possibile alleato nella guerra a Ullrich. Il grimpeur, ma la cosa non lo impressiona, è solo. Consumata ieri sul Peyresourdre l'operazione di limatura (il Tourmalet, troppo lontano dal traguardo, è servito soltanto a Massi e a due suoi accompagnatori crivellati nel finale), Pantani ha oggi l'incombenza di caricare le dosi. Dal classico tappone pirenaico si passa in un percorso - novità alla presentazione - del quale s'inca¬ volò molto Virenque, allora immerso nell'illusione di vestirsi di giallo (e in un certo senso il giallo l'ha avvolto dalle pedivelle ai capeUi finto biondo), non gioì Pantani, che lo ritenne una mezza presa in giro e si rallegrò Ullrich sicuro di pedalarci sopra da signore. Vedremo se ha ragione Bernard Hinault a considerare la Luchon-Plateau de Beille un terreno da crepitante battaglia o se erano giustificate le lagne degli scalatori. Ci sono da patire il Col de Mente che nel 1971 condannò al ritiro Ocana nel colmo d'una stremante sfida a Merckx, il Col du Portet d'Aspet lungo la discesa del quale, nel '95, cadde e morì Fabio Casartelli. Poi il Col de Core e il Col de Port che annunciano i quindici chilometri della scalata conclusiva. Il Plateau de Beille e Les Deux Alpes (quindicesima tappa), sono il meglio che il Tour riesca ancora ad offrire al grimpeurissimo. Gianni Ranieri Il Pirata ha piantato il tedesco a 2 km dall'ultima vetta: e dopo la'discesa ha conservato 23" Kmprogr. Con uno scatto bruciante, Pantani ha lanciato la sua sfida a Ullrich in salita [FOTO ANSA]

Luoghi citati: Corinaldo, Italia